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Mobilità

Quali sono i 5 livelli di guida autonoma e a che livello siamo adesso

Una Tesla Model 3
Una Tesla Model 3 
Il Regno Unito dà il via libera all’uso della tv in auto, ma solo su quelle capaci di self-driving. Che è ben diversa dall'assisted-driving delle Tesla. Facciamo un po’ di chiarezza, anche dal punto di vista legale
3 minuti di lettura

“Sarà permesso guardare apparecchi televisivi integrati nell’auto mentre si guida, posto che l’auto sia in grado di guidare da sola e che si sia pronti a intervenire se necessario”: dice più o meno così, l’annunciata modifica al codice della Strada del Regno Unito che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi.

Potrebbe accadere già nel corso dell’estate, ma c’è una condizione da rispettare: sarà possibile farlo solo sulle macchine comprese nell’elenco dei Self-driving vehicles listed for use in Great Britain (in italiano, Veicoli a guida autonoma utilizzabili in Gran Bretagna). Che è questo, e al momento è completamente e desolatamente vuoto. Ma com’è possibile che sia vuoto? Per esempio: perché non ci sono le Tesla, che guidano da sole col loro Autopilot da quasi 8mila euro? Non ci sono perché non sono self-driving vehicles. Non per davvero e non per come intende la legge.

 

Che cos’è (davvero) un’auto a guida autonoma

Il punto è che un’auto che è in grado di fare alcune cose da sola (tenersi distante dalle altre, seguire la strada, accelerare, frenare e pure sterzare) non è un’auto che sa guidare da sola. È un’auto capace di aiutare il conducente a guidare, e la differenza è quella che c’è fra guida assistita e guida autonoma (in inglese, assisted-driving e self-driving).

È vero che ci sono servizi di taxi a guida autonoma in alcune città degli Stati Uniti come Phoenix e San Francisco (e non solo) e anche è vero che, sempre negli Usa, ci sono migliaia di robot su ruote che consegnano pacchi, corrispondenza e cibo a domicilio, e però nessuna delle auto in vendita in questo momento in nessuna parte del mondo è una self-driving car. Nessuna, neppure le Tesla.

Perché? Perché tutte richiedono non solo la presenza, ma pure l’attenzione di una persona seduta al posto del conducente, dimostrata e verificata sia attraverso il volante sensibile al tocco sia attraverso telecamere che controllano dove sta guardando. Forse queste macchine sarebbero tecnicamente in grado di cavarsela da sole nel traffico di tutti i giorni (sì, è davvero un grande “forse”), ma l’altro problema è che in questo momento non c’è, da nessuna parte nel mondo, un inquadramento legale che permetta di venderle e farle circolare, immaginando le conseguenze di quello che potrebbe accadere.

L'interno di una Tesla Model S
L'interno di una Tesla Model S 

I 5 livelli di guida autonoma

Per capire i problemi normativi è necessario prima capire quali siano i 5 livelli di guida autonoma (che in un certo senso sono sei), stabiliti anni fa dalla SAE, la Society of Automotive Engineers:

  • a Livello 0 c’è l’auto come l’abbiamo conosciuta sinora, cioè controllata manualmente da una persona;

  • il Livello 1 è quello in cui viene automatizzata una singola funzione, come il cruise control o il superamento di corsia;

  • le auto con guida assistita di Livello 2 possono gestire da sole due o più funzioni contemporaneamente, a condizione che il conducente sia pronto a subentrare.

Queste vetture possono essere utilizzate senza alcuna limitazione ovunque nel mondo ed è qui che siamo adesso e questo è il livello dove si trovano anche i modelli di Tesla.

Salendo, le cose si fanno più complicate:

  • al Livello 3, tutte le funzioni sono automatizzate e l'auto può guidare completamente da sola in alcuni scenari limitati (in autostrada, per esempio), ma il conducente dev’essere pronto a prendere il controllo;

  • a Livello 4, l'auto è in grado di guidare da sola, sempre in circostanze limitate, ma non è previsto alcun intervento umano, neppure d’emergenza;

  • infine c’è il Livello 5, in cui l’auto può guidare da sola in qualsiasi scenario e circostanza e non è richiesto intervento umano.

 

Il problema di salire da Livello 2 a Livello 3

Come forse si capisce, la differenza fra dove siamo adesso e dove potremmo essere (un altro grande “forse”) dopo il 2025 è più normativa che tecnologica: in caso di incidente con un’auto sino al Livello 2, la responsabilità è del conducente; in una vettura dal Livello 3 in su, potrebbe essere del software, di chi lo sviluppa o della casa automobilistica.

Che è forse il motivo per cui Tesla ha stabilito che i suoi modelli sono tutti di Livello 2 (la classificazione viene fatta dagli stessi costruttori), anche se sono più realisticamente a metà strada fra 3 e 4. Cosa che l’azienda di Musk sa benissimo, visto che online le descrive come capaci di “guida autonoma al massimo potenziale”.

Tornando al Regno Unito, il dipartimento dei Trasporti suppone che “entro la fine del 2022” ci saranno davvero veicoli self-driving in cui poter guardare la televisione, ma prima dovranno essere sciolti molti nodi. Soprattutto, va creato un quadro normativo chiaro che distingua assisted-driving da self-driving e appunto aiuti a stabilire di chi è la colpa in caso di incidente. E anche a capire quali saranno gli obblighi di un guidatore che non guida, iniziando dalla necessità o meno di rispettare i limiti (per esempio) di alcol nel sangue. Che è una domanda che si stanno facendo in tanti, ma cui nessuno ha ancora trovato una risposta.