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serie a2

Old Wild West vince al Carnera sulla scia di Gentile

Soffre metà partita con Mantova poi si aggrappa all’ala. Ormai il figlio di Nando è il leader, ed è un gran bel veder

Antonio Simeoli
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Che goduria gustarsi Alessandro Gentile. Sì, l’Old Wild West ha vinto soffrendo contro Mantova per almeno metà partita, non ha convinto, anzi all’intervallo lungo è uscita anche tra i fischi del Carnera, ma poi ha lottato, spinta dai canestri d’un giocatore da Eurolega paracadutato a Udine per caso e che è uno spasso veder giocare.

Intendiamoci, l’Apu non è guarita, anzi, lo sarà forse quando prenderà un lungo (ci vorrebbe anche un tiratore ma le scelleratezze d’estate sono state troppe) ma, specie in momenti così duri, anche l’occhio vuole la sua parte.

Mentre il fantasma di Sacripanti a forza di evocarlo magari finirà per materializzersi in laguna alla Reyer al posto dell’esonerato De Raffaele, coach Finetti parte con Gentile, Gaspardo, Sherrill, Cusin e Fantoma.

AleGent, con Briscoe ancora fuori (quanto ci mette a guarire per una botta al ginocchio?), mette in ritmo tutti quelli che entrano. Potesse giocare lo farebbe anche con coach Sandra Salineri, a bordo campo con i suoi allievi. Il problema è che Udine solo quando corre convince, ma difende poco, e soprattutto è poco reattiva. Coach, hai 27 anni su, se non la infondi tu la reattività… Mantova, in scia per 10’, addirittura conduce nel secondo quarto.

È una squadra poco più che decente, con un americano Ross imbarazzante. Ma sparare sulla Croce Rossa non è da giornale del Friuli, mettiamola così: questa è l’Apu d’inverno.

È lo sport, sbagli a fare la squadra e paghi sul campo. Capita. La prossima, magari a fari spenti, verrà meglio. Non c’è gioco sotto canestro, mancano tiratori, non ci sono americani, perché Sherrill ormai c’entra con questa squadra come il parmigiano sulla pasta alle vongole e ormai forse ha le partite contate. Segnali confortanti di Palumbo e Monaldi a parte, Gentile predica nel deserto a metà partita: 37-40. Inutile dirlo, al Carnera dopo gli sberloni di Bologna i tifosi speravano di vedere molto di più dei 40 punti presi. Quaranta, in casa, contro una squadra modesta. All’intervallo lungo applausi solo per gli sbandieratori di Palmanova.

E via si riparte a rincorrere il minimo sindacale: la vittoria. Sì, è il minimo sindacale per una squadra che ne ha beccati trenta a Bologna e doveva lottare per il campionato. Difendendo (sotto canestro si traballa ancora) e accucciandosi a ruota di Gentile, che pare essere quello che in campo ha più fame di tutti. «Oh c’è bisogno di tutti non solo la curva», lancia l’appello il capo del Settore D. Il palazzo risponde. Anche l’Apu, perche perché il canestrino di AleGent da quattro metri buttandosi all’indietro è un gran bel vedere.

E a 1’40” dalla fine del terzo quarto sembra Natale quando, nella prima vera azione di pallacanestro, Pellegrino fa segnare Palumbo. La gente si chiede: cosa ci vuole? Signori, quando le cose vanno storte non è così facile. Alla seconda azione, Monaldi regala il +5 da tre. Poi Gentile chiude finalmente un buon quarto Apu con un numero: 59-52. E la gente si morde le mani: con uno così non puoi trovarti ai margini della lotta promozione. Dall’ultimo quarto, uscita di gentile per fali a aprte, arrivano altre buone notizie da Monaldi, da Esposito, da giocatori che si sbucciano le ginocchia per conquistare un pallone. Difesa e tutti dietro a Gentile: magari è la ricetta giusta.

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