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Intervista

I segreti del mago del dropshipping: “Così faccio 100mila euro al mese”

I segreti del mago del dropshipping: “Così faccio 100mila euro al mese”
Vittorio D’Onofrio ha iniziato a fare questo lavoro quando in Italia non lo faceva praticamente nessuno, appena uscito dal liceo. Oggi ha un margine di guadagno del 40% ma mette in guardia: “Non è facile come sembra sui social”
4 minuti di lettura

Vittorio D’Onofrio ha 22 anni, vive nel nord della Sardegna, in un posto bello ma che “devi vederlo d’estate, altrimenti ti prende la tristezza”. Quattro anni fa si è inventato un lavoro che in Italia praticamente non esisteva, ha iniziato a farlo e adesso vive di quello. E vive decisamente bene.

D’Onofrio è quello che si definisce un dropshipper: semplificando (molto), acquista e rivende oggetti online. E visto che di dropshipping si parla ormai moltissimo, su Internet, sui social network, fra giovani e giovanissimi, e che sembra una strada sicura e relativamente semplice verso il successo e la ricchezza, dopo averne scritto (qui) abbiamo pensato di chiedere a lui come funziona, quali sono i rischi, quali sono i trucchi per farcela e le cose cui stare attenti. Anche per capire se sia davvero facile come appare. Cosa che decisamente non è: “Dai social si ha questa percezione, ma servono molto impegno e tanto sacrificio”.

WiDrop.it è il sito principale cui si appoggiano i vari negozi online gestiti da Vittorio D'Onofrio
WiDrop.it è il sito principale cui si appoggiano i vari negozi online gestiti da Vittorio D'Onofrio 

Come hai iniziato a fare dropshipping?
"Dopo il diploma da perito tecnico-industriale, la strada che avevo davanti era una: studiare Economia all’università e seguire le orme di mio padre. Però non è che mi piacesse molto, volevo qualcosa di diverso e soprattutto volevo trovare un lavoro che non mi costringesse a fare sempre le stesse cose tutto il giorno e tutti i giorni. Era il 2018, mi sono guardato intorno e ho notato che online si iniziava a parlare di dropshipping: negli Stati Uniti c’erano ragazzi della mia età che compravano cose su AliExpress e poi le rivendevano su eBay, magari con un ricarico del 200%. E quindi ho deciso di provarci, di monetizzare la mia passione per l’economia e la tecnologia".

È stato facile iniziare?
"Non tanto: ho chiesto ai miei genitori un anno di tempo per vedere se ce l’avrei fatta, spiegandogli che volevo creare un mio business ma senza chiedere soldi a loro. Ho trovato un socio che mi ha aiutato con l’investimento iniziale, poco più di un migliaio di euro per pagare Shopify (per creare il negozio online, ndr) e per avviare le prime campagne di marketing".

Serve la Partita IVA, tu l’avevi già?
"No, perché all’epoca le regole erano molto diverse, più blande: il mercato stava nascendo e in Italia se ne sapeva ancora poco e non si sapeva come regolamentarlo. Adesso non sarebbe più possibile, e questa è una cosa importante da sottolineare: senza Partita IVA, questo lavoro non si può fare".

Dici così perché serve per pagare le tasse?
"Ovviamente per quello, ma anche per un altro motivo: oggi ci sono due regimi fiscali cui è necessario iscriversi, si chiamano IOSS e OSS (l’Agenzia delle Entrate li spiega qui, ndr), si distinguono a seconda che si vendano beni d’importazione oppure no. Se non ci si iscrive, la merce proprio non viaggia, resta bloccata in dogana o comunque non viene consegnata al cliente. Rendendo vano lo scopo dell’attività".

C’è un modo legale di fare dropshipping senza Partita IVA?
"Ce n’è uno, e lo usiamo con alcuni dei nostri collaboratori: si appoggiano a quella della mia società (che si chiama Web Agency Plus, ndr), vendono attraverso di noi con ritenuta d’acconto e l’attività figura come lavoro occasionale. Ovviamente noi tratteniamo parte dei profitti per offrire questo servizio".

