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Il caso

La cannabis di Juicy Field? Lo spettro di una truffa miliardaria che coinvolge migliaia di italiani

La cannabis di Juicy Field? Lo spettro di una truffa miliardaria che coinvolge migliaia di italiani
Soldi spariti, telefoni staccati, società volatilizzata. Forse i proventi della piattaforma che prometteva guadagni facili con la marijuana legale sono finiti in criptovalute, ma le autorità di vigilanza europee hanno cominciato a indagare da poche settimane
3 minuti di lettura

Telefoni staccati. Attività interrotte. Proprietari non rintracciabili e soprattutto soldi spariti. Decine di milioni, alcuni ipotizzano miliardi di euro di un numero imprecisato di risparmiatori europei. Soldi finiti chissà in quale portafoglio in criptovalute e chissà di chi.

Quella di Juicy Fields sembra già configurarsi come una delle truffe più grosse e articolate di sempre nel mondo delle cripto e della cannabis legale. La società è nata nel 2020. Sede a Berlino, è riuscita in una manciata di mesi a convincere un numero che potrebbe aggirarsi tra le 150 e le 300 mila persone a investire nelle loro piantine di cannabis a scopo terapeutico. Ma il numero dei truffati potrebbe essere anche più alto. Tra loro diverse migliaia di italiani.

Cosa faceva Juicy Fields. L'ipotesi schema Ponzi

Tecnicamente Juicy Fields è, o era, una piattaforma di crowdfunding: gli investitori 'adottavano' una piantina in media per 50 euro; l'azienda faceva da tramite tra investitori e una propria rete di coltivatori; dopo la raccolta le infiorescenze di cannabis venivano vendute nel mercato della marijuana terapeutica. Da questa vendita, almeno sulla carta, la società traeva una percentuale e dava ritorni considerevoli ai propri investitori: in media il 66% il guadagno promesso. I soldi arrivano dopo tre mesi, al termine di ogni raccolta, e accreditati direttamente sul portafoglio investimenti del cliente.  


 
Per qualche tempo sembra il meccanismo abbia pure funzionato. Juicy Fields, che accettava pagamenti tramite bonifico o versamento in criptovalute, è diventata un caso. Il passaparola dei primi clienti e la fame dei micro investitori di trovare una nuova fonte di guadagno facile ha fatto il resto. Un classico schema Ponzi: i primi soldi invogliavano gli investitori a metterne ancora e nuovi a entrare nell'affare. Ora non si sa neppure se Juicy Fields avesse mai comprato una piantina. La società si è come volatilizzata. Depositi bloccati, impossibile ritirare i soldi, molti denunciano di non avere nemmeno più accesso al portafoglio investimenti.

 

Bacci (Siti): "Coinvolti miglia di italiani. Faremo un'azione collettiva"

"Dei truffati almeno 4 mila sono italiani. L'investimento medio di chi finora si è messo in contatto con noi è di 5 mila euro", ha spiegato Domenico Bacci, segretario del Siti, il sindacato italiano per la tutela dell'investimento che oggi ha inoltrato alla Consob un esposto nei confronti della società. "Abbiamo ricevuto al momento circa 500 email da parte di investitori nella piattaforma, ma il loro numero potrebbe essere molto più grande e aspettiamo di raccogliere altre segnalazioni per poi far partire un'azione collettiva. Al momento, mentre parliamo al telefono, continuo a rispondere alle email", confessa.

Sul caso sta già indagando la Bafin, la Consob tedesca, che ha disposto il blocco delle attività della piattaforma e avviato le procedure per capire come e se sia possibile rimborsare i truffati. Ma molto resta da chiarire. A partire dalla cifra sparita, che per Bacci "anche a mantenersi bassi potrebbe aggirarsi intorno al miliardo di euro".

Spariti i manager, soldi in criptovalute

A inizio luglio si era capito che qualcosa stava andando storto. Già allora investitori non riuscivano più a ritirare i propri soldi. Intanto si erano ammutoliti anche i contatti della società: social disattivati e telefoni staccati. Abbiamo provato a contattare i numeri ancora presenti sul sito, ma risultano inesistenti.

Lo stesso sito presenta una home page violata, con messaggi di accusa alla società che variano quasi ogni giorno: qualcuno probabilmente lo ha attaccato per modificarne i contenuti. Su Crunchbase, autorevole portale che mappa il variegato mondo della new economy, Juicy Fields ha come unico referente il tedesco Alan Glance, che risultava fondatore e amministratore delegato della società.

Al momento non è chiaro dove sia né quale sia il suo ruolo, perché alcuni documenti pubblicati da El Pais Financiero avrebbero dimostrato che Glance potrebbe essere un prestanome di tre uomini con passaporto russo. Ma nemmeno di queste persone si ha traccia. Una vicenda intricata dove tantissimo resta ancora da dimostrare e chiarire. Quello che però sembra essere chiaro è che i soldi degli investitori sono spariti dai conti e dalle casse della società per rimaterializzasi nel mondo delle criptovalute. Alcuni esperti di critpo sarebbero riusciti a risalire ai portafogli collegati alla società.

 

Su Telegram la rabbia degli italiani che hanno perso i loro risparmi

Difficile averne certezza al momento delle indagini, ma i conti seppur anonimi sono pubblici e abbiamo potuto verificare che su di essi rimbalzano in maniera piuttosto frenetica transazioni da decine di miglia di euro. Forse una parte dei soldi, ma è difficile dirlo. Un'altra certezza però la si ha se si spulciano i canali Telegram di chi in Italia ha investito nelle piantine di Juicy Fields. Ce ne sono diversi.

Juicy Fields Italia conta ad oggi 1.434 membri molto attivi, capaci di scambiarsi i questi giorni migliaia di messaggi, quasi tutti dello stesso tenore cupo e rassegnato. Sono centinaia le persone che dicono di aver perso i propri risparmi. Alcuni denunciano perdite da decine di migliaia di euro. C'è chi dice di aver fatto debiti per comprare le piantine dopo i primi guadagni. Chi lamenta di aver perso tutti i propri risparmi. In queste ore è nato un altro canale, dove si raccolgono le persone che potrebbero aderire alla class action. Sono già 746.