Pordenone, la salvezza e poi la ripartenza in C sul modello Cittadella
Si lavora per una società rinnovata e una gestione virtuosa. Rossitto segue la vicenda: «Guai a disperdere quel vivaio»
Alberto Bertolotto
PORDENONE. I professionisti che affiancano Mauro Lovisa stanno stilando un programma di adempimenti con l’obiettivo di convincere il magistrato delegato a non procedere con la liquidazione giudiziale del Pordenone calcio.
Ci cerca di mettere a punto un piano sostenibile e in questi giorni di lavoro intensi filtra un certo ottimismo. Si fa sempre più strada l’ipotesi di un massiccio intervento da parte dell’imprenditore siciliano Marco La Rosa, il quale successivamente pare pronto a rimanere parte attiva nella nuova compagine societaria.
Il club, se tutto dovesse andare bene, trarrebbe spunto dalla gestione virtuosa del Cittadella, un sodalizio che è sempre stato in grado di conquistare risultati eccellenti a fronte di un relativo capitale investito.
La strada di un modello di calcio sostenibile troverebbe certamente sponda tra gli addetti ai lavori, tra questi Fabio Rossitto.
L’ex centrocampista di Polcenigo, classe 1971, è legato a doppio filo non solo al Pordenone, che ha allenato in tre diverse occasioni: prima nel 2013 in serie D, successivamente nel 2014-2015 in Lega Pro, quando lo stava conducendo a una salvezza miracolosa, e infine sempre in serie C nel 2017 (quando ha centrato i play-off). Era entrato tra i neroverdi nel 2012 come responsabile del vivaio.
«La squadra può anche ripartire da una categoria inferiore, ma non può rinunciare a un patrimonio importante come quello del settore giovanile – sottolinea–-. A capire l’importanza di quest’ultimo era stato proprio Mauro e a lui si deve la crescita del vivaio».
E proprio dalle nuove leve, almeno parzialmente, il nuovo Pordenone potrebbe attingere per ricominciare all’insegna di giovani e con costi in linea per la categoria.
«Lo stesso Lovisa sarebbe importante in futuro – Rossitto rimarca il peso del ruolo dell’attuale presidente dei ramarri -. Quanti sarebbero in grado di costruire quanto ha fatto lui negli ultimi anni? Ha la mentalità e le conoscenze per dare il suo contributo».
L’ex giocatore dell’Udinese, che ricorda con grande piacere le annate trascorse in riva al Noncello, non rifiuterebbe un eventuale coinvolgimento in caso di una ripartenza.
«Non potrei dire “no” a Mauro – chiude –. Quando il Pordenone stava vivendo dei momenti delicati, lui ha pensato a me, dandomi fiducia.
Sono tornato più volte e ho vissuto momenti indimenticabili come la partita con l’Albinoleffe, in cui centrammo i play-out di serie C in un Bottecchia tutto esaurito». E anche i tifosi sono un patrimonio che non va disperso.
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