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Tech Test

In vendita il DualSense Edge: come funziona il pad PS5 pensato per i professionisti

In vendita il DualSense Edge: come funziona il pad PS5 pensato per i professionisti
 L’ampia configurazione e la possibilità di cambiare alcune componenti sono i punti di forza di un prodotto che però ha un costo di accesso che alcuni potrebbero considerare proibitivo
3 minuti di lettura

I controller e le periferiche pensate per i giocatori professionisti o per un pubblico che, al di là dell’abilità, apprezza la possibilità di poter utilizzare periferiche con componenti superiori sono ormai la normalità da almeno una ventina di anni, più o meno da quando il mondo degli esport ha iniziato a diventare una realtà per una nicchia sempre più grande di giocatori e appassionati.

C’è chi lo fa perché riesce realmente a ottenere un piccolo vantaggio competitivo e non può permettersi neppure il minimo ritardo nella risposta e chi, ovviamente, lo fa solo per il gusto di avere un oggetto professionale. Un po’ come montare i sedili da corsa su un’auto normale.

Tutto è iniziato con mouse sempre più precisi e tastiere in grado di non perdere neanche un input ma ormai questa tendenza si è estesa anche ai gamepad per console e da tempo molte aziende offrono gamepad alternativi o, come nel caso di Microsoft, versioni migliorate dei propri controller originali.

Il DualSense Edge di PlayStation 5 va esattamente in questa direzione, è un prodotto pensato per chi vuole il massimo del controllo e la possibilità di adattare la sensibilità di analogici e grilletti posteriori in base al contesto e modificare o aggiungere alcune componenti quando necessario.

Il tutto a un costo che farà senza dubbio sorgere più di una perplessità nell’utente occasionale o meno avvezzo a questo tipo di dispositivi: 239 euro.

Il DualSense Edge viene venduto all’interno di una custodia bianca in plastica rigida che contiene il pad e tutti gli accessori e che è perfetta per trasportarlo ovunque. Questo perché il concetto di base è quello di un pad che il giocatore professionista può portare con sé nei tornei in giro per il mondo. Un dettaglio interessante è che volendo, grazie a una apertura nella parte posteriore, è possibile ricarica il pad senza toglierlo dalla custodia.  Dentro la custodia troviamo un cavo USB intrecciato, gli stick analogici a cupola di due altezze differenti, due tipi di levette che possono essere montate nella parte inferiore del pad e un fermacavo, che serve a evitare possibili disconnessioni o pieghe innaturali in caso di collegamento USB.

Per quanto riguarda ergonomia e dimensioni, il DualSense Edge è identico a quello originale, pesa circa 50 grammi in più e ha un parte gommata inferiore che ne facilita la presa. Solo che sul lato posteriore sono posti due selettori per regolare la corsa dei grilletti e sulla parte frontale, sotto gli analogici, ci sono due pulsanti con scritto FN necessari per modificare al volo la configurazione del controller, funzione di cui parleremo tra poco. La caratteristica forse più interessante dal punto di vista hardware del DualSense Edge, quella che potrebbe ingolosire anche i non professionisti, è la possibilità di smontare con poche semplici mosse entrambi gli analogici per sostituirli in caso di usura a lungo termine. Basta sollevare lo sportellino frontale, sganciare una leva a slitta e cambiare il blocco, senza dover comprare un nuovo pad. Costo dell’operazione: 25 euro.

Al di là delle aggiunte hardware il vantaggio più importante del DualSense Edge riguarda la possibilità di configurare via software il dispositivo per venire incontro al nostro stile di gioco o al tipo di sfida che ci aspetta. Tramite un menù apposito della console potremo la sensibilità degli stick analogici, impostando un profilo tra quelli predefiniti o creandone uno nostro, così da calibrare la risposta in base all’inclinazione dello stick e l’eventuale “zona morta” ovvero l’area di movimento che eventualmente non vogliamo sia rilevata. La stessa cosa potremo fare anche per i grilletti posteriori.

Inoltre, è possibile rimappare completamente i tasti, assegnando ad esempio la X a un grilletto posteriore o viceversa. Tutte queste modifiche possono essere salvate all’interno di un profilo personalizzato e si possono avere fino a tre profili differenti salvati sul pad, mentre altri 30 possono essere salvati all’interno della console. Questo vuol dire che se avete una serie di impostazioni preferite per giocare a Call of Duty o a Street Fighter 6 e dovete andare a un torneo quelle impostazioni possono viaggiare con voi sul pad.

I tre profili salvati nella memoria del DualSense possono essere richiamati al volo mentre state giocando premendo uno dei tasti FN posizionati sotto gli analogici e uno dei tasti del pad. Questa funzione è particolarmente utile in giochi dove saltuariamente può essere richiesta maggiore velocità in determinate situazioni, ad esempio mentre si usa il fucile da cecchino. In quei casi basterà cambiare profilo al volo per poi passare a quello standard nelle altre situazioni di gioco.

I tasti FN possono essere usati anche per il controllo audio, abbassando o alzando il volume delle cuffie o regolando il bilanciamento tra audio del gioco e microfono.

Dopo qualche giorno di utilizzo è palese che troviamo di fronte a un prodotto di alta fascia che offre funzioni molto utili per chi gioca su console, funzioni che in alcuni casi sarebbe bello poter avere anche i sui pad classici, come la mappatura dei tasti, e che sono inspiegabilmente relegate al DualSense Edge.

Ovviamente parliamo di un prodotto che non è per tutti e di cui molti non hanno bisogno, ma questo vale per qualsiasi pad professionale, la cui forbice di prezzo non scende quasi mai sotto i 200 euro, e che non può contare sulla medesima integrazione tra hardware e software. Inoltre, per molti l’idea di fare un corposo investimento iniziale e poi dover cambiare soltanto un pezzo dell’analogico senza dover più spendere per altri pad potrebbe essere molto interessante.

Un controller ufficiale costa 70 euro e ovviamente si spera che duri il più possibile ma non sarebbe strano doverne cambiare almeno uno o due in tutto l’arco di vita della console, dipende sempre dalle vostre abitudini giocatori.

Ci troviamo di fronte, dunque, a un controller non per tutti, che pochi potranno veramente sfruttare bene, ma che alcuni potrebbero comprare per avere con sé un prodotto destinato ad accompagnarli almeno fino alla prossima generazione. In cui tutte le perplessità sul prezzo sono assolutamente legittime, ma controbilanciate da funzioni di tutto rispetto.