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La nuova OnePlus di Pete Lau: l’utente al centro di tutto

Dopo l’uscita di scena di Carl Pei, il fondatore dell’azienda ci racconta, in esclusiva per l’Italia, il presente e il futuro del marchio. Che non passa solo per gli smartphone

4 minuti di lettura

Nel corso degli ultimi due anni, OnePlus è cambiata radicalmente: il marchio di Shenzhen, che nel 2013 era nato per produrre smartphone dal prezzo abbordabile, ma capaci di sfidare i top di gamma della concorrenza, ha allargato la gamma, aggiunto la linea di prodotti Nord di fascia media e bassa, e spinto verso il segmento più alto del mercato i modelli di punta.

OnePlus è così passata dal produrre pochi, selezionatissimi telefoni ogni anno a offrirne al momento ben 8 diversi, con prezzi da 149 a 999 euro, oltre a uno smartwatch e 3 modelli differenti di cuffie; in India, dove il marchio è fra i più forti del mercato, è in vendita anche una smart tv.

La nuova strategia commerciale dell’azienda sembra avere funzionato, ma non sono mancati gli effetti collaterali: primo fra tutti, l’addio di Carl Pei, che con Lau aveva fondato l’azienda: ne è uscito a settembre 2020 per lanciare Nothing, una start-up che produrrà accessori audio di qualità. Al timone è rimasto il solo Pete Lau: ingegnere elettrico, classe 1975, ha iniziato la carriera a Oppo nel 2003, prima di fondare OnePlus una decina di anni più tardi. A voler dare un’interpretazione, si potrebbe pensare che in uno scontro sul futuro strategico dell’azienda abbia prevalso la visione pragmatica dell’ingegnere capo su quella del co-fondatore visionario. Sarebbe una semplificazione eccessiva, però: se è vero che Liu “Pete Lau” Zuohu nasce come tecnico esperto di elettronica, è anche vero che fu sua l’idea innovativa di creare un nuovo smartphone basato su CyanogenMod, il OnePlus One, mettendo al centro il design del software e l’esperienza utente.

Un’azienda in crescita
«Questo ultimo anno e mezzo è stato difficile e complesso sotto molto punti di vista, ma OnePlus ha comunque registrato un successo senza precedenti», ha detto Lau in un’intervista in esclusiva italiana per La Stampa, collegato in videoconferenza da Shenzhen. Ancora: «Durante il primo trimestre abbiamo registrato una crescita delle vendite in Europa del 388% e del 286% nei ricavi. Anche il nostro market share lì da voi è cresciuto dell’85%. Il vero successo però è che siamo riusciti a mantenere inalterata l’esperienza OnePlus pur democratizzando l’offerta, portando la nostra filosofia di user experience anche su dispositivi che costano meno».

OnePlus 9 Pro: «le vendite dei nuovi modelli di punta stanno andando molto bene», dice Pete Lau

OnePlus 9 Pro: «le vendite dei nuovi modelli di punta stanno andando molto bene», dice Pete Lau

 

A guidare il successo della nuova OnePlus nel vecchio continente sono stati i mercati del Nord Europa, su tutti il Regno Unito, la Danimarca, la Finlandia e la Germania: «Adesso il nostro obiettivo è replicare questo successo anche negli altri mercati europei - ci ha anticipato Lau - L’aspetto più importante è che se è vero che i prodotti economici della serie Nord svelata a luglio 2020 hanno fatto esplodere la domanda oltre le nostre aspettative, sono soprattutto i nostri top di gamma ad avere contribuito alla crescita globale».

Quegli smartphone venuti dal Nord
Del resto, il legame di OnePlus con l’Europa del Nord si riflette anche nella partnership inaugurata quest’anno con Hasselblad per la realizzazione delle fotocamere degli smartphone top di gamma del marchio. È il frutto di un’insolita connessione sino-scandinava, visto che il marchio di Göteborg è infatti controllato da qualche anno da Dji, il produttore di droni che ha sede a Shenzhen, come OnePlus: «Abbiamo sempre saputo che per fare il salto di qualità dovevamo migliorare le fotocamere - ha ammesso Lau - La partnership con Hasselblad va in questa direzione. L’obiettivo è creare le migliori fotocamere per smartphone mai esistite». 

