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La ricorrenza

I 70 anni di Zaccheroni, gli auguri di Pozzo: “La aspettiamo a Udine”

Compleanno da cifra tonda per l’ex tecnico dell’Udinese. I suoi ragazzi: «Forza, presto organizzeremo un incontro»

Massimo meroi
4 minuti di lettura

Non è un compleanno come tutti gli altri quello di oggi per Alberto Zaccheroni. Un po’ per la cifra tonda, 70 anni, un po’ perché è costretto a trascorrerlo in ospedale per l’incidente domestico dello scorso 10 febbraio. Lo trascorrerà comunque assieme alla moglie Fulvia e al figlio Luca mentre da fuori gli arriveranno gli auguri di tutte (e sono tantissime) le persone che lo conosco e gli vogliono bene.

Tra questi ci sono i suoi ragazzi dell’Udinese che abbiamo chiamato in causa per questo momento così particolare. Lasciamo a loro la parola consapevoli che non c’è un altro posto come Udine e il Friuli, a parte la “sua” Cesenatico, dove Zaccheroni sia così tanto amato.

La parola per primo va al capitano della sua Udinese, Alessandro Calori. «Caro mister, lei sta passando un momento, diciamo così, non fortunato. Grazie a suo figlio Luca sappiamo che si sta pian piano riprendendo. Forza, non molli niente. Ci sono tante persone che le vogliono bene, pensi a recuperare: grazie all’amore di sua moglie e di suo figlio ne verrà fuori. Si concentri su se stesso e si rimetta presto in modo che poi potremo organizzare un incontro tutti assieme».

Ecco, la voglia di ritrovarsi emerge in quasi tutti i pensieri dei suoi ragazzi dell’Udinese. Sentite Giovanni Stroppa: «Caro Zac, ormai maggiorenne del calcio mondiale, un abbraccio forte, insieme a te soffio con tutto il cuore su queste splendide 70 candeline.

Spero di poterti incontrare presto di persona per parlare di calcio». Poi quel mattacchione di Stroppa non può esimersi da una battuta delle sue: «Spero tu abbia cambiato la Zac Mobile». Il riferimento è alla Mercedes berlina nera che il tecnico aveva ai tempi di Udine e sulla quale Giovanni al posto della targa aveva messo il cartello “Zac mobile” come se fosse l’auto del Papa.

Paolo Poggi è uno dei calciatori che meglio conosce Zaccheroni per averlo avuto non solo a Udine, ma anche a Venezia. Lo chiama maestro, non mister e già questo racconta molto: «Un pensiero speciale – dice Paolino – all’allenatore che più di altri mi ha aperto la mente e mostrato il calcio in maniera diversa, mi ha fatto prendere coscienza dei miei limiti e delle mie qualità.

E continua a farlo…buon 70º maestro». Marcio Amoroso parla dal Brasile: «Siamo tutti in preghiera nella speranza che il mister recuperi al cento per cento. Le ultime notizie sono confortanti. Bene! Ci mancano le sue parole nella chat dei campioni dell’Udinese, vogliamo risentire presto la sua voce. Gli dico grazie per avermi capito e apprezzato la mia buona volontà nel capire il calcio italiano. Mi ha dato fiducia e assieme a Poggi e Bierhoff ho potuto fare la differenza».

Dalla fascia sinistra si fanno sentire Raffaele Sergio e Marek Kozminski. Il primo: «Il mister è un professionista impeccabile, una persona per bene e un grande maestro. Il suo modo di spiegare calcio era di una facilità straordinaria. Quando sono arrivato a Udine aveva ricevuto notizie contrastanti sul sottoscritto, poi si è ricreduto e me lo ha detto di persona e mi ha apprezzato tantissimo».

Parola al polacco: «Se sono cresciuto come calciatore e, cosa ben più importante, come uomo lo devo a poche persone nella vita: un grazie e te, mister, che sei stato una di queste. Tanti auguri di buon compleanno!». Sintetico ma efficace.

Sulla corsia opposta sgommavano Thomas Helveg e Raffaele Ametrano. «Caro mister – dice il danese – fai settant’anni ma sei sempre giovane. A volte nella vita ci si dimentica di ringraziare le persone che ti hanno insegnato qualcosa.

