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La prova

ChatGPT per iPhone: come funziona l'app di OpenAI che in Italia ancora non c'è

ChatGPT per iPhone: come funziona l'app di OpenAI che in Italia ancora non c'è
L'applicazione in un giorno è diventata la più scaricata sull'App Store americano: per ora non è migliore della versione web, ma con la trascrizione della voce può mettere seriamente a rischio la privacy di chi la usa. Anche per questo Apple chiede ai suoi dipendenti di non usarla
4 minuti di lettura

Il giorno dopo il lancio, l’app di ChatGPT è già al primo posto per numero di download: ma solo negli Stati Uniti, l’unico Paese dov'è disponibile, e solo su iPhone, l’unica piattaforma dove è possibile installarla. 

Il doppio registro di Apple

Non ci sono ancora recensioni sull’App Store, non c’è nemmeno un voto, ma Apple intanto la mette in primo piano tra le applicazioni da scaricare. E, con un senso pratico molto sviluppato, contemporaneamente vieta ai suoi dipendenti di usare ChatGPT e altre piattaforme di IA come Copilot di GitHub, impiegata soprattutto per la scrittura di codice. Il timore è che dati riservati possano essere visibili da persone non autorizzate, come è successo lo scorso marzo proprio con ChatGPT, che per un bug ha reso pubbliche le chat registrate nella cronologia degli utenti. 

Da allora molte cose sono cambiate, con l’arrivo di plugin e web browsing, e molte cambieranno ancora, con la versione mobile. Noi l’abbiamo provata in anteprima e vi raccontiamo come funziona.

Download

Bisogna avere un account sull'App Store americano, ripetiamo, ma poi a scaricarla ci vuole poco, pesa solo 16 MB, installarla è un attimo e anche registrarsi non è difficile: si può usare Apple, Google, o la mail. A meno che, naturalmente, non si possegga già un account, e in quel caso basta inserire login e password. 

L'interfaccia è a dir poco minimalista: uno schermo bianco con una casella dove inserire il testo per le domande. In alto, per chi ha l’abbonamento premium da 20 dollari, la possibilità di scegliere se usare il motore di CPT 3.5 o quello di GPT4. in alto a destra, tre puntini permettono di accedere a uno scarno menù con le impostazioni e l’archivio delle chat precedenti, sincronizzato con la versione desktop. 

Per il resto, l'esperienza è quella solita, e l’app infatti si presenta così: “Puoi chiedermi tutto, dalle definizioni delle parole agli aggiornamenti sulle notizie più recenti, fino ai suggerimenti su ricette, consigli di viaggio e altro ancora”. E mette subito le mani avanti: “Ricorda che, come tutti i modelli di intelligenza artificiale, potrei commettere degli errori o fornire informazioni non del tutto accurate, quindi è sempre consigliabile verificare le informazioni da fonti affidabili”.

La differenza è che, qualsiasi modello si usi, è molto più veloce rispetto all’utilizzo sul web. Divertente anche il feedback aptico, che per ogni lettera digitata fa vibrare debolmente l’iPhone. 

Parlami

La vera novità è nell’utilizzo della voce: si può infatti registrare una domanda, il sistema la analizza e la trasforma in testo, quindi inserisce la domanda nella casella. Non abbiamo indicazioni specifiche sul funzionamento, ma pare chiaro che il sistema adottato sia quello proprietario di OpenAI; ossia Whisper. L’elaborazione, per quel che ci è dato capire, non avviene sull’apparecchio, e infatti non funziona in assenza di connessione o attivando la modalità aereo. I file audio vengono inviati a OpenAI, e forse per questo motivo non è al momento possibile utilizzare l’app di ChatGPT in altri Paesi. Non è possibile avere alcuna indicazione sul contenuto dei file, riascoltarli, cancellarli (come ad esempio avviene con Alexa), e questo apre scenari potenzialmente inquietanti: non è difficile, infatti, ricavare dalla registrazione informazioni che potrebbero mettere a rischio la privacy di chi usa la trascrizione vocale. Ad esempio l’eco (una stanza, uno spazio ampio), i suoni esterni (traffico di una strada, il vento o la pioggia), rumori vari (l’annuncio di una metropolitana, un televisore acceso), dettagli come la frequenza del respiro o l'intonazione della voce. Non è fantascienza, perché Whisper funziona molto bene, anche se nelle note di rilascio è indicato come compatibile solo con la lingua inglese: in italiano, comunque, la trascrizione è sempre piuttosto rapida e il risultato assolutamente fedele a quello che abbiamo detto. 

