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Il conflitto

Gli influencer su TikTok: il nuovo campo di battaglia della guerra in Ucraina

Gli influencer su TikTok: il nuovo campo di battaglia della guerra in Ucraina
(ansa)
Il governo Usa ha riunito 30 content creator per fornire loro informazioni sul conflitto e sulle scelte degli Stati Uniti. Una strategia simile sta mettendo in campo la Russia: il social network cinese diventa un nuovo terreno di scontro
2 minuti di lettura

La scena è di quelle che, nei film, abbiamo visto tante volte. Una riunione di guerra, stavolta in videoconferenza. A condurla, gli specialisti del National Security Council, insieme alla portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Il tema è il conflitto in Ucraina e gli sforzi degli Stati Uniti per gestire i propri interessi nella zona e le relazioni con la Russia.

Quello che è particolare - e che nei film forse non abbiamo mai visto - è la platea che ascolta gli specialisti del governo Usa. Sono 30 star di TikTok, riunite per ricevere informazioni utili per sostenere lo sforzo informativo degli Stati Uniti nell’ambito del conflitto.

TikTok e la guerra: dall’Ucraina agli Stati Uniti

Il social network cinese è sempre più importante nel racconto della guerra. E lo è talmente tanto da aver spinto Kyle Chayka a scrivere sul New Yorker che quello che stiamo vivendo è il primo “conflitto TikTok”. La piattaforma è, prima di tutto, frequentata dagli ucraini che, dal campo, la utilizzano per dare un’idea della vita nelle città assediate. Come @valerishh, una ragazza di poco più di 20 anni il cui video sulla tipica giornata in un rifugio ha ricevuto quasi 40 milioni di visualizzazioni.

Ma TikTok è anche uno spazio di disinformazione, di influenza. Del resto, è ormai un social network maturo, frequentato da oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo, ogni mese. Secondo una ricerca del Pew Research Center, è utilizzato da un americano tra i 18 e i 29 anni su due per trovare notizie.

Ecco, per questo motivo, l’Amministrazione Usa, secondo quanto racconta un articolo di Taylor Lorenz sul Washington Post, ha scelto di iniziare a lavorare con un gruppo che si chiama Gen Z For Change. La non profit ha aiutato il Governo a trovare influencer adatti a partecipare al briefing sul conflitto in Ucraina. La riunione aveva l’obiettivo di spiegare ai content creator la posizione degli Stati Uniti su una serie di temi relativi alla guerra, dalla relazione con la Nato alle possibili risposte in caso di attacchi nucleari.

“Le persone della mia generazione - ha detto uno dei TikToker coinvolti, Kahlil Greene - prendono tutte le informazioni da TikTok. È il primo posto in cui andiamo quando cerchiamo nuovi argomenti e temi da imparare”.

La risposta degli influencer russi

L’importanza di TikTok non è riconosciuta solo dagli Stati Uniti. Secondo un’inchiesta di Vice News, anche la Russia sta lavorando in maniera concreta su una campagna che coinvolge i suoi influencer più importanti sulla piattaforma.

Lo sforzo di Mosca appare più coordinato. Alla base, ci sarebbe un gruppo Telegram che fornisce input - e anche informazioni utili ad aggirare il blocco di TikTok nel Paese - e temi da affrontare. Il canale è gestito da un amministratore anonimo, che recluta influencer, spiega nel dettaglio i tipi di contenuti da pubblicare, quando postare i video e chiede ai partecipanti di indicare il proprio compenso. Secondo quanto raccontato da Vice, non si conosce da dove provengano i fondi per finanziare la campagna.

Negli ultimi giorni, prima dell’inchiesta che ha spinto il canale a rimuovere i vecchi messaggi, la richiesta è stata di pubblicare un video che incitasse all’unità nazionale, utilizzando un discorso di Vladimir Putin come sottofondo. Il messaggio inviato su Telegram agli influencer indicava lo specifico audio da usare, le emoji da inserire e il testo della didascalia. Basta cercare un po’ su TikTok per trovare traccia di quel video: un utente che si chiama @doonbass, con oltre 480.000 follower, ne ha pubblicato uno simile qualche giorno fa.

A prescindere dai singoli temi, lo sforzo coordinato degli influencer russi appare evidente anche in altri contesti. Media Matters for America, che ha condotto un’analisi sulla questione, ha identificato 197 video, pubblicati tra il 4 e l’8 marzo, con la didascalia Russian Lives Matter #RLM. I post, simili nel testo della caption e del video, raccolgono due trend ripetuti dagli influencer. In uno, il protagonista si inginocchia, a ricordare il gesto che ha caratterizzato il movimento Black Lives Matter. Nell’altro, compare la lettera Z, simbolo del supporto all’invasione russa dell’Ucraina, in un balletto che la ricrea con l’uso delle mani.