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Come fare soldi con gli Nft, tra mito e realtà

Come fare soldi con gli Nft, tra mito e realtà
Il mercato dei Non Fungible Token cresce: dall’arte al gaming, fioriscono nuove possibilità per guadagnare. E c’è chi punta sulla community, come Marco Montemagno
4 minuti di lettura

In meno di un anno, il valore totale delle vendite di Nft è passato da 250 milioni a 2,5 miliardi di dollari, e negli ultimi mesi del 2021 la frase “how to make money with Nft” è stata fra le chiavi di ricerca più gettonate su Google a livello mondiale.

All’esplosione del fenomeno dei Non Fungible Token hanno contribuito molti fattori: il traino del mondo dell’arte, in particolare con la vendita all’asta dell’opera tokenizzata di Beeple a oltre 69 milioni di dollari; il diffondersi delle collezioni di token, come CryptoPunks, i cui avatar, basati su pixel generati casualmente, sono stati venduti per milioni di dollari, e il ruolo acquisito di nuovo status symbol. L’ultimo esempio è quello dell’attrice Gwyneth Paltrow, che ha sostituito la foto profilo sui social con uno degli Nft della collezione BoredApeYachtClub.

twitter: Gwyneth Paltrow annuncia l’iscrizione a BoredApeYc

Tornando alla domanda più digitata su Google, cioè “come fare soldi con Nft?”, verrebbe da dire che ci sono principalmente due modi: creare gli Nft e metterli in vendita, oppure fare trading.

Il primo passo per provare a fare soldi con gli Nft è però quello di capirli. Come evidenziato da Marco Montemagno, che il 2 febbraio porta al debutto Monty Lab, il primo progetto italiano di Utility Nft, “c’è una barriera all’ingresso piuttosto alta. Con i social era più facile, bastava registrarsi. Qui bisogna avere un wallet; dotarsi di criptovalute, tra cui Ethereum è quella dominante; fare minting, ossia coniare un Nft. Insomma, anche il linguaggio può essere un ostacolo”.

Scegliere la piattaforma giusta
Dopo una fase di studio, necessaria per entrare nel meccanismo, si può scegliere la propria strategia. Per i creatori di contenuti (artisti digitali, musicisti, creativi), la strada migliore è coniare l’Nft e metterlo in vendita su uno dei market disponibili. Per destreggiarsi tra le diverse piattaforme è importante prendere in considerazione le principali caratteristiche (qui ci limiteremo ad analizzare alcune delle principali). OpenSea si usa facendo login con un wallet come MetaMask, supporta Nft basati sulla blockchain di Ethereum e i pagamenti si fanno usando Eth; la vendita avviene su base d’asta, con aumenti del 5%. SuperRare prevede un colloquio iniziale, per poter iniziare a vendere opere sulla piattaforma, anche qui lo standard sono i pagamenti in Eth e la piattaforma trattiene il 15% delle vendite sul mercato primario e il 10% sul secondario. La differenza principale di Mintable è che lo standard è anche la blockchain di Ziliqa e quindi è possibile pagare anche in Zil, mentre su Nifty Gateway gli acquisti possono essere fatti usando la normale carta di credito. Selezionato il market si mette in vendita il prodotto che, come insegna il mondo dell’arte, sarà tanto più appetibile, quanto più è celebre il creatore.

Fare trading con gli Nft
L’altra opzione per fare soldi con Nft è acquistarli e rivenderli. La procedura è la stessa, ma la fase di conio è sostituita dall’acquisto. Come nel mercato azionario, il trucco per fare trading è scegliere il momento giusto per vendere.

Il mercato più maturo è quello della Digital Art, pioniere del settore. Il valore delle opere d’arte e delle collezioni digitali è in costante crescita, e al momento viene visto come un investimento abbastanza sicuro. Si va su un markeplace, si acquista un token, si monitora la sua variazione di valore e lo si rivende quando il margine di guadagno è giudicato soddisfacente.

Altro settore in rapida crescita è quello degli Nft Games: il concetto di giocare per guadagnare ha rivoluzionato il modo in cui si gioca. In questo caso si può scegliere di giocare e vincere oggetti come Nft, che possono essere armi, terreni, personaggi, che eventualmente possono essere rivenduti (due esempi sono Axie Infinity o il mondo virtuale di Decentraland, dove si possono acquistare e rivendere proprietà). Se non si vuole giocare, si possono fare soldi acquistando oggetti Nft e affittandoli all’interno delle varie piattaforme. Si tratta di una tendenza relativamente recente, ma da non trascurare.

Altra modalità di investimento, consiste nell’acquistare, a prezzi decisamente competitivi, alcuni token nei round di prevendita, ancora in fase di sviluppo, scommettendo sul successo del videogioco. In questo caso, può essere interessante ricorrere al meccanismo dello staking, che consiste nel vincolare i token per un determinato periodo di tempo, ottenendo in cambio ricompense nella criptovaluta di riferimento. Il vantaggio per gli sviluppatori è quello di tutelarsi da eventuali sell-off, che potrebbero pregiudicare il progetto.

Altro settore che promette una rapida espansione è quello degli investimenti immobiliari. Convertendo i documenti legali in Nft si assicura la proprietà del bene semplificando le procedure e riducendo il numero degli intermediari. Per questo motivo è visto come un investimento particolarmente interessante, che per investitori di alto livello potrebbe tradursi in un grande affare, così come investire direttamente sui marketplace di Nft, snodo centrale della rivoluzione in atto.

Dalla creator economy alla community economy
Dal canto suo, Montemagno ci ha spiegato di stare guardando alla rivoluzione degli Nft cercando di andare oltre l’approccio speculativo: “Quello che trovo interessante è il cambiamento in atto, il passaggio verso una Internet decentralizzata, dove non ci sarà spazio solo per i grandi player, ma per tanti progetti, e in cui la proprietà torna nelle mani degli utenti. Si aprono potenzialità infinite: gli Nft possono diventare oggetti digitali unici che permettono di accedere a ciò che si desidera. Per esempio, un biglietto Nft per un concerto potrebbe diventare il canale attraverso il quale il cantante crea una community con il pubblico, attraverso cui dà accesso a contenuti privilegiati e nello stesso tempo, quel biglietto diventa un investimento, perché può essere rivenduto, sia come oggetto da collezione sia per i contenuti cui dà accesso. Restando in ambito musicale, si potrebbe sostenere un artista acquistando parte delle royalty del brano che sta creando, in una sorta di evoluzione del crowdfunding”.

Monty Lab è nato in quest’ottica: 10mila Crazy Fury, pupazzetti a forma di racchette da ping pong, che da un lato rappresentano un Nft da collezionare e dall’altro diventano chiavi di accesso a contenuti privilegiati, dalla partecipazione un evento annuale riservato a momenti di confronto online o in presenza. “Lo vedo come un modo per rafforzare la mia community, si tratta di un progetto con una visione di lungo periodo – ha concluso Montemagno – Da un lato, l’obiettivo è quello di convertire ai paradigmi della blockchain un intero ecosistema di business (eventi, contenuti, progetti editoriali); dall’altro, contribuire a diffondere gli strumenti e la cultura crypto, a oggi appannaggio di una nicchia di esperti e appassionati”. Offrendo anche una possibilità di investimento.