Una mossa inattesa. Per alcuni l'inizio della fine di un'amicizia. Elon Musk ha chiamato a comparire in tribunale il co-fondatore ed ex Ceo di Twitter Jack Dorsey. Il patron di Tesla vuole informazioni da Dorsey sulla questione agli account falsi su Twitter. Il team di Musk vuole indicazioni precise sulle metriche utilizzate per il loro conteggio. E non c’è verso o amicizia che tenga perché in ballo c’è l’accordo da 44 miliardi di dollari firmato lo scorso aprile per ottenere il controllo del social network.

Musk e i suoi consulenti vogliono che venga resta pubblica ogni comunicazione tra Dorsey e i suoi dirigenti dal 1 gennaio 2019. Tutto ciò che possa chiarire impatto e effetto degli account falsi sul social. I legali di Musk sono convinti che Twitter continui a sostenere una tesi mendace. Che gli account falsi sono molti di più del 5% dichiarato dalla società. A sostegno delle tesi del miliardario ci sono diversi analisti dei dati, tra cui un italiano, Andrea Stroppa, che su Twitter da tempo sostiene un carteggio virtuale piuttosto vivace, con botta e risposta proprio sul tema degli account falsi.

Jack Dorsey si è dimesso dalla carica di amministratore delegato di Twitter a novembre scorso. Il ruolo oggi è ricoperto da Parag Agrawal, manager con cui nel recente passato Musk ha avuto più di qualche screzio. Dorsey inoltre lo  scorso maggio ha lasciato ogni ruolo nella società e finora è stato in ottimi rapporti con Musk. E’ arrivato a sostenere che Musk sarebbe stato il miglior acquirente possibile per Twitter. Che alla società non avrebbe potuto che fare bene. Frasi che ha ripetuto con convinzione e spianato la strada a Musk anche all’interno dell’azienda, dove è ancora forte l’ascendente di Dorsey tra management e dipendenti. Questa citazione in giudizio è un po’ una doccia fredda per il manager, che al momento non ha commentato la mossa di Musk e dei suoi legali.

Dopo che Musk è diventato il maggiore azionista di Twitter a inizio aprile, ma prima dell’offerta del 100% del pacchetto azionario, Dorsey è stata la prima persona della società contattata da Musk. Lo ha incoraggiato a prendere posto nel consiglio di amministrazione (Musk non voleva) e dopo che il cda di Twitter aveva accettato l’offerta di Musk, Dorsey brindò alla scelta: “E’ l’unica persona di cui mi fido” e l’unico in grado di “risolvere i problemi di Twitter”. aggiungendo: "Mi fido della sua missione di estendere la luce della coscienza". 

In un'intervista a Rolling Stone all'inizio del 2019, ricorda Agi, Dorsey ha detto di aver "amato" Musk e quello che stava cercando di fare con Tesla e SpaceX. Musk era persino apparso al ritiro aziendale di Twitter all'inizio del 2020 per parlare con i dipendenti tramite videochat, durante la quale si è lamentato, appunto, del problema dei bot di Twitter. Oggi quell’incontro suona un po’ come un dejavu. I fake account sono tornati al centro della disputa. Stessi attori, ma ruoli diversi. Sulla vicenda deciderà il 17 ottobre il tribunale del Delaware.