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Connessioni

Il futuro del 5G secondo Verizon Business è nelle reti private

Il futuro del 5G secondo Verizon Business è nelle reti private
Il 5G diventa ”privato“ per portare innovazione e competitività ovunque, dagli stadi alle navi da crociera.
3 minuti di lettura

Verizon Business, la divisione per la fornitura di connettività alle aziende (presente anche in Italia) del colosso americano Verizon, accelera sulle reti digitali di quinta generazione “private”. Assieme alla connessione residenziale via 5G, i ”private networks“ sono la nuova opportunità di mercato che l’azienda americana vuole sfruttare al massimo. Stadi connessi, reti per fabbriche, per navi da crociera e portacontainer, per uffici e campus ma anche per la gestione del traffico nelle smart city, la cittadinanza digitale, le esperienze XR o la sicurezza nei cantieri

Le applicazioni sono moltissime e sono tutte legate alla possibilità di costruire un segmento della rete 5G sganciato dal 5G “pubblico“ dell’operatore e che opera invece con modalità (e talvolta frequenze) differenti, permettendo solo agli apparecchi con la sim autenticata di connettersi oppure alimentando in maniera più consistente gli accesso point WiFi. Possiamo pensarla come una alternativa che si aggiunge al WiFi, potenziando gli access point tradizionali e portando più flessibilità e potenza, perché si tratta comunque di una rete di telefonia, cioè costruita apposta per coprire in modo capillare ampi spazi e gestire un numero elevato di persone che entrano ed escono. 

"Con queste reti – ha detto durante un incontro che si è tenuto a Londra Tami Erwin, numero uno della divisione business di Verizon – insieme ai nostri partner possiamo sbloccare nuove soluzioni che portano una vera e propria rivoluzione nel mercato". Le reti 5G private di Verizon per i mercati europei e Asia-Pacifico sono basate su apparecchiature di rete Nokia. 

Il cambiamento promesso da tempo è, secondo Verizon, in corso adesso: «La citazione migliore – dice Sampath Sowmyanarayan, Chief revenue officer di Verizon Business – è questa: “Ci sono decenni in cui non succede niente e settimane invece in cui accade tutto”. Bene, queste sono letteralmente le settimane, i mesi in cui sta accadendo tutto".

Negli Usa il 35% dei telefonini è 5G e arriveremo al 50% a fine anno. L’Europa e l’Italia seguono “con cifre leggermente inferiori”. Verizon ha già investito più di 53 miliardi di dollari nello spettro nei Paesi in cui è presente (in Italia è presente solo nel segmento business e non ha una licenza da operatore mobile), negli Usa sta esplodendo il mercato dell’accesso internet da casa via 5G mentre l’azienda adesso apre il nuovo filone legato alle reti private. Negli Usa sono una trentina gli stadi che sono stati coperti dalla rete 5G privata di Verizon. Compreso quello in cui si è tenuto l’ultimo Super Bowl. Ma anche quelli per gare e finali di basket, baseball e altri sport. In Europa la tecnologia sta sbarcando adesso: assieme a Extreme Networks infatti Verizon ha annunciato la prima arena del Vecchio continente: lo stadio Old Trafford del Manchester United. Altre seguiranno a breve: dalla firma dell’accordo all’accensione dello stadio cablato passano, dice Verizon, ”al massimo nove mesi". 

"È dal tempo degli antichi romani e del Colosseo – dice Sowmyanarayan – che l’esperienza degli stadi non cambia, leoni e gladiatori a parte: si entra un’ora prima dell’evento, si assiste all’incontro magari mangiando qualcosa e poi si esce. Tuttavia, negli ultimi anni l’80% delle persone guarda il telefonino e non lo spettacolo, per condividere le immagini, comunicare con gli altri, cercare dettagli che magari non riesce a vedere dagli spalti. Adesso possiamo rendere lo stadio un posto completamente diverso: cablandolo e permettendo sia una esperienza completamente diversa sugli spalti che offrendo connettività ai team e agli arbitri, oltre che potenziare la gestione della sicurezza". L’obiettivo sono le esperienze personalizzate per il pubblico e fornire strumenti utili chi gestisce la sicurezza dell’ambiente. Inoltre, la rete privata può essere utilizzata anche durante i concerti e gli altri eventi.

Il 5G sviluppato per le reti private è l’ideale anche per le navi da crociera, dove i passeggeri vogliono sempre più le comodità a cui sono abituati, fra cui una ottima connessione internet. Verizon Business sta annunciando gli accordi con una serie di armatori, mentre lavora anche sul fronte dei porti (a partire dalla Associated British Ports) e delle navi portacontainer, veri e propri colossi del mare con migliaia di container che devono essere localizzati, gestiti e, in molti casi, monitorati in tempo reale (stato del carico, funzionamento degli impianti ad esempio di raffreddamento, tracciamento). 

In fabbrica e negli ambienti di lavoro il 5G privato permette di sfruttare la connettività continua e spostare nel cloud buona parte delle elaborazioni grazie alla banda passante, alla velocità e alla bassa latenza. Ma le reti 5G private per Verizon sono però la chiave anche per aprire nuovi tipi di esperienze in realtà aumentata e virtuale (c’è un accordo con Digital Catapult per lo sviluppo di soluzioni), per l’esecuzione della guida autonoma delle auto elettriche e per tutte le soluzioni sia di tipo industriale (ad esempio, il monitoraggio della catena della fornitura globale o l’analisi predittiva degli impianti, sviluppata in collaborazione con Atos) che della cittadinanza digitale (le soluzioni per le smart city) oppure l’assistenza sanitaria a distanza. Quest’ultima, ad esempio, applicata alla medicina di base permetterebbe di portare molti incontri tra medico e pazienti in videocall, alleggerendo il carico di lavoro e rendendo le attività più fluide. Verizon sta lavorando su questo fronte con Visionable. 

«Infine, una cosa importante – dice Sowmyanarayan – è tenere sempre al centro la cybersecurity e la resilienza digitale, cioè le reti resistenti, sicure, capaci di fornire i servizi in condizioni anche critiche». Indispensabili per fare in modo che i nuovi servizi possano funzionare in qualsiasi situazione. Per la prima volta l’azienda porta fuori dagli Usa un centro di competenza e sviluppo: a Londra, con l’obiettivo di accelerare sulla sua presenza europea, Italia compresa.