Tonfo a Bologna, coach Finetti toglie gli alibi all’Apu: «Abbiamo fatto schifo»
L’allenatore dell’Old Wild West travolta dalla Fortitudo: «Secondo quarto choc, è stato l’emblema di questo ko». Capitan Antonutti: «È frustrante: facciamo un esame di coscienza»
antonio simeoli
Coach Carlo Finetti, vane le sue direttive durante la sfida a Bologna (foto Petrussi)
UDINE. Spiegare una sconfitta così è complicato per chiunque, figurarsi per un allenatore esordiente come Carlo Finetti, catapultato alla guida dell’Apu da un mesetto e che deve intraprendere il viaggio di ritorno sotto un treno di trenta punti e passa.
Parla lui e parla il capitano, il presidente Alessandro Pedone, inibito fino a inizio febbraio, non può rilasciare dichiarazioni ed è meglio così per i giocatori: sarebbero stati inceneriti.
Inizia il coach: «Credo che potrei dilungarmi su tante cose, ma la realtà è che abbiamo fatto schifo al c....». Inutile aggiungere altro. Dice tutto l’allenatore senese, cui non manca onestà dopo una gara così.
Prosegue Finetti: «Secondo quarto e terzo quarto giocati alla rovescia di come avevamo pensato. L’avversario era con le spalle al muro, la storia della Fortitudo non ti consente di perdere due partite di fila, perché la società qui vuole competere fino all’ultimo. Il secondo quarto spacca la partita sia dal punto di vista emotivo che tecnico». «Undici su 13 da tre nel primo tempo della Effe – prosegue Finetti – testimonia una squadra che sgravatasi di un peso si è sciolta».
E ora? «I cenci si lavano in casa propria, come si dice in toscana, con la squadra risolveremo le cose che vanno risolte. Ringraziamo i nostri tifosi. Ora torniamo in palestra a lavorare».
Problemi tecnici? «Abbiamo fatto correre troppo i rivali, non abbiamo controllato il ritmo: una grande squadra poi alla prima scazzottata resiste, alla seconda anche, noi cediamo subito: non siamo una grande squadra. Non si può nel secondo quarto segnare 15 punti e farne segnare 34. Non si può».
Coach Luca Dalmonte della Fortitudo loda l’aggressività dei suoi. «Perché – spiega – questa vittoria non si può ridurre solo alla grande percentuale nel tiro dalla lunga distanza. C’è stato molto altro: voglia, atteggiamento, da parte di tutti».
Capitan Michele Antonutti è scurissimo in volto. È uno dei momenti più difficili da quando è tornato all’Apu quattro stagioni fa. «Purtroppo è stata una brutta partita, non abbiamo giocato, dobbiamo fare un grandissimo esame di coscienza. Si riparte da noi stessi e poi preparare una settimana di lavoro forte. Tanti tifosi friulani erano qui a sostenerci. Li ringrazio, li abbiamo sentiti anche in un palazzo così pieno. C’è tanto calore intorno a noi e in noi tanta frustrazione: dobbiamo rimboccarci le maniche. Nella mia carriera non ho mai perso così tante partite di 30 punti, è frustrante perché lo vivo a casa mia con i colori della mia città».
Accanto a lui passa Alessandro Gentile. Saluta, ma è nerissimo. —
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