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La decisione

Stop alle app che permettono agli utenti di fare soldi con gli sms

Stop alle app che permettono agli utenti di fare soldi con gli sms
Il Garante delle comunicazioni e gli operatori telefonici hanno avviato il primo piano di azione per bloccare queste applicazioni
2 minuti di lettura

Comincia la battaglia dell’Italia contro le app che consentono agli utenti di guadagnare soldi con gli sms inutilizzati nel proprio piano tariffario. E che poi sono usate da varie aziende per mandare pubblicità spam e anche sms truffa.

L’Autorità Garante delle Comunicazioni e gli operatori telefonici hanno avviato il primo piano d’azione per bloccare queste app, a cominciare da SimCash.io, Coinbox, SmsCashback, Cash4Sms, come si legge in un avviso pubblico dell’Autorità (Agcom) datato 30 giugno.

Gli operatori stanno insomma bloccando l’accesso, sulle proprie reti, a quelle risorse che fanno scaricare l’app (indirizzi web e indirizzi IP).
 

Come funzionano queste app

Com’è noto gli sms sono sempre meno usati, ma sono presenti ancora in molti pacchetti a centinaia o anche infiniti. Queste app dicono agli utenti: vendici i tuoi sms che non usi e noi in cambio ti diamo soldi. Quanti? “C’è una grande variabilità di offerte, secondo i nostri calcoli si può arrivare a 50 euro”, spiegano dall’Autorità a ItalianTech. Alcuni dei siti che l’Agcom ha detto di bloccare sono ancora accessibili, a una nostra lettura, promettono alcune decine di euro per sim collegata all’app o 0,75 cent a sms italiano.

“Queste aziende rivendono poi gli sms ad altri soggetti, che li usano per fare messaggi spam o peggio, come truffe”, aggiungono da Agcom. 

Sms che si spacciano provenire per una banca e che chiedono di cliccare su un link, che poi fa scaricare un virus o porta a una pagina che ruba informazioni personali.

“Queste app sono gestite da soggetti residenti all’estero e quindi non sanzionabili dall’Italia - spiegano da Agcom. La loro attività è illecita perché può essere svolta solo da operatori autorizzati di telecomunicazioni. Loro la svolgono anche violando varie regole, tra cui l’obbligo di rendere identificabile il mittente degli sms”.

Con un mittente nascosto, in questo modo, è più facile perpetrare le truffe.


I rischi per gli utenti

Queste app assicurano che è tutto legale, come si legge sui siti. “Ma gli utenti che le usano violano il contratto dell’operatore e rischiano quindi il blocco definitivo della sim. Oltre a rendersi complice di truffe”, spiegano dall’Autorità. Secondo stime Agcom, riferite a ItalianTech, sono “decine di migliaia” gli utenti italiani che usano queste app, per un giro di affari di alcuni milioni di euro.

Gli operatori hanno già bloccato alcuni contratti degli utenti.


La storia non è finita: le prossime mosse

L’Agcom ha quindi fatto rimuovere le app dagli app store Google e Apple e agli operatori di impedire l’accesso ai siti da cui è possibile il download diretto (del file .apk).

Una misura possibile grazie alle norme del nuovo codice comunicazione elettroniche, entrato in vigore il 24 dicembre 2021.

“Non finisce qui: queste app continuano a cambiare siti e indirizzi IP per restare accessibili. Continueremo a fare quindi blocchi di queste e altre app. Allo stesso tempo stiamo lavorando con altre autorità europee per estendere la misura a tutta l’Europa e migliorare la collaborazione con Google, i cui dns consentono ancora di aggirare i blocchi”, aggiungono dall’Autorità.