Piccolo dettaglio che desta altri sospetti: la registrazione si avvia con un tocco e si termina con un altro tocco, mentre di solito sistemi analoghi funzionano o tenendo premuto un pulsante per tutto il tempo della registrazione oppure hanno uno stop automatico quando c’è un intervallo di silenzio. Invece, la trascrizione vocale di ChatGPT prosegue per vari minuti (abbiamo superato i 15). 

Conoscendo l’attenzione di Apple alla privacy, siamo andati a cercare sull’App Store il sommario dove vengono riassunti i dati condivisi con lo sviluppatore. L’elenco è lungo: vengono registrate tutte le volte che usiamo l’app, per quanto tempo, ogni tap, click, scroll, e in generale ogni interazione. ChatGPT per iOS accede a mail, nome, numero di telefono, ID dell’utente; non è esplicitamente dichiarato che sui server di OpenAI vengano caricati file audio, si menzionano genericamente “altri contenuti generati dall’utente”. Inquietante, ma c’è anche chi fa di peggio. 

App o browser?

Che vantaggio ha l'app di ChatGPT rispetto all'utilizzo tramite browser web? Lo chiediamo all’app e la risposta è questa: 

  1. Accesso rapido e pratico: Avendo l'app installata direttamente sul tuo dispositivo iOS, puoi accedere a ChatGPT in qualsiasi momento senza dover aprire un browser e cercare il sito web corrispondente. L'app è facilmente accessibile dalla schermata principale del tuo telefono o tablet.
  2. Interfaccia ottimizzata per il mobile: L'app di ChatGPT è stata progettata appositamente per dispositivi iOS, offrendo un'interfaccia ottimizzata per il mobile. Puoi godere di un'esperienza di utilizzo intuitiva, con un'interfaccia utente ottimizzata per lo schermo più piccolo dei dispositivi mobili.
  3. Esperienza senza interruzioni: Poiché l'app è dedicata all'utilizzo di ChatGPT, puoi evitare le distrazioni associate all'utilizzo del browser web, come pubblicità, schede multiple o notifiche che potrebbero interrompere la tua esperienza di conversazione.
  4. Accesso offline (potenzialmente): A seconda delle funzionalità dell'app specifica, potrebbe essere possibile utilizzare ChatGPT anche quando non sei connesso a Internet. Questo può essere utile se desideri avere accesso a ChatGPT in luoghi dove la connettività potrebbe essere limitata o inesistente.

In realtà, senza connessione internet ChatGPT non funziona affatto, almeno per ora. Qualcomm, all'ultimo Mobile World Congress, aveva mostrato una versione di Stable Diffusion ottimizzata per processore Snapdragon, ma al momento ogni implementazione di IA creativa non può fare a meno di scambiare dati con un server remoto. Quindi, per ora almeno, l’app sta fornendo una risposta non corretta.  

E inoltre, fin dall’inizio, ChatGPT è stato accessibile tramite browser su tutti gli smartphone, e non è così diverso dall’app; anzi per alcuni versi è migliore: prima di tutto è possibile attivare la modalità web browsing e i plugin, che cambiano radicalmente l’esperienza d’uso, come abbiamo spiegato nella nostra prova. Col browser ci guadagna anche l’autonomia: usando l’app, infatti, l’iPhone scalda parecchio e la batteria si scarica presto, segno che il processore è sottoposto a un lavoro notevole, anche se non è ben chiaro su cosa. 

E poi, per chi volesse comunque utilizzare l'interfaccia vocale, basta toccare l’icona del microfono nella tastiera dell’iPhone anziché digitare: funziona benissimo e non trasferisce altri dati a OpenAI. Volendo, poi, si può chiedere all’iPhone di leggere la risposta ad altra voce, e così si ottiene una specie di assistente vocale potenziato che fa impallidire Siri (questa funzione è attivabile anche usando l’app). 

In fine

“Mi scuso se l'app iOS di ChatGPT non è ancora disponibile in Italia”, risponde l’app alla nostra richiesta di spiegazioni. “La disponibilità geografica delle applicazioni può dipendere da vari fattori, come le leggi locali, le restrizioni o le politiche aziendali. OpenAI, l'organizzazione che ha sviluppato ChatGPT, potrebbe avere ragioni specifiche per limitare la distribuzione in alcune regioni”. L’app nativa arriverà senz’altro anche da noi, ma nel frattempo non ci pare il caso di dolersene più di tanto. Piuttosto, meglio evitare di scaricare le tante app che (soprattutto sul Play Store di Android) promettono di dare accesso a ChatGPT: nella migliore della ipotesi funzionano male, nella peggiore nascondono truffe e furti di dati.