L’Italia non è un Paese semplice per i viaggiatori con disabilità. Lo dice Lonely Planet nella prima riga del capitolo dedicato all’accessibilità del Belpaese: tra sampietrini e marciapiedi bloccati dagli scooter, ascensori troppo stretti e scarsi servizi per chi ha problemi di vista o di udito, il lavoro da fare per rendere quanti più luoghi accessibili a tutti è ancora tanto.
A maggior ragione, è fondamentale che le persone che hanno necessità particolari (siano i 3,15 milioni di italiani con disabilità, quelli che viaggiano con figli piccoli in carrozzina o gli anziani) abbiano accesso a informazioni attendibili e aggiornate quando vogliono provare un ristorante, prenotare una camera d’albergo, spostarsi in una nuova città per piacere, lavoro o necessità.
Servizi come Google Maps forniscono già qualche dettaglio su tantissime attività e punti d’interesse, ma si affidano spesso su quanto affermato dai gestori dei locali e dalle recensioni. Ora c’è una nuova app che vuole rispondere all’esigenza di avere informazioni complete in materia di accessibilità eliminando quanto possibile la soggettività: si chiama Willeasy, ed è una realtà tutta italiana.
Com’è nata Willeasy
Pensata per la prima volta 6 anni fa da William Del Negro, imprenditore friulano affetto da nanismo, Willeasy si definisce “il primo ecosistema italiano dell’accessibilità” e mette a disposizione un motore di ricerca per trovare il posto più adatto in base alle necessità e un’app che permette di mappare i vari luoghi (dai parcheggi ai musei, da ristoranti e hotel e biblioteche), rilevando grandi quantità di dati specifici sulla loro accessibilità. Intesa in senso ampio: che a usare il servizio sia una persona con disabilità o anziana, una famiglia con bambini piccoli o che viaggia con animali, o anche qualcuno con un’intolleranza alimentare, il servizio è pensato per rispondere a quante più necessità possibili.
“Solo in Italia, secondo i nostri calcoli, sono circa 20 milioni le persone che hanno queste esigenze, e una su 3 rimane a casa o va sempre negli stessi posti per non dover affrontare difficoltà legate alla mancanza di informazioni precise - ci ha raccontato Del Negro - Per questo forniamo dati oggettivi sull'accessibilità dei luoghi. I dati che raccogliamo sono frutto di ricerche svolte con le persone: abbiamo chiesto loro di cosa hanno bisogno, quali informazioni servono per scegliere dove andare, e in base a quello abbiamo creato sistemi di rilevazione tramite un’applicazione. Ora stiamo formando una rete di rilevatori, che include sia persone che lavorano per noi sia partner che sposano la nostra causa. Dopodiché i dati finiscono sul nostro motore di ricerca, Willeasy.net, dove è possibile vedere queste informazioni divise per zone e per categoria”.
Al momento sono 1235 le rilevazioni realizzate, a fronte di 42 rilevatori qualificati e 206 utenti che hanno partecipato alle rilevazioni. Grazie a una collaborazione con l’istituto per geometri locale, sono stati mappati tutti i parcheggi per disabili della città di Udine, divisi per tipo di pavimentazione, misure, eventuali impedimenti e ostacoli da tenere a mente. Ma il team di Del Negro pensa in grande: nel 2020 erano in programma due importanti progetti pilota che includevano musei e alberghi di tutta Italia, poi posticipati per lo scoppio della pandemia.
Le prospettive per il futuro
“L'obiettivo, sul medio e lungo termine, è dare alle persone la possibilità di crearsi un percorso - ci ha spiegato ancora il fondatore - Sapere dove andare se voglio visitare una città: dove dormire, dove mangiare, dove parcheggiare, quali fermate dei mezzi pubblici utilizzare. Avere informazioni disponibili, ma soprattutto aggiornate e accurate. Non serve sapere se c’è una rampa se non si sa quanto è pendente, o che c’è un bagno per disabili se poi c’è uno scalino per raggiungerlo”.
Un lavoro simile, ovviamente, ha un costo: secondo i calcoli di Del Negro, per effettuare una mappatura massiccia delle attività economiche e dei luoghi di proprietà del Comune nelle varie città il costo è di circa un euro ad abitante. Il 70% di questa somma verrebbe investita nell’assunzione di disoccupati, da educare a un pensiero più inclusivo e formare per effettuare le rilevazioni. Per dirla con Del Negro, “oltre a migliorare la vita delle persone che cercano informazioni utili per spostarsi, riusciamo così anche a creare occupazione”.
Una delle strade che la startup friulana sta percorrendo sono i bandi europei, ma Del Negro sta dialogando anche con le amministrazioni di grandi città, come Milano e Lisbona, in Portogallo: “Purtroppo l'accessibilità è una cosa di cui molte persone si riempiono la bocca per fare bella figura, soprattutto nel settore pubblico. Nella pratica, però, non è così facile: a Udine, per esempio, hanno appena ristrutturato la stazione e c’è l’ascensore solo per due binari su 8”. Invece, “il fatto di andare oltre alle normative e chiedere alle persone di cosa hanno bisogno è quello che davvero può semplificare la vita”.