Udinese e Thauvin, tre soluzioni in tre settimane
Sottil ha confessato che servirà un mesetto per vedere il vero volto del francese che può essere utilizzato part time e intanto lavorare per inserirsi in moduli alternativi al 3-5-2
Pietro Oleotto
Almeno tre settimane per vedere all’opera il vero Florian Thauvin. L’ha confessato Andrea Sottil tra le riflessioni del dopo partita contro il Toro.
Questione di forma: il francese non è arrivato dal Messico con un gamba capace di girare a mille, d’altra parte con il Tigres non ha giocato in questo inizio anno solare e se ti manca il ritmo partita puoi cercare di recuperarlo soltanto con il tempo e mettendo progressivamente dei minuti nel “motore”, come è successo la scorsa domenica, all’esordio, quando Thauvin ha disputato gli ultimi 18 minuti del match più recupero, dimostrando di avere geometrie ed intuizione, per l’intensità nelle giocate bisognerà attendere, anche se il numero 26 bianconero non è mai stato un muscolare.
Sono i dribbling e le traiettorie con il sinistro il suo forte, tanto che Sottil ha fatto pure un’altra confessione, quella legata alla posizione in campo che il nuovo arrivato dovrebbe avere.
Per esempio, nel tentativo di recuperare lo svantaggio, il tecnico di Venaria l’ha fatto giostrare da trequartista alle spalle di due punte, per quello che era un 3-4-1-2, un modulo che deve gioco forza basarsi su due mediani di corsa come possono essere Walace e Lovric, privi di alternative vere e proprie dopo la cessione a gennaio di Makengo. Samardzic e Arslan non hanno caratteristiche di “rottura”, sono interni di centrocampo soprattutto dalla cintola in su.
Ma la scorsa domenica mancava dalla lista un elemento poliedrico come Pereyra che può fare l’esterno destro (alternatosi con Ehizibue), la mezz’ala e anche il trequartista.
Prendete l’altra declinazione del solito, classico 3-5-2, ovvero il 3-4-2-1 che un paio di stagioni fa già Luca Gotti cercò di plasmare, salvo poi arredersi agli acciacchi proprio di Pereyra e di Deulofeu.
Con il “Tucu” sulla trequarti affiancato a Thauvin potrebbe giocare una sola punta, Beto nel caso si voglia puntare sulla velocità, o Success per sfruttare le sponde e quindi gli inserimenti in zona gol dei due trequartisti.
Attenzione a due inserimenti in questo modulo: quello di Samardzic più avanzato e quello dalla panchina del giovanissimo Pafundi che è stato inserito nel finale della gara con il Torino e che, per impatto fisico, non è in grado di giostrare la interno di centrocampo.
Chiusura con quella che potrebbe essere un’idea da sviluppare, per la serie tre soluzioni in tre settimane (di lavoro e allenamenti): lo schema “guidoliniano”, quello che portà l’Udinese ai preliminari di Champions più di dieci anni fa, il 3-5-1-1 con un centravanti, Thauvin trequartista che gli gira attorno e dietro tutta una serie di centrocampisti di gamba e di tecnica per inserirsi, gli esterni Pereyra e Udogie, le mezzali Samardzic e Arslan.
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