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L'analisi

Apple è l'unica Big Tech a non aver licenziato nessuno. Le ragioni

Apple è l'unica Big Tech a non aver licenziato nessuno. Le ragioni
(reuters)
Il colosso di Cupertino è la sola a non aver annunciato licenziamenti durante la crisi del settore. Merito di un atteggiamento più cauto durante la pandemia. Il 79% dei licenziati nel tech americano ha un nuovo lavoro entro tre mesi 
2 minuti di lettura

Dopo i licenziamenti di Microsoft e di alcune controllate della holding di Google (Alphabet), Apple è rimasta l’unica tra le grandi società tecnologiche a non aver licenziato durante la crisi del settore. Ogni azienda è una storia a sé. I licenziamenti decisi da Twitter sono diversi da quelli di Amazon, così come quelli del colosso dei pagamenti Stripe non possono essere messi sullo stesso piano di quelli decisi dalle società che lavorano con le criptovalute come Coinbase.

Ma tra tutte c’è almeno un minimo comune denominatore. I licenziamenti sono una risposta al peggioramento delle condizioni macroeconomiche e allo spettro di una imminente recessione globale. Condizioni che gravano anche su Apple. Ma la società guidata da Tim Cook sembra avere fondamentali più solidi per superare l’inverno dell’economia digitale.

La crescita delle nuove assunzioni durante la pandemia

Secondo diverse analisi pubblicate dai media americani, a guardare più da vicino ciò che è successo negli ultimi due anni ci si accorge di un altro fattore comune a tutte le tech company che hanno licenziato finora.

Durante gli anni della pandemia hanno assunto tantissimo per far fronte all’esplosione della domanda di beni e servizi digitali. Apple no. Mentre per le altre società all’aumentare vertiginoso del giro d’affari durante il boom pandemico aumentavano anche i nuovi assunti, Apple ha mantenuto lo stesso livello di nuovi ingressi tra i dipendenti.

Tra il 2020 e il 2022, secondo i dati raccolti da Cnbc consultando i documenti pubblici delle società, Microsoft ha aumentato i propri dipendenti del 22%, assumendone 40 mila. Amazon, che impiega 1,5 milioni di persone nel mondo, ne ha assunte altre 310 mila (+38%).

Così come Meta (13.000 persone, +30%), e Google-Alphabet, che a differenza delle altre non ha licenziato i dipendenti delle società che fanno parte del proprio core business (il motore di ricerca), ma ha licenziato circa 300 persone di alcune sue controllate dopo averne assunte 21 mila (+15%) durante la pandemia.

Quanto ha licenziato finora Big Tech

La percentuale dei licenziamenti rispetto alla forza lavoro durante la pandemia appare quindi una correzione rispetto alla bulimia di assunzioni. Twitter è un caso a parte. Ha licenziato in percentuale più di tutti da quando Elon Musk ha preso il controllo della società (il 50% della propria forza lavoro, 3.700 persone).

Amazon è l’esempio opposto: i 18.000 posti di lavoro tagliati rappresentano l’1% del milione e mezzo di dipendenti. Meta (la holding di Facebook) ha licenziato 11.000 dei suoi 87,314 dipendenti (14%). Microsoft 10.000 di 221.000 (5%). Stripe 1.100 di 8.100 (20%), come riportato in un grafico del Washington Post.

Apple durante i mesi più difficili del Covid-19 ha assunto molto di meno. Mantenendo intatto l’ingresso di nuovi dipendenti rispetto a quanto fa dal 2016. La crescita in quel periodo è stata di 10mila dipendenti, in linea con la sede storica, con una crescita del 6,5%. Un approccio più cauto, spiegano gli analisti, che ha contribuito alla stabilità della società durante la crisi dei tecnologici, ancora in corso.

Ciò non toglie che la crisi colpisce anche Apple. Ma da quanto emerso finora, l'unico a farne le spese è stato proprio l'amministratore delegato del gruppo, Tim Cook, che la scorsa settimana ha accettato di ridursi lo stipendio del 40%. Guadagnerà comunque una cifra di tutto rispetto: 49 milioni.  

 

Il 79% dei licenziati ha un nuovo lavoro entro tre mesi

L’effetto sul mercato del lavoro americano e europeo si fa sentire. In base ai dati raccolti dal Wall Street Journal, analizzando le posizioni aperte su LinkedIn, le  assunzioni nel settore tecnologico, dell'informazione e dei media sono al livello più basso dal luglio 2020. Ad ogni modo quasi il 40% dei membri di LinkedIn che hanno cambiato lavoro a novembre è rimasto nel settore in cui lavorava in precedenza.

Altri hanno lasciato il settore tecnologico per dedicarsi ai servizi professionali, come gli studi legali o di contabilità, o ai servizi finanziari. Secondo i dati di ZipRecruiter di ottobre, ripresi questa volta dal Washington Post, un lavoratore nel tech impiega pochissimo tempo a trovare una nuova occupazione. Negli Usa circa il 37% dei lavoratori tecnologici licenziati intervistati ha trovato un nuovo lavoro entro un mese e il 79% è stato assunto entro tre mesi.

Twitter: @arcamasilum