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Diritti Digitali

Trasformazione digitale, involuzione di trasparenza

Trasformazione digitale, involuzione di trasparenza
3 minuti di lettura

Quanto è davvero digitale la pubblica amministrazione italiana? Sappiamo quando è un algoritmo a decidere l'erogazione dei servizi ai cittadini? Chi verifica i requisiti per accedere alle misure di welfare italiane, come il Reddito di Cittadinanza?

 

Queste domande hanno spinto chi tra noi di Privacy Network si occupa dell'Osservatorio Amministrazione Automatizzata a riflettere, ormai quasi un anno fa, sul fatto che in Italia ci lamentiamo sempre di chi richiede benefici pubblici senza averne diritto, i cosiddetti "furbetti", senza interrogarci su ciò che glielo rende possibile: i meccanismi di assegnazione. In poche parole, quell'insieme di pratiche - basate su regole, stabilite per legge - che vanno dalla verifica dei requisiti all'erogazione diretta del sussidio o servizio. Così abbiamo pensato di chiedere direttamente a INPS e Agenzia delle Entrate come funzionano. Ne è seguito un anno di scambi (per la maggior parte unilaterali) insoddisfacenti, e soprattutto attese, che ci hanno generato molta frustrazione. Il racconto, e le loro risposte, si possono leggere qui.

Questo lavoro è iniziato nel 2021, proprio studiando ciò che è successo ad altri governi europei - come i Paesi Bassi o la Danimarca - quando hanno automatizzato l'assegnazione di welfare e benefici pubblici usando algoritmi poco trasparenti (il cui utilizzo ha finito per discriminare migliaia di cittadini). Abbiamo deciso di implementare un progetto, l'Osservatorio (OAA) che restituisse un quadro su come e quando le amministrazioni pubbliche italiane usano algoritmi e software per fornire servizi o implementare le loro funzioni. L'idea di Privacy Network è di diffondere trasparenza e consapevolezza, prima di tutto per i cittadini, perché hanno il diritto di conoscere questi meccanismi e quando esistono per prendere decisioni sulle loro vite, ma anche per la stampa e per le amministrazioni stesse, che spesso non comunicano e non conoscono l'esistenza di questi algoritmi.

Per capire cosa pubblicare nell'Osservatorio, inviamo richieste di accesso civico generalizzato (disciplinate dal Freedom of Information Act, FOIA, in Italia dal decreto legislativo n. 97 del 2016) per chiedere informazioni alle singole PA, caso per caso. In poche parole facciamo una richiesta formale che, almeno sulla carta, ci permetterebbe di ottenere una spiