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Videogiochi

Com’è giocare a Diablo IV: prime impressioni in attesa di giugno

Com’è giocare a Diablo IV: prime impressioni in attesa di giugno
Abbiamo provato l’attesissimo titolo di Blizzard, che sembra promettere bene nonostante una genesi travagliata
4 minuti di lettura

Diablo IV è senza dubbio uno dei giochi evento dell’anno. Quarto capitolo di una delle saghe più amate e conosciute nel mondo dei videogiochi mainstream, colonna portante di Blizzard e nuova iterazione di un marchio capace di far guadagnare milioni di dollari nella sua versione mobile dotata di microtransazioni, nonostante le reazioni negative di parte di pubblico e critica, Diablo IV è anche stato un titolo con una gestazione travagliata e un contesto storico decisamente peculiare.

Quando nel 2021 è scoppiato lo scandalo per molestie sessuali e condotte decisamente poco appropriate che ha coinvolto Activision Blizzard e che ha portato a decine di licenziamenti, risarcimenti, la cancellazione di quasi tutte le attività di promozione per almeno due anni e l’inizio del processo di acquisizione da parte di Microsoft, anche il team di sviluppo di Diablo IV ha perso pezzi importanti, tra cui il game director e il game designer.

Questo però non ha ovviamente diminuito le aspettative per il gioco da parte di moltissimi appassionati che attendono con ansia l’uscita, prevista per il 6 giugno 2023. In attesa di quel giorno, abbiamo però avuto modo di sbirciare dietro le quinte partecipando alla fase beta che si è svolta lo scorso fine settimana e che ha coinvolto 3 classi di personaggi per circa una ventina di livelli.

La prima cosa da dire è che ovviamente questo tempo non basta per farsi un’idea di un gioco vasto e strutturato come Diablo IV. Un titolo che si dipana per ore e ore e che permette moltissimi approcci differenti al gioco in base alla classe, a come si decide di strutturare quest’ultima e a tutte le modifiche che Blizzard farà nel corso degli anni.

Se prendiamo per esempio Diablo III, il gioco nei primi mesi di uscita era ben diverso da quello che si poteva provare un anno, due anni o anche 3 anni dopo, perché molti difetti di gioventù furono corretti patch dopo patch.

Per chi proprio non avesse idea di che tipo di gioco sia Diablo, parliamo di un titolo che dal 1997 ha influenzato moltissimo il mondo dei videogiochi di ruolo in tempo reale e il game design di tantissimi titoli che hanno seguito: l’essenza è fatta di dungeon da esplorare e migliaia di mostri da sconfiggere sfruttando le caratteristiche del personaggio come magie, colpi speciali, incantesimi ad area e attacchi stordenti. Ovviamente dopo ogni scontro il giocatore viene premiato con armi ed equipaggiamento sempre più potenti e punti esperienza che permettono di sbloccare altre abilità.

Il cuore pulsante di Diablo sta tutto qua: nella capacità di creare un loop di gameplay fatto di esplorazione, mostri da eliminare ed equipaggiamenti da potenziare, verso la prossima avventura, verso il prossimo antro da ripulire.

Le prime impressioni su questo nuovo capitolo offrono però un’esperienza un po’ diversa rispetto al solito: è senza dubbio presto per analizzare la progressione generale dell’esperienza e ci sono tanti dettagli che possono essere ancora migliorati nel lavoro di rifinitura che sarà fatto in questi mesi, ma al primo impatto questo Diablo IV sembra un po’ meno la fiera del click selvaggio in cerca di orde da massacrare e un’esperienza dal ritmo più spezzato da intermezzi narrativi e dialoghi.

Inoltre, la struttura più aperta che già si intuiva nel capitolo precedente è stata ulteriormente arricchita da ampie aree liberamente esplorabili in cui trovare cripte da bonificare, missioni secondarie e qualche mostro errante particolarmente temibile da riportare a più miti consigli. Questa è senza dubbio la novità più importante per quanto riguarda la struttura di gioco che, pur indicando una missione principale, lascia molto più spazio all’esplorazione di ampie aree della mappa e non solo angusti corridoi. Attenzione però a non ritrovarsi in mezzo a creature troppo potenti per il proprio livello: si avverte un certo retrogusto di World of Warcraft, e volendo si potrà anche comprare una cavalcatura (cosa che però era impossibile nella beta).