I tuoi consigli oggi li trasmetto qui in Danimarca ai ragazzi dell’Odense. Io lo faccio oggi in occasione di questo giorno speciale. Spero tu possa rimetterti presto». Ecco Ametrano: «Zac è stato il mio primo allenatore in serie A, sotto la sua guida sono migliorato tantissimo. Mi faceva fare sedute supplementari in campo e la sera mi invitava a cena per rivedere assieme la partita della domenica precedente».

C’è grande riconoscenza nei pensieri di Gigi Turci e Fabio Rossitto. Il portiere confessa: «In tutti questi anni penso di non averle mai espresso la mia gratitudine per tutto quello che ha fatto per me. Gli anni meravigliosi trascorsi a Udine sono stati in parte pesanti per me a causa degli infortuni. La ringrazio per la fiducia che mi ha dato, mi ha fatto sempre giocare, anche con una gamba sola. Mi ha aiutato molto. Cento di questi giorni, un abbraccio gigante». Il mediano di Polcenigo è un fiume in piena come suo solito: «A Zac voglio un bene da matti.

Devo a lui la svolta definitiva della mia carriera, quando dicono che l’allenatore non conta sbagliano. L’impatto con lui fu forte: eravamo in ritiro ad Arta Terme e siccome io giocavo un po’ dappertutto visto che nella stagione precedente avevo fatto anche il terzino, mi disse che avrebbe fatto il 4-4-2 e che io sarei stato uno dei due centrocampisti centrali.

Mi trasmise un’energia enorme, mi trasformai e per merito suo sono arrivato in nazionale. Ci siamo presi subito, tra noi c’era un’empatia speciale. Quando ho saputo del suo incidente ho sofferto, ora che arrivano notizie confortanti sulle sue condizioni di salute ringrazio Dio».

In mezzo al campo, al fianco di Rossitto, c’era Giuliano Giannichedda che Zaccheroni lanciò al posto di Desideri. « Caro mister, volevo dirle di non mollare neanche per un secondo. È quello che mi ha insegnato lei. Le dico che per me è stato una delle persone più importanti della mia vita calcistica. Le mando un grosso abbraccio. Mi raccomando, forza».

Alessandro Pierini: «Innanzitutto mi fa piacere sapere che il mister sta migliorando. CI siamo sentito l’ultima volta lo scorso anno: andai a vedere mio figlio che giocava a Cesena e un paio di giorni dopo mi chiamò dicendomi: “Perché non mi hai chiamato? Potevi venire a trovarmi a Cesenatico”. Io però feci una toccata e fuga, visto il poco tempo a disposizione, ma mi fece molto piacere quella sua telefonata.

Quando starà meglio spero potremo rivederci tutti assieme». Al coro dei non ha potuto unirsi Valerio Bertotto che, coinvolto nella campagna elettorale, non può parlare. Siamo sicuri che Valerio avrebbe espresso gli stessi concetti dei suoi vecchi compagni. Ci sarà un’altra occasione per parlarne, magari tutti assieme in Friuli davanti a un bicchiere di vino. Cin Cin. Auguri Zac.

Gli auguri di Gianpaolo Pozzo. Questo il testo del messaggio inviato dal patron dell’Udinese ad Alberto Zaccheroni: “Caro Mister, ci tengo principalmente a farLe sapere che le notizie rassicuranti sulla Sua salute sono motivo di gioia per tutta la famiglia Udinese. In questo giorno speciale per il bel traguardo dei settanta anni Le giungano gli auguri affettuosi miei personali e dell’intera società.

Alla soglia dei quarant’anni dall’inizio della mia avventura bianconera, non posso non sottolineare il Suo contributo fondamentale nella crescita del club, che grazie al lavoro da Lei svolto e i risultati ottenuti, ha raggiunto per la prima volta l’Europa. Le saremo sempre grati per ciò che ha rappresentato per noi professionalmente e sotto il profilo umano. La aspettiamo presto a Udine per riabbracciarla. Con affetto Gianpaolo Pozzo”

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