I giovani del Mondiale e il mercato alle porte
Bruno Pizzul
L’Udinese, esaurito il breve periodo di libertà, ha richiamato in sede i propri giocatori per cominciare il lavoro al fine di ritrovarsi alla ripresa del campionato in condizioni ottimali e perfezionare il percorso di inserimento in zone di classifica degne delle proprie ambizioni e appaganti per le aspettative dei tifosi.
Sono giornate piene del calcio giocato in Qatar che assegnerà un titolo mondiale che alla fine troverà una sua legittimazione, per quante riserve, polemiche, indignazioni possano suscitare la sede e la presenza di tante nazionali in rappresentanza di Paesi non individuabili come modelli di rispetto per i diritti civili, l’emancipazione femminile, la libertà e di comunicazione e di azione.
Inutile avventurarsi in classifiche sull’efficacia delle varie manifestazioni di denuncia attraverso le prese di posizione in segno di protesta delle varie squadre con le assurde proibizioni della Fifa.
Resta il fatto che, quando si gioca, capita di vedere anche qualche partita interessante, per qualità tecnica, per risultati inattesi o comunque non aderenti ai pronostici di noi osservatori esterni.
Il fatto è che, per quanto distaccati e quasi annoiati ci si ritrovi ad essere, non possiamo non ammettere che in circolazione, e non solo nelle nazionali più accreditate, ci sono fior di giocatori dotati di raffinata tecnica individuale e di un corredo fisico atletico di tutto rispetto.
Fioriscono a grappoli giovani talenti la cui bravura, soprattutto quando si accompagna a una velocità di gambe e di pensiero straordinarie, non può non suscitare qualche perplessità sul troppo evidente divario che esiste con i nostri giovani che stentano a trovar posto nelle prime squadre e quindi ce li ritroviamo in serie A quando ormai, per il calendario che vige all’estero, giovani non sono più.
Ma il discorso è trito e certo resta legato al fatto che bisogna fare i conti con una certa disaffezione dei ragazzini a misurarsi nelle cose del pallone con l’applicazione e la pazienza necessarie.
Che le interruzioni per il Covid abbiano generato una clamorosa diaspora di giovanissimi che, alla ripresa delle attività, non si sono ripresentati è il chiaro segnale che forse il settore va riformato in modo che i ragazzi trovino il modo di divertirsi e di applicarsi soprattutto giocando e imparando a stare assieme in armonia e senza l’assillo di dover essere in fretta individuati come possibili campioni del futuro.
Chi di dovere in società si sta adoperando per gestire in modo adeguato questo periodo che è importante anche perché apre una nuova finestra di mercato in cui naturalmente tanti occhi rapaci guardano in casa bianconera per vedere di portar via subito qualche buon soggetto. Ma sembra di poter escludere operazioni clamorose e numerose.
Vedrò di fare un salto per Santa Caterina, per dare una lustratina a tanti ricordi personali che ormai sfumano nella memoria.
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