L’unica perplessità riguarda forse la varietà di ciò che possiamo fare: chi ama Diablo vuole soprattutto stare lì a macinare mostri e loot e poco più e la ripetitività è parte dell’esperienza. Però, al di là delle intricate e interessanti strutture dei dungeon, sarà interessante capire come Blizzard manterrà interessante la progressione anche ai meno zelanti. Anche perché Diablo IV si livella in base alla propria esperienza, offrendo sì zone dove sarà quasi impossibile avvicinarsi per gli avventurieri alle prime armi, ma nessuna zona di livello inferiore al proprio. Quindi uccidere le creature che ci equivalgono avrà sempre lo stesso sapore.

E però, Diablo si basa molto sul divertimento del suo loop e sotto questo punto di vista resta un’esperienza estremamente appagante. Purtroppo non c’è stato tempo per utilizzare adeguatamente le 3 classi disponibili (barbaro, tagliagole e incantatrice), di cui si possono decidere sesso e aspetto prima di iniziare, esplorando le differenze di gameplay ma l’esperienza non pare molto distante da quanto visto in passato. Con il barbaro il gioco è tutto un buttarsi a capofitto nella mischia in un turbinio di lame, bonus al danno e colpi stordenti; l’incantatrice sfrutta gli elementi per congelare, fulminare e infiammare gli avversari cercando di non farsi mai toccare; il tagliagole utilizza archi, pugnali avvelenati e ogni sorta di sporco trucco per uscirne sempre vincitore. Un aspetto che ci è parso migliorabile è l’albero delle abilità, che si sblocca via via che accumuliamo punti esperienza, ma è visualizzato in un modo che spesso impedisce di avere una visione d’insieme completa per capire come si sta sviluppando il personaggio.

La parte forse più interessante di Diablo IV è che giocando su PC o console l’esperienza cambia radicalmente: in entrambi i casi il livello di sfida era molto docile, anche perché gli sviluppatori per la beta hanno aumentato la percentuale di equipaggiamento di alto livello, quindi è stato facile creare personaggi armati e corazzati in pochissimo tempo.

Tuttavia, su PC il gioco sembra meno frenetico, più ricco di nemici e situazioni in cui è importante piazzarsi bene, mentre su console l’incantatrice si trasforma in una vera e propria mitragliatrice magica e schivare gli attacchi col barbaro è decisamente più semplice e immediato. Già con Diablo III, Blizzard aveva fatto un ottimo lavoro nell’adattare il gioco per console ma a oggi, e sembra assurdo dirlo per un titolo col DNA così profondamente legato al mondo PC, l’esperienza più divertente per Diablo IV sembrano offrirla le console. Oppure, banalmente, un controller collegato al PC.

Un altro aspetto interessante è l’atmosfera generale del gioco, che piacerà molto a chi apprezzava il secondo capitolo. Diablo III era un gioco tutto sommato colorato e allegro, vista l’atmosfera generale di un titolo dove bisogna letteralmente uccidere la radice di ogni male, questo quarto capitolo decisamente no. Certo, non abbiamo visto tutto, ma solo la prima zona di gioco ma l’impressione è che tutto sia molto più crudele, marcio, sporco, sanguinolento e decadente.

Per sconfiggere Lilith, la principale antagonista che si può edere nel bellissimo filmato introduttivo, dovremo affrontare mostri mangia cadaveri, paesini lugubri, culti innominabili, cantine piene di interiora. E se amate la saga, non vedrete l’ora di farlo.

Insomma, abbiamo assaggiato una fetta di Diablo IV e anche se ancora non sappiamo se ci vogliamo mangiare tutta la torta, se il sapore sarà sempre questo e come la torta cambierà nel tempo, siamo sicuri che ne vogliamo di più. E che sarà dura aspettare i prossimi mesi.