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Prova su strada

Montana Vektor E-Scud, la ebike da corsa che mette d’accordo (quasi) tutti

Montana Vektor E-Scud, la ebike da corsa che mette d’accordo (quasi) tutti
Abbiamo testato a lungo la bicicletta stradale con pedalata assistita della marca italiana: ecco come va, quanto costa e che cosa ci è piaciuto. Iniziando dalla leggerezza
3 minuti di lettura

“Le biciclette elettriche sono pesanti” e anche per questo “non possono esistere bici da corsa a pedalata assistita”: sembravano due verità indiscutibili. E forse qualche anno fa lo erano davvero, almeno sino a quando la spagnola Orbea ha iniziato a usare, appunto anche per le bici da corsa, motore e batteria Ebikemotion. Dimostrando che le biciclette elettriche non devono necessariamente pesare oltre 20 kg.

Fra le aziende che l’hanno seguita lungo questa strada che sembrava impercorribile c’è anche la piemontese Montana, che complessivamente produce 80/90mila bici l’anno e da tempo ha in gamma le Vektor E-Scud, bici stradali a pedalata assistita come quella oggetto di questa prova. Anche lei, come le Orbea Gain, ha motore e batteria di dimensioni ridotte, nessun display e un solo interruttore, per contenere il peso il più possibile. Intendiamoci: non è che prima non ci fossero bici elettriche da corsa (la Pinarello Nytro è un ottimo esempio), è che prima non ce n’erano fatte così. E infatti adesso più o meno tutti cercano di farle così.

Il motore della Vektor E-Scud è nel mozzo della ruota posteriore
Il motore della Vektor E-Scud è nel mozzo della ruota posteriore 

Com’è fatta la Montana Vektor E-Scud
Come detto, il segreto della ebike stradale che si vede in questa pagina, che abbiamo acquistato e usato a lungo per gli spostamenti quotidiani a Genova, è il sistema Ebikemotion: motore da 40 Nm nel mozzo della ruota posteriore, batteria da 248 Wh nascosta nel tubo obliquo e un solo pulsante con led per gestire i vari programmi di assistenza e anche tenere a grandi linee sotto controllo l’autonomia residua.

Come si capisce dai numeri, i progettisti hanno seguito un principio tipico del mondo dell’auto, privilegiando la leggerezza invece della forza: un motore più grande e performante e una batteria di maggiore capacità avrebbero permesso prestazioni e autonomia migliori, ma anche avrebbero reso la bicicletta più pesante. E visto che la ebike non è uno scooter ed è previsto che per muoverla un po’ di sforzo vada fatto, più la bici è pesante, più sforzo andrà fatto. E quando capiterà (perché capiterà) che la batteria si scarichi prima dell’arrivo a destinazione, tutta quella massa andrà spostata con la forza delle gambe. Non solo: se in salita l’assistenza rende più o meno impercettibili quei 20-25 kg, in discesa si sentiranno invece tutti, rendendo la bici meno maneggevole e restituendo la sgradevole sensazione di essere trascinati invece che di guidare. Che non va bene in generale e men che meno per una road bike.

Con la Vektor E-Scud, soprattutto con la versione col telaio di carbonio, come quella oggetto del nostro test, questo non succede: la bici pesa circa 12 kg (rilevati da noi, allestita con i pedali che si vedono nelle foto), con la massa ben ripartita fra la parte centrale e la coda.

Ultimo dettaglio: la batteria non è rimovibile e se non si ha un garage, la bici va portata dentro casa per essere ricaricata. Ma è abbastanza leggera perché lo si possa fare senza problemi.

La presa di ricarica della batteria
La presa di ricarica della batteria 

Come va la Montana Vektor E-Scud
Usare una bici stradale in città non è forse la prima idea che viene in mente quando si pensa a un mezzo green per gli spostamenti quotidiani, perché la posizione di guida può essere impegnativa per la schiena. Però il suo strano manubrio è l’unico che permette di spostare le mani in 3 posizioni diverse, riducendo l’affaticamento nei trasferimenti più lunghi, e tendenzialmente è quella più leggera e più aerodinamica, dunque richiede meno sforzo per avanzare.

Noi l’abbiamo usata a lungo per gli spostamenti fra le ripide salite e discese di Genova e non abbiamo mai avuto problemi: già al secondo livello di assistenza (che sono 3: verde, arancione e rosso), il motore spinge bene, come un venticello alle spalle che dà una mano, però senza compromettere l’esperienza di guida. In discesa, anche in percorrenza di curva e nell’impostazione delle traiettorie, la bici è sempre composta ed equilibrata e la frenata con impianto a disco è decisa, potente, ben modulabile e costante nel tempo.

Come detto, l’unico controller è un pulsante di forma rotonda circondato da un led che cambia colore a seconda delle modalità d’uso e a seconda dello stato di carica della batteria: con l’abitudine ci si prende la mano e si capisce al volo quanta ne resta e se sarà sufficiente per andare dove si deve andare. C’è anche un’app per smartphone, che però abbiamo trovato un po’ macchinosa e abbiamo smesso di usare abbastanza presto.

Un difetto del controller è che si passa da una modalità all’altra solo in un direzione: da 0 a 3 e poi di nuovo e quindi se si è in rosso (massima assistenza) e si vuole scendere a verde o arancio, si è costretti a passare dal bianco (nessuna assistenza) e in quel momento la sensazione che la bici si sieda un po’ è decisamente percepibile.

La questione del prezzo
A seconda del materiale usato per il telaio e del tipo di trasmissione, la Vektor E-Scud costa fra 2900 e 3900 euro: quella che abbiamo scelto noi, con cambio Shimano 105, pedali e telaio di carbonio, costa circa 3500 euro. Sono tanti soldi, ma sono giusti in relazione alla dotazione tecnica. Soprattutto, sono meno delle corrispondenti bici di marchi come Orbea (per avere una Gain di carbonio servono almeno 4300 euro) e Scott (le Addict eRide partono da 5500 euro) e della Pinarello Nytro, che viaggia nell’orbita dei 10mila euro.

Un dettaglio del controller, con il led che indica (in questo caso) lo stato di massima carica
Un dettaglio del controller, con il led che indica (in questo caso) lo stato di massima carica 

Che cosa ci è piaciuto

  • leggerezza

  • qualità costruttiva

  • facilità d’uso

  • sensazione di sicurezza

  • prezzo contenuto

Che cosa ci è piaciuto meno

  • controller inizialmente macchinoso

  • app poco fruibile