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Arriva finalmente l’app Io: la pubblica amministrazione sarà a portata di smartphone

Dopo due anni di lavoro, la versione beta dell’applicazione si può scaricare dagli store per iPhone e Android. Ma servizi disponibili e comuni coperti sono ancora pochissimi

2 minuti di lettura

L'app Io si può finalmente scaricare dagli store online. Dopo un lungo lavoro, partito ufficialmente quasi due anni fa, è pronta l’applicazione che punta ad essere un passepartout per i servizi della pubblica amministrazione,

Lettere bianche su sfondo blu, un solo bottone digitale per accedere potenzialmente a tutti i servizi della Pa. Dal pagamento delle tasse, all'iscrizione scolastica, ai risultati dell'analisi del sangue. Al momento, però, il numero delle amministrazioni sulla piattaforma è limitato e lo stesso vale per i servizi attivi. Tecnicamente, infatti, la sperimentazione non è terminata, ma il governo ha voluto rispettare la tempistica annunciata. La ministra dell'Innovazione, Paola Pisano, aveva parlato di aprile come mese candidato al debutto, nonostante ora l'attenzione, vista l'emergenza innescata dal Coronavirus, verta su altro.

Tuttavia, Io potrebbe risultare quanto mai utile proprio nella Fase 2, di riapertura graduale del Paese. L'app è pronta ad accogliere qualsiasi tipo di servizio Pa. E, da quanto si apprende, si sta valutando di agganciare all'applicazione anche funzionalità anti Sars-Cov-2. Già da qualche tempo, per esempio, si studia la possibilità di digitalizzare l'auto-certificazione per gli spostamenti, su cui vigila il Viminale.

 

Come funziona

Per usare Io è necessario lo Spid o la carta d'identità elettronica, che ormai dovrebbero avere in milioni di italiani, anche perché serviva per poter accedere al reddito di cittadinanza. L’abbiamo provata, e dentro per ora non c’è molto. Quattro regioni e 11 comuni: molti piccolissimi, ma pure Roma, Milano, Palermo. Torino – chissà perché – figura due volte. Si sceglie l’area di interesse locale, poi è possibile accedere ai relativi servizi disponibili; si possono pagare tributi e servizi locali, dalla mensa scolastica all'abbonamento del trasporto pubblico, dalla Tari agli affitti di immobili comunali. Inoltre, Io permette di ricevere avvisi e scadenze e aprire un canale diretto e semplice da usare con la pubblica amministrazione direttamente dallo smartphone.  A livello nazionale, al momento c’è solo l’Aci, per bollo auto e certificato di proprietà. 

L’app è specificamente indicata come  in versione beta, cioè di prova, ma ci pare funzionare bene, come ci pare che sia stata curata in maniera approfondita la sicurezza sul dispositivo: è possibile accedere con login e password, con impronta digitale o riconoscimento facciale. Più bizzarra la scelta di reindirizzare per ogni servizio alla rispettiva pagina web del Comune: perché uscire dall’app, se funziona? Ad ogni modo, c’è pure un pulsante per segnalare eventuali bug e malfunzionamenti.

 

Un progetto nato prima della pandemia

Io non ha nulla a che fare con l'app Immuni, volta al  contact tracing, ovvero alla ricostruzione della catena dei possibili contagi. Nei giorni scorsi si è parlato, poi, di un'app dedicata specificatamente al trasporto pubblico. La task force dei 74 esperti insediata da Pisano sta anche studiando un'app di telemedicina. Insomma il prossimo futuro si preannuncia ricco di app. Ma Io, nata prima delle altre, è destinata a sopravvivere: "Una unica app per poter far tutto", riassume la viceministra all'Economia, Laura Castelli, definendo l'arrivo di Io una "rivoluzione". Ora però, ammette, c'è "tanto lavoro da fare".

Commenta la novità anche la dem Marianna Madia, ex ministro della Pa, che raccomanda l'impegno di tutte le amministrazioni ad aumentare i servizi disponibili, ricordando che si tratta di un progetto nato sotto la precedente legislatura, quando Diego Piacentini guidava il team per la trasformazione digitale.