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Parla il Governatore

Fedriga: connubio tra Giro d’Italia e turismo per valorizzare i luoghi

Il presidente della Regione saluta la carovana che sarà protagonista nel Tarvisiano. «Lavoriamo per dare smalto a strutture ricettive, impianti e marketing per la montagna»

Maurizio cescon
3 minuti di lettura

Il primo pensiero non può che essere per il compianto patron del Giro in Friuli Enzo Cainero.

«Vorrei dire che ciò che ci ha lasciato Enzo Cainero con l’organizzazione di questa tappa sul Lussari è una sorta di testamento - afferma il presidente della Regione Massimiliano Fedriga - : non esiste nulla di impossibile se ogni sfida viene affrontata con passione ed entusiasmo.

Da vero uomo di sport, ogni volta che ha deciso di intraprendere una nuova avventura, lo ha sempre fatto con quella tenacia e quella voglia di combattere che è tipica dei campioni, di chi sa che il duro lavoro alla fine paga sempre.

Quando si presentava da me con la sua immancabile cartellina fitta di appunti tutti ordinati mi chiedevo sempre quale altra idea potesse essere racchiusa in quei fogli e dentro la sua mente vulcanica. Devo dire che con la cronoscalata del Lussari ha alzato l’asticella, quasi a dimostrare questa volta di voler saltare oltre le nuvole...».

Governatore Fedriga, organizzazione e preparazione della tappa sono curate nei minimi dettagli: anche stavolta grande lavoro dei volontari: sono una risorsa imprescindibile di questa regione?

«Enzo non ha mai lasciato nulla al caso. Ogni dettaglio veniva da lui definito in prima persona e condivisa con la sua rodata squadra di collaboratori. Dai contatti con i vertici di Rcs, passando attraverso i sindaci dei comuni interessati dal passaggio del Giro, appuntava tutto in perfetto ordine. Quando Enzo “chiamava” era quasi impossibile dirgli di no, perché ti coinvolgeva e travolgeva con quel suo modo affascinante di lavorare, facendoti diventare parte della squadra. La sua eredità l’hanno raccolta i suoi più stretti collaboratori, il figlio Andrea e Paolo Urbani. Un’attenzione particolare Cainero l’ha sempre avuta per la Protezione civile e per i suoi tantissimi volontari nonché per gli alpini, che erano diventati ormai parte integrante del suo staff».

Ci si attende un grande numero di spettatori sul percorso della tappa. La passione popolare per il ciclismo, in regione, è sempre elevatissima, ormai il Friuli Venezia Giulia si sta specializzando nell’essere habitueè del Giro: state già pensando a qualche idea di percorso per i prossimi anni, sul solco del lavoro di Cainero?

«È difficile che il Giro d’Italia escluda il Friuli Venezia Giulia dalle sue tappe per una serie di motivi, il primo dei quali è legato al fatto che la nostra regione ha sempre dimostrato una grande capacità organizzativa per gli eventi. In secondo luogo il rapporto di fiducia e condivisione con Rcs tutta e in particolare Rcs sport, nella persona di Mauro Vegni. Inoltre tra la nostra terra e il ciclismo esiste una relazione molto stretta, legame forte sia tra i praticanti a livello agonistico – non dimentichiamo infatti che il Friuli Venezia Giulia è la culla di grandi campioni del passato e del presente, che hanno scritto la storia di questa disciplina – sia a livello amatoriale e semplici appassionati»

La tappa sarà vista in Tv da milioni di persone e si preannuncia spettacolare: che ritorno di immagine avrà?

«Alla presentazione delle tappe del Giro 2023 sono stati illustrati i dati che ruotano attorno a questa manifestazione: durante tutta la gara l’audience complessiva sfiora gli 800 milioni di spettatori, con più di 190 Paesi collegati dal mondo. A ciò si aggiungono i circa 11 milioni di spettatori che seguono il Giro lungo il percorso delle diverse tappe, di cui il 25% dorme almeno una notte fuori casa per seguire la corsa, con una spesa media di 250 euro per chi pernotta, valore che scende a 95 euro per quanti si spostano in giornata. Una fetta importante dell’indotto lo portano però anche i residenti in quanto la giornata del passaggio del Giro in città è, per tradizione, un momento di festa collettiva e condivisa. Le strade vengono chiuse in attesa dei corridori e le attività commerciali e della ristorazione organizzano eventi ad hoc. A livello locale è fondamentale il coinvolgimento delle amministrazioni comunali».

I grandi eventi, come il giro d’Italia, danno effettivamente una spinta al turismo? Lo Zoncolan dimostra che il ritorno ci sia, sperate possa accadere anche per il Lussari?

«Lo Zoncolan è diventato ormai un’icona non solo tra i professionisti che partecipano al Giro d’Italia, ma anche per i tantissimi appassionati delle due ruote che si vogliono cimentare lungo i tracciati “battuti” dai professionisti. Il Kaiser, nell’immaginario collettivo, è l’emblema dello sforzo atletico e sportivo che porta verso l’olimpo e meta di ogni ciclista. Nel programmare le varie tappe, si è sempre cercato di dare risalto al connubio tra sport e turismo, facendo in modo che i tracciati potessero toccare località e valorizzare le perle e i luoghi simbolo del Friuli Venezia Giulia. In questo grande sforzo, la nostra montagna ne ha tratto sicuramente grande beneficio: il riscontro ce lo abbiamo quando parliamo con i sindaci. Per quanto riguarda poi il Lussari possiamo dire che le premesse sono più che positive: i 3 mila biglietti per salire con la funivia in vetta, in gran parte acquistati anche da sloveni e austriaci, sono stati bruciati in pochissimo tempo. Inoltre sono stati predisposti circa 12 mila posti auto per chi vorrà assistere alla gara».

Come deve attrezzarsi il territorio della montagna, in vista di un afflusso di turisti che in futuro sarà superiore all’attuale? Ci sono le condizioni, da parte degli operatori per fare un ulteriore salto di qualità? Abbiamo infrastrutture per l’ospitalità all’altezza?

«Attraverso un lavoro organico stiamo lavorando già dalla scorsa legislatura per dare smalto e impulsi non solo alle strutture ricettive della montagna, ma anche agli impianti e alle strategie di marketing. I risultati sono già sotto gli occhi di tutti: in montagna nella stagione invernale appena conclusasi, sono stati superati gli 800 mila primi ingressi agli impianti di risalita dei vari poli, un valore record mai registrato in passato con un più 22,7 per cento rispetto al 2019. Adesso abbiamo di fronte a noi due nuove sfide: la prima è quella di destagionalizzare la montagna per avere flusso di turisti durante tutto l’anno, obiettivo per il quale abbiamo già stanziato nella precedente legislatura 65 milioni di euro con i quali riqualificare gli impianti dei vari poli. In secondo luogo focalizzeremo l’attenzione sulla creazione di nuovi posti letto, in modo particolare di livello e qualità».

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