Non trova pace il sistema di guida semi-autonoma della Tesla. Ora è di nuovo sul banco degli imputati e dopo la clamorosa inchiesta per le frenate improvvise (di cui si ignorano per ora le cause) potrebbe causare un gigantesco richiamo: 830.000 auto, in pratica tutte quelle vendute negli Stati Uniti dal 2014 a oggi, dovrebbero tornare in officina per un aggiornamento tecnico.
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Il problema segnalato dalla National Highway Traffic Safety Administration riguarda una serie di collisioni con veicoli di emergenza parcheggiati ai lati della strada o con camion con lampeggianti accesi. Per la precisione parliamo di 16 incidenti che hanno causato 15 feriti e un morto. Ma l’inchiesta dell’NHTSA rileva anche un atlro problema: l'agenzia ha scoperto che l’Autopilot viene utilizzato dove non dovrebbe (zone ad alta densità di traffico, zone a bassa aderenza o visibilità come pioggia, neve o ghiaccio) e che molti conducenti non intervengono per evitare incidenti nonostante gli avvertimenti del veicolo. Per questo alla fine l’indagine potrebbe anche essere archiviata.
Ma c’è un altro aspetto ancora più preoccupante: secondo gli investigatori tutti i sistemi di guida semi autonoma della Tesla, e quindi non solo l’Autopilot, potrebbero spingere i piloti ad avere un atteggiamento pericoloso, infondendo una falsa sicurezza e spingendo gli automobilisti a sottovalutare i pericoli. Il messaggio è chiaro: “Sulla strada non si gioca, si rischia la vita”. E se questa parte dell’inchiesta dovesse arrivare ad una conclusione, allora per la Tesla sarebbero guai serissimi perché la casa di Musk dovrebbe a quel punto rivedere tutta l’interfaccia uomo-auto. In pratica, per come sono fatte le Tesla, rifare daccapo tutta la macchina.

Quando sapremo come finirà? Vista la gravità della situazione, e della possibile sanzione, l'Nhtsa ha preso tempo. E ha dichiarato che deciderà entro un anno se è necessario un richiamo o se l'indagine deve essere chiusa.
Di certo – secondo l’indagine - nella maggior parte dei 16 incidenti, le Tesla hanno emesso avvisi di collisione ai conducenti poco prima dell'impatto. La frenata automatica di emergenza è intervenuta per rallentare le auto in circa la metà dei casi. E, in media, l'Autopilot ha ceduto il controllo delle Tesla al pilota meno di un secondo prima dell'incidente. Questo avallerebbe la tesi che le auto inducono il pilota ad un atteggiamento pericoloso, perché l’Nhtsa ha rilevato che in molti casi i conducenti avevano le mani sul volante, come richiesto sempre da Tesla, ma non sono intervenuti in nessuno modo per evitare l'incidente.

Non solo: negli incidenti in cui è disponibile un video, i conducenti avrebbero dovuto vedere i veicoli (che poi hanno tamponato) in media otto secondi prima dell'impatto. E quindi avrebbero potuto evitare l’incidente. Tutto questo quindi sposta l’attenzione dal malfunzionamento dell’Autopilot al malfunzionamento di tutto il sistema-Tesla che non si assicura in nessun modo che i conducenti prestino attenzione alla guida. Una teoria tremenda (in pratica sostiene la tesi che le auto sono fatte male in fase di progettazione) ma suffragata dalle analisi di Bryant Walker Smith, un professore di legge dell'Università del South Carolina che studia da sempre i veicoli automatizzati: “Il monitoraggio della posizione delle mani del conducente sul volanye – spiega Smith – non serve a nulla perché misura solo una posizione fisica. Non riguarda la capacità mentale, l'impegno o la capacità di reazione".
Sistemi simili di altre aziende, come il Super Cruise della General Motors, utilizzano invece telecamere a infrarossi per osservare gli occhi o il viso del guidatore e assicurarsi che stia guardando in avanti. Ma anche questi sistemi possono comunque consentire al conducente di perdere il controllo, ovvio. Però costituisce un importante passo avanti. Basta andare su Youtube per vedere diversi utenti di Tesla che incastrano arance fra la corona e le razze del volante per ingannare il sistema e viaggiare in auto senza intervenire sulla guida.
Sul tema è intervenuto anche il National Transportation Safety Board, che ha indagato su alcuni degli incidenti di Tesla risalenti al 2016, raccomandando all'Nhts e a Tesla di limitare l'uso di Autopilot alle aree in cui può operare in sicurezza. L'Ntsb ha anche raccomandato all'Nhtsa di richiedere a Tesla un sistema migliore per assicurarsi che i conducenti stiano prestando attenzione.

In tutto questo delirio la Tesla continua a non commentare nulla. Anche se lo scorso autunno la casa automobilistica ha effettuato un aggiornamento online del software Autopilot proprio per migliorare il rilevamento delle luci dei veicoli di emergenza in condizioni di scarsa illuminazione. E l'Nhtsa è ovviamente tornata all’assalto, chiedendo perché l'azienda non abbia effettuato un richiamo. Insomma siamo solo agli inizi di un’inchiesta che potrebbe avere conseguenze catastrofiche per la Tesla.