Michele, tripla e lacrime: «Stavo per smettere, adesso all’Old Wild West sogno a occhi aperti»
Zomero racconta il suo esordio col canestro dei 100 punti. «Tre anni fa non riuscivo a camminare per una malattia, poi la svolta»
giuseppe pisano
Dopo la tempesta splende sempre il sole. Per conferma chiedete a Michele Zomero, spilimberghese classe 2004 che domenica ha esordito in serie A2 realizzando la tripla del 100° punto Apu contro Nardò.
Questa è una favola da raccontare a quanti devono fare i conti con la sfortuna e sono a un passo dal gettare la spugna.
Già, perché tre anni fa Michele ha scoperto di avere una brutta infezione a una tibia e si è dovuto operare.
«Non riuscivo più a camminare – racconta commosso – e ho pensato di smettere.
A convincermi del contrario sono stati i tecnici Musiello, Gerometta e Fazzi. Fondamentali nella mia crescita, come giocatore e come persona.
Ho fatto le giovanili nella mia Spilimbergo con la Vis, tutti sono felici per me e la cosa è gratificante. Negli ambienti così piccoli il clima che si respira è quello di una grande famiglia».
Nei momenti più brutti Zomero stringe i denti, si cura a casa durante il duro lockdown della primavera 2020, ma un anno dopo in partita si lesiona il collaterale del ginocchio. È ancora sofferenza, stampelle, voglia di mollare tutto.
Qui entra in gioco un’altra figura chiave nel suo percorso, il preparatore atletico Luigi Sepulcri.
«Ho svolto con lui tutta la riabilitazione, mi ha aiutato tantissimo. Gli promisi che ci saremmo rivisti in campo, non immaginavo di farlo al Carnera con la divisa dell’Apu».
Due anni dopo riecco il sole splendente, arriva la prima convocazione con l’Old Wild West, che va a Chieti in piena emergenza esterni.
È il preludio a quanto accaduto domenica contro Nardò: «È stato un momento toccante, ho realizzato il mio sogno. La cosa più bella dopo il canestro è stata la reazione del pubblico e dei compagni al mio canestro. Non riuscivo più a smettere di sorridere».
Attimi così meritano ringraziamenti speciali: «A Finetti, Grazzini, Sacco e alla dirigenza per aver creduto in me. Ai compagni dell’Apu, per avermi accolto e aiutato a crescere. Domenica siamo andati a cena, è stato bellissimo festeggiare insieme».
Ora però bisogna portare le paste in spogliatoio. «Lo farò la prossima settimana, questa non posso perché gioco con l’Under 19 Apu contro la Reyer».
Michele al Carnera ci va con degli autisti speciali, ovvero mamma Elena e papà Stefano. «Erano a vedere la partita insieme alla mia fidanzata Sara. Abbiamo saputo all’ultimo momento della convocazione. A fine gara sono andato ad abbracciarli, piangevamo tutti».
In fondo è per emozioni così che ci si allena, si gioca e si sogna. «Non ho idoli particolari – afferma Zomero – ma ammiro molto Gallinari, qualche anno fa andai al suo camp a Jesolo. Un altro che ho sempre seguito con attenzione è Ale Gentile, che ora mi ha preso sotto la sua ala protettiva. Non ci avrei mai creduto, se me l’avessero predetto».
Michele Zomero ora sogna di restare nel basket che conta. Siamo convinti che ce la farà, perché ha talento, un’ottima testa ed è umile.
«Se potete – chiede timidamente – scrivete che devo molto all’avvocato Maiorana. Era il mio presidente alla Vis, averlo all’Apu come punto di riferimento è una cosa molto importante». Continua così, Michele.
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