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Instagram e Facebook cominciano a cancellare la musica di Siae dai social network

Instagram e Facebook cominciano a cancellare la musica di Siae dai social network
Dopo il mancato accordo, Meta dà l'avvio all'operazione pulizia: via i brani tutelati dalla Siae da video, reels e storie. Ma la speranza di tutti è che alla fine la situazione si risolva pacificamente, come accade oggi in altri 150 Paesi 
3 minuti di lettura

Da stamattina i video di Instagram sono muti. Storie e reels con musica non si possono caricare su Facebook. Così è iniziata l’operazione pulizia di Meta, annunciata ieri: i brani tutelati da Siae verranno man mano silenziati, o in alternativa verrà chiesto all’utente se vuole sostituire la sua musica con un'altra dalla libreria dei social, e quindi non soggetta al pagamento di compensi alla Società Italiana Autori ed Editori.

“Stavamo discutendo, poi ieri all’improvviso Meta ha staccato la spina e comunicato la fine delle trattative”, dice il presidente, Salvatore Nastasi. Dal 1882, Siae tutela il diritto d’autore in Italia: monitora concerti, esecuzioni pubbliche, radio, tv, streaming, e appunto i social network, quindi incassa delle royalties che poi divide tra i suoi iscritti. Oggi controlla complessivamente oltre 62 milioni di brani, vecchi e nuovi, italiani e non. Sono tanti, e infatti nel 2018 l’Agcm ha riscontrato un abuso di posizione dominante e stabilito una multa simbolica; Siae ha presentato ricorso, che giusto un mese fa è stato respinto dal Consiglio di Stato. Dall’altra parte c’è Mark Zuckerberg, titolare di due dei social network più grandi del mondo: “Il loro è un abuso di posizione dominante”, attacca Nastasi. “Non vogliono fornirci i dati del fatturato in Italia, hanno un atteggiamento arrogante, da colossi del tech quale sono, e dal 31 dicembre hanno continuato a usare la musica senza licenza. Dovremmo denunciarli all’Antitrust, il loro è un reato penale”. In realtà è facile immaginare che durante le trattative Meta avesse stretto con Siae un accordo per evitare eventuali azioni legali, come d’uso in questi casi. Così, visto che l’accordo non arrivava, per porre fine a una situazione di incertezza ha deciso di fare piazza pulita: un lavoro lungo, complesso e dispendioso. 

E se non ci riesce? “Non sono in grado tecnicamente di eliminare veramente tutto, non hanno un sistema di riconoscimento della musica avanzato come quello di YouTube, hanno parlato di 48 ore ma la probabilità che dopo ci siano ancora una marea di contenuti tutelati sulle loro piattaforme è elevatissima”, osserva Nastasi. “Noi agiremo di conseguenza. Io penso che margini di trattativa esistano, non ci faremo ricattare e proseguiremo per la nostra strada, certi anche dell’appoggio del Governo”. Che infatti arriva per bocca del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “È sacrosanto difendere gli autori italiani e tutelare l'opera del loro ingegno, quella creatività che tanto valore ha nel mondo. Operare per difendere la creatività nazionale e l'immaginario italiano è un preciso mandato politico da onorare nei fatti. La indiscutibile libertà di mercato va esercitata all'interno di regole condivise e rispettate da tutti: è il fondamento di una convivenza pacifica e produttiva. L'oceano della rete - chiosa - va alimentato di contenuti di cui va riconosciuta la giusta retribuzione, altrimenti è destinato a diventare un Mar Morto sterile e senza vita”. 

Per Enzo Mazza, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana, l’accordo con Meta vale “decine di milioni di euro”, in un settore che da qualche anno è finalmente tornato a crescere (nel primo semestre 2022 del 18% rispetto allo stesso periodo del 2021). Siae conferma, pur non entrando nel dettaglio: balletti e mosse buffe rendono moltissimo agli artisti, servono per incrementare la popolarità delle nuove voci. Talvolta permettono alle case discografiche di ripescare canzoni dimenticate trasformandole in insperate fonti di guadagno, com’è successo di recente con Running Up That Hill (Kate Bush), Goo Goo Muck (Cramps) e Bloody Mary (Lady Gaga). Tutte tutelate da Siae. 

Ora il meccanismo potrebbe incepparsi, perché molti creator pubblicano contenuti prima per TikTok, e poi li caricano identici su Instagram e Facebook; difficilmente sceglieranno un brano diverso o utilizzeranno musiche in Creative Commons. E YouTube non è la stessa cosa, perché la dimensione social è molto meno presente. “Eppure con loro abbiamo appena rinnovato l’accordo”, spiega Nastasi. “Quello che chiediamo sono dei dati; non siamo la Guardia di Finanza, non ci sono indagini, ma solo calcoli. Perfino con TikTok non ci sono stati problemi”. In altri 150 Paesi, Meta ha trovato sempre modo di firmare accordi con le associazioni omologhe alla Siae, in Italia no: come mai? “Non saprei, siamo forse arrivati in una situazione diversa, in questi giorni stanno licenziando migliaia di persone. D’altra parte, noi italiani siamo tra i difensori più strenui del copyright, grazie anche al lavoro di Mogol”. 

Un accordo forse si troverà: “Continueremo a impegnarci per raggiungere un'intesa che soddisfi tutte le parti, crediamo sia un valore per l'intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano", ha comunicato ieri Meta attraverso un portavoce. Ma intanto, per chi vuole usare musica senza vedersi cancellati i video una soluzione c’è: scegliere nel catalogo di Soundreef, che continuerà a raccogliere le royalties per i brani in sua gestione e a distribuire i proventi ai propri aventi diritto in maniera indipendente da Siae. Al momento sono 43.000 tra autori, compositori ed editori, di cui 26.000 italiani; non ci sono i Beatles, ma c’è Laura Pausini. 

 

Aggiornamento

"Sappiamo che il take down dei brani da parte di Meta, già iniziato nel pomeriggio di ieri, sta riguardando non solo il repertorio SIAE e il repertorio Soundreef con essa condiviso, ma anche il repertorio integralmente amministrato da Soundreef e i repertori esteri", si legge in un comunicato dell'a società di collecting. "È evidente che l’esito della trattativa tra Meta e SIAE sta quindi danneggiando tutte le società di collecting operanti, in Italia e non. Data l’eccezionale gravità di questo evento senza precedenti alcuni, Soundreef sta direttamente contattando entrambe le parti per capire come l’intera negoziazione sia stata condotta e lavorando per ripristinare sulle piattaforme Meta tutti i brani di cui amministra totalmente i diritti. Rimane inteso che, dovessero emergere eventuali responsabilità rispetto al non raggiungimento di un accordo, Soundreef farà valere i diritti in relazione ed in difesa del proprio repertorio". In realtà la situazione è più complessa, dal momento che un brano può essere gestito insieme da Siae e Soundreef (e in questo caso viene eliminato), ma - vista l'enorme quantità di contenuti da esaminare, da Meta fanno sapere che se un brano non tutelato da Siae è stato rimosso, è successo perché il titolare del diritto d'autore non ha fornito sufficienti informazioni.