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Cybersecurity: non aprite quella mail, per favore

Cybersecurity: non aprite quella mail, per favore

Il rapporto Yoroi sulla sicurezza informatica. Nove volte su dieci le insidie nei messaggi di posta elettronica. I computer di casa molto più esposti di quelli che usiamo negli uffici

2 minuti di lettura
Nell’89 per cento dei casi i problemi cominciano con una mail. Basta fare l’errore di aprirla e scaricare l’allegato per infettare il proprio computer. Lavorando da casa, in tempi di pandemia, si scambia la familiarità della propria abitazione con sicurezza e sul fronte digitale non c’è nulla di più sbagliato. La nostra casa è molto più esposta rispetto all’ufficio. L’ultimo rapporto della Yoroi, azienda specializzata in cybersecurity, conferma l’aumento delle minacce che arrivano via Web, o meglio sulla casella di posta elettronica. Nove volte su dieci, la trappola è in un messaggio che ha per oggetto alcuni temi ricorrenti: fatture e ordinativi; consegna e tracciabilità dei pacchi; moduli fiscali come gli F24; certificati medici; curriculum vitae; scansioni di documenti; infine mail “all'attenzione di” e altri oggetti relativi a pratiche burocratiche comuni negli uffici.  
 

Il lavoro in remoto non aiuta
“Oggi poi si è aggiunto il tema del Covid-19 per far cadere in trappola le persone", aggiunge Marco Ramilli, fondatore della Yoroi. Il lavoro in remoto non aiuta. I sistemi di protezione aziendali vengono, ovviamente, aggirati con più facilità e quindi gli attaccanti hanno maggiori opportunità di riuscire a fare breccia all'interno di un pc vittima. “Qualche settimana fa si attaccavano gli utenti con il tema Covid, ora invece si attaccano i dipendenti con l'obiettivo di entrare nella loro azienda. Chi attacca attende silenziosamente che il dipendente si connetta con la Vpn alla rete aziendale per poi muoversi lateralmente verso cartelle condivise o portali web interni”.

2020, nei primi 4 mesi sottratti 17 milioni di file
Secondo la Atlas, azienda newyorchese che fornisce soluzioni Vpn, il quadro si sta facendo via via sempre più critico con lo spostamento dell’intera società online a tappe forzate e senza le dovute misure di sicurezza. Il numero di documenti e informazioni governative nei primi quattro mesi dell’anno è cresciuto del 278 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, con 17 milioni di file sottratti. In alcuni casi sono stati errori più che sottrazioni. A marzo ad esempio il governo olandese ha ammesso di aver perduto due hard disk esterni con dentro i dati di 6,9 milioni di donatori di organi. Altrove invece si è trattato di furti: a febbraio i dati di 6,5 milioni di elettori israeliani, sulla carta fra i Paesi più avanzati in fatto di cybersecurity, sono stati pubblicati online mentre in Canada quello stesso mese è successa la medesima cosa con le informazioni personali di 360mila insegnanti .

Aumentati gli attacchi agli ospedali
La Yoroi in queste settimane da noi segnala anche un incremento degli attacchi agli ospedali. Si tenta di infettare strutture essenziali e poi di chiedere un riscatto. Non è un fenomeno nuovo, l’incremento delle minacce alla sanità è stato registrato anche nei rapporti dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica (Clusit), ma in una fase come questa diventa una minaccia molto più grave. Il rapporto Clusit 2020 parla di oltre 43 milioni di attacchi informatici, con un aumento di appena l’uno per cento rispetto al numero degli eventi rilevati l’anno scorso. Il problema è che se non cresce la quantità, sta cambiando la qualità.  

Le richieste di riscatto
Le richieste di riscatto ad esempio raddoppiano: mentre pochi mesi fa gli attaccanti lo chiedevano per consegnare indietro i file originali, oggi prima li sottraggono, poi li cifrano e chiedono soldi per la chiave di decifratura oltre a una seconda somma per non rendere le informazioni pubbliche. “Anche le medie e grandi industrie Italiane sono molto sotto attacco”, conclude Ramilli. “Ma resta la mail come principale minaccia in tutti i casi”. Insomma, bisogna fare attenzione in particolare con ogni forma di allegato e soprattutto se si scarica la posta sul pc invece di consultarla online.