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Luigi di Maio è il meme più popolare del 2022

Luigi di Maio è il meme più popolare del 2022
Assegnati a Torino i “Meme Award” gli Oscar dei meme in cui l’ex ministro ha trionfato come personaggio più preso di mira
2 minuti di lettura

In un periodo particolarmente complesso, e quindi memabile, ad alzare al cielo la statuetta per il personaggio più bersagliato del 2022 è stato Luigi Di Maio. A incoronare l’ex Ministro del Lavoro e degli Esteri ed enfant prodige del Movimento 5 Stelle è stato il “Meme Award”, un vero e proprio Oscar della memetica indetto dal festival culturale “Memissima” che si è svolto sabato 18 e domenica 19 novembre a OFF TOPIC, l’hub culturale della città di Torino.

Insieme all’ex Ministro sono state anche premiate le 10 pagine finaliste divise in varie categorie, dalla politica ai video passando per l’arte, l’attualità e lo sport, senza dimenticare i metameme, ovvero il creare meme sul concetto stesso di meme.

I meme, semplificando molto, intesi come immagini ironiche contenenti a volte un testo e aderenti a un flusso di coscienza, citazioni, riferimenti incrociati e tormentoni vari, sono una delle forme di comunicazione più interessanti e proteiformi di questi anni. 

Con il meme si fa politica, intrattenimento, attivismo, sono spazi in cui la società viene analizzata, ribaltata, smascherata e ironizzata. Tutto può diventare meme e tutto può mescolarsi nel meme, dai guai col fisco di Cicciogamer89 a Dragon Ball, da Di Maio a Focault passando per la guerra in Ucraina, in cui le immagini dei bombardamenti si mescolano alle prese in giro dei Russi.

Per quanto il concetto di meme non nasca con internet, è stato grazie ad essa che negli ultimi anni ha preso piede come forma comunicativa trasversale, una sorta di lingua franca in cui ogni giorno si crea un vocabolario che viene bruciato il giorno dopo e dove le pagine di quello nuovo si scrivono con ciò che resta, dove vige la semplificazione, ma anche strati e strati di riferimenti comunicativi alti e bassi, folli e intelligenti, noti e oscuri, in cui perdersi è facilissimo e l’unica soluzione è lasciarsi trascinare. Una forma di comunicazione che si è diffusa con i social network ma che oggi troviamo su instagram e anche su TikTok, perché i meme non sono solo immagini, anzi, video e canzoni sono assolutamente in grado di diventarlo. Lo sa bene la presidentessa Giorgia Meloni e la sua capacità di sovvertire “Io sono Giorgia” e forse ne era consapevole anche la Regina Elisabetta.

L’obiettivo di Memissima e dei Meme Award è quindi assolutamente sensato, perché fissa nel momento qualcosa di estremamente sfuggente, ci permette di leggere, come spesso accade coi premi, il sentire comune di un periodo.

Guardando i vincitori e i loro nomi è inevitabile trovarsi all’interno di un fuoco incrociato di ironia, collage di mondi che collidono, irriverenza e un approccio a tratti profondamente intellettuale. Perché i meme sono una cosa seria, finché decidono di non esserlo più.

A vincere l’Oscar per la categoria metameme la pagina inchiestagram. Si prosegue con lo sport e la vittoria di serie/a/memesreloaded. Ad aggiudicarsi l’Oscar per la categoria meme romanzi la pagina Filosofia Coatta. Nella categoria meme I.G.P, kataniaminchiaposting. Per la politica gli hipsterdemocratici mentre per la categoria trash/dunk la pagina laura_pausini_onlyfans. Fra gli everyday meme la pagina khamehamesutra mentre, per l’attualità ha vinto 69cuore. Infine, nella categoria arte e spettacolo la pagina mo_n_stre e per i video il grande_flagello.

E forse il premio più importante non poteva che andare a Di Maio, tra tutti i personaggi politici, non perché gli altri fossero meno memabili, ma perché Di Maio ha da sempre dimostrato tutte le condizioni necessarie per diventare oggetto di meme: era assolutamente inconsapevole delle derive comiche di alcune sue uscite, profondamente coinvolto nel proprio ruolo ma capace anche di lasciarsi andare a momenti di assurda convivialità, come quando durante la campagne elettorale si mise a imitare, pur con molte più persone sotto di Patrick Swzye, la famosissima scena di Dirty Dancing. 

E come dimenticare la sua esultanza dal balcone dopo aver sconfitto la povertà? D’altronde proprio il Movimento 5 Stelle si era presentato sulla scena politica come un qualcosa di nuovo, qualcosa che i meme li ha anche utilizzati all’interno della sua comunicazione, era inevitabile che ne venisse sopraffatto quando i risultati delle urne hanno progressivamente segnato una sconfitta.

D’altronde il meme è così, si annida nella follia, sfrutta la capacità contaminatrice di internet per riprodursi come un virus del linguaggio finché non lo riconosciamo neanche più, è la crepa nel muro delle nostre vite, e di crepe la politica italiana ne ha fin troppe.