OnePlus 9 Pro con fotocamera Hasselblad, fotografato con una fotocamera Hasselblad

OnePlus 9 Pro con fotocamera Hasselblad, fotografato con una fotocamera Hasselblad

 

I primi due smartphone frutto della partnership con Hasselblad sono OnePlus 9 e OnePlus 9 Pro, in vendita da marzo. E Lau non ha esagerato: sono già oggi, stando alle nostre prove, fra i migliori smartphone fotografici Android del 2021. La partnership con Hasselblad ricorda quella di Huawei con Leica e arriva sulla scia delle gravi difficoltà del colosso cinese fuori dai confini della Repubblica Popolare. Ma Lau è convinto che il successo di OnePlus non abbia giovato in alcun modo delle sfortune geopolitiche dei connazionali: «Non ci confrontiamo con altri brand, e non riteniamo che i nostri risultati abbiano a che fare con i problemi di altri - è la sua opinione - Preferisco pensare che i mercati in cui siamo più forti abbiano riconosciuto la qualità dei nostri prodotti e soprattutto l’attenzione che poniamo nella user experience generale del prodotto, dal punto di vista dell’hardware e del software». 

Usa-Cina e Carl Pei: vince la diplomazia
Incalzato sulle difficoltà della congiuntura internazionale e sulle possibili conseguenze delle tensioni fra Stati Uniti e Cina, Lau ha preferito un approccio molto diplomatico: «Non ci occupiamo in alcun modo di politica, siamo solo un’azienda che fa prodotti con una filosofia ben precisa. Anche negli Usa abbiamo registrato un’ottima crescita, e finché ci focalizzeremo sulla qualità dei nostri prodotti non crediamo ci possano essere problemi». 

Una flemma che Lau non ha perso neppure davanti alle domande più scomode, neppure quando gli è stato chiesto esplicitamente di una possibile, futura collaborazione con Nothing, la startup dell’ex-cofondatore Carl Pei: «Non ci occupiamo di ciò che fanno i nostri concorrenti - ha detto - ma ci focalizziamo solo sui nostri prodotti».

Smartphone pieghevoli? No grazie
Quanto al futuro di OnePlus, Pete Lau non ha potuto rivelare più di tanto, ma ha voluto fare capire che l’azienda vuole rimanere concentrata sui prodotti che possono favorire la crescita, con novità concrete (svelando che «presto lanceremo un nuovo modello Nord») e pochi “moonshot”. Niente smartphone flessibili per il momento, per esempio: «Crediamo che i pieghevoli siano molto interessanti, le possibilità offerte della fisica dei materiali si stanno ampliando, ma ci sono ancora molte difficoltà da superare - ci ha detto - La cosa più importante però è la possibilità di sviluppare soluzioni dedicate che migliorino la user experience, ma al momento non vedo soluzioni concrete. Noi continuiamo la nostra esplorazione e le nostre ricerche, ma non c’è ancora una soluzione che soddisfi le nostre aspettative». 

La promessa della realtà aumentata
Lo stesso vale per l’altra “next big thing” di cui si parla con sempre maggior insistenza, vale a dire la realtà aumentata e i dispositivi indossabili che ne sfruttano le potenzialità: «Facciamo moltissima ricerca in questo campo - ha rivelato il Ceo di OnePlus - Si tratta di una tecnologia con un enorme potenziale, che tuttavia è ancora nelle prime fasi di sviluppo. Il processo per arrivare a un punto in cui sia largamente accettata e usata è ancora lungo. Ci vorranno ancora almeno 5 anni, ma le basi vanno poste adesso. La domanda cui dobbiamo ancora rispondere è come si integreranno davvero queste tecnologie nelle nostre vite. Tutto dipende, anche in questo caso, dalla qualità della user experience che saremo in grado di fornire ai clienti».