Hai detto collaboratori, ma intendevi studenti del tuo corso?
"Sì e no: diversamente da altri attivi in questo settore, non abbiamo un vero e proprio corso ma ho creato quella che mi piace chiamare accademia, dove cerchiamo di formare le persone che vogliono entrare in questo campo, iniziando con lo spiegare loro che non è una passeggiata e non è tutto facile. Alcuni li tengo con me per vendere in qualche modo insieme".

Quanti studenti avete?
"Circa 600, di cui un centinaio che collaborano con la formula della ritenuta d’acconto: hanno seguito le lezioni online partendo da Ecommerce Formula e in caso di necessità sono assistiti da me e da 4 tutor".

Uno degli oggetti più venduti è il drone di DronXPro
Uno degli oggetti più venduti è il drone di DronXPro 

Qualche consiglio pratico: per i fornitori, quale piattaforma scegliere?
"I siti cui ci si appoggia sono fondamentali per semplificare il lavoro, e quindi anche la vita: per esempio, ce ne sono alcuni in cui la spedizione dev’essere fatta manualmente dopo l’ordine e altri che la fanno partire in automatico, prelevando i soldi necessari da un wallet prepagato. Il mio consiglio è di evitare AliExpress, che è una piattaforma rivolta ai consumatori e non alle imprese e da cui è praticamente impossibile avere le fatture di quello che si acquista, e invece puntare su siti come CJ Dropshipping o Yakkyofy, che fra l’altro ha l’opzione per il pagamento della merce in contrassegno alla consegna. Che in Italia è una cosa rassicurante".

E per allestire il sito, quali strumenti usare?
"Il bello di questo lavoro è anche essere liberi, non dover stare sempre online, davanti al computer, a gestire gli ordini e a risolvere problemi. Dunque, meglio scegliere piattaforme che semplifichino la vita: lascerei perdere Amazon, sia perché è più complicato partire sia perché tendono a pagare dopo 3-4 settimane, riducendo il flusso di cassa, che per questo business è fondamentale. Sarebbe meglio avere un sito proprio, ma per iniziare vanno benissimo WooCommerce, la sezione di WordPress dedicata all’ecommerce, oppure Shopify, che è davvero facile da usare e con appena 5 euro al mese permette di avere un sito ben fatto, con tanti template da cui scegliere e anche l’integrazione con i social e WhatsApp".

Ma quanto ci si può aspettare di guadagnare?
"Se si pensa iniziare e fatturare subito 5mila euro al giorno, si parte col piede sbagliato: non è così che funziona e non sono questi i risultati che ci si può realisticamente attendere. La prima cosa da capire è che non si riduce tutto a compro una cosa qui, la rivendo lì al doppio del prezzo e guadagno: serve una mentalità imprenditoriale, è necessario stare attenti a tutto, capire bene le entrate e le uscite che ogni prodotto genererà e causerà, farsi bene i conti. Ed essere in regola dal punto di vista normativo. Questo intendo, quando dico che “servono molto impegno e tanto sacrificio”, e questo spiego alle persone che lavorano con me, a chi muove i primi passi, ai chi ascolta le mie lezioni e ai collaboratori".

Va bene, ma tu quanto guadagni?
"Fatturo circa 100mila euro al mese, alcuni mesi di più e altri poco di meno. La cosa importante è che ho un margine del 40% circa, parecchio più alto rispetto alla media di chi fa dropshipping. Riesco a farlo per varie ragione: ho ridotto al minimo i costi pubblicitari, uso fornitori quasi tutti italiani, cosa che ha tagliato decisamente le spese di spedizione, e permetto il pagamento in contrassegno, che da un lato rende le persone più disposte a spendere e dall’altro mi evita di lasciare fette delle entrate a PayPal o ai circuiti delle carte di credito. Magari sono pochi centesimi per ordine, ma messi tutti insieme sono soldi che se ne vanno".

Hai tanti dipendenti?
"Nessuno, perché le persone che lavorano a più stretto contatto con me preferiscono essere a Partita IVA e venire pagate a prestazione: i tutor a seconda delle ore che passano con gli studenti, i venditori in base alle vendite. Guadagnano di più che se avessero uno stipendio fisso mensile".

Insomma: sei come Aranzulla…
"Magari. In realtà a breve assumerò, perché sto per aprire un’altra società, sempre in questo campo, in cui mi servirà aiuto fisso e continuativo. Ma per ora va bene così".