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Infrastrutture

L’Italia e l’autostrada digitale di Google e Sparkle: da Genova verso il resto del mondo

L’Italia e l’autostrada digitale di Google e Sparkle: da Genova verso il resto del mondo
Dalla Liguria alla Sicilia e poi verso Grecia, Israele e l’Africa: ci siamo fatti spiegare come funziona il cavo sottomarino BlueMed, e perché importante per le aziende e per le persone
2 minuti di lettura

“Chi lavora nell’industria dei cavi sottomarini sa bene quanto siano importanti la collaborazione e la cooperazione per la buona riuscita dell’impresa, per la loro posa, per la manutenzione, per l’utilizzo”: Jayne Stowell ci ha risposto così, quando le abbiamo chiesto se l’attuale, difficile situazione internazionale potrebbe in qualche modo ostacolare il suo lavoro nel mondo.

Stowell lavora per Google, dove ha il ruolo di strategic negotiator per la realizzazione di infrastrutture, ed è una delle persone coinvolte nel progetto BlueMed, il cavo dati sottomarino che collegherà l’Italia con Francia, Grecia, Israele e altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Il cavo, lungo complessivamente quasi 5mila chilometri, è realizzato da una cordata di imprese capitanata da Tim Sparkle, la cui prima intenzione era portare ai clienti una connessione più veloce, sicura e stabile.

La mappa del percorso complessivo del cavo BlueMed
La mappa del percorso complessivo del cavo BlueMed 

Genova si conferma porto digitale

Stowell ci ha confermato che BlueMed è in qualche modo concorrente e anche complementare di 2Africa, l’altro cavo sottomarino che passa dal cosiddetto porto digitale di Genova per collegare l’Europa al resto del mondo: “È importante che ce ne siano tanti, che siano disponibili tante strade per i dati - ci ha detto con apprezzabile onestà - È meglio per le persone, perché se accade qualcosa, come in Giappone dopo il terribile maremoto di Fukushima nel 2011, che distrusse tutti i cavi tranne uno, si ha comunque la possibilità di restare connessi”.

BlueMed, che parte da Marsiglia, arriva a Genova (nell’ex palazzo Telecom del Lagaccio, mappa più sotto) e poi dal capoluogo ligure scende verso la Sardegna, Pomezia (per servire la zona di Roma), la Sicilia e da qui verso la Grecia e Israele, sarà completato a tratti: “Il primo segmento, quello italiano, entro metà 2023 - ci ha spiegato Stowell - Il resto entro il primo trimestre del 2024”. Sarà finito, ma non sarà davvero finito: “Sono già previste alcune future diramazioni anche verso Algeria, Libia e Turchia”.

Al momento, il tratto più corto è quello fra Marsiglia e Genova, mentre il più lungo sarà fra la Liguria e Tel Aviv; semplificando (molto) all’interno del cavo ci sono 20 fibre ottiche diverse e ogni 80-90 chilometri ci sono quelli che possono essere considerati come i range extender che usiamo per diffondere il segnale del wifi domestico, che qui hanno il compito di amplificare e mantenere costante la velocità di trasferimento dei dati.

google maps: l’attracco del cavo BlueMed a Genova

Il palazzo di Genova dove ha sede il datacenter di BlueMed
Il palazzo di Genova dove ha sede il datacenter di BlueMed 

“Come costruire una super autostrada"

Il cavo fa parte del più ampio progetto Blue Submarine Cable System, realizzato in partnership con Google e altri operatori, che avrà ulteriori estensioni nei continenti africano e asiatico: è un’opera che costa “centinaia di milioni di dollari” e dovrebbe avere importanti ripercussioni economiche anche sull’Italia.

Quali? “È come costruire una super autostrada, che sino a quando non c’è non ti rendi conto che ti sarebbe servita - ci ha detto ancora Stowell - Potrà attrarre più lavoro, facilitare la vita delle aziende, facilitare l’accesso al cloud e in generale velocizzare le connessioni, anche per le singole persone”.

Anche per questo, Google ha già annunciato l’intenzione di investire 900 milioni di dollari in Italia, proprio per potenziare le sue infrastrutture cloud (inizialmente a Milano e Torino), insieme con Tim e Intesa ha messo in piedi il programma Opening Future per sostenere 20mila studenti, 700 startup e 10mila piccole e medie imprese nei prossimi 7 anni e anche, con il progetto Italia in Digitale, ha permesso complessivamente la digitalizzazione di più di un milione di persone e PMI. Che sono tutte cose che si fanno meglio, se c’è un’infrastruttura in grado di veicolare la mole di dati necessaria.

Di più: Stowell ci ha ricordato che “un recente studio indipendente dell'Università di Torino ha evidenziato che le nuove cloud region di Milano e Torino genereranno entro il 2025 un giro d’affari di 3,3 miliardi di euro in Lombardia e Piemonte”. E poi a cascata sul resto d’Italia. È il potere dei cavi sottomarini. E della collaborazione, ovviamente.

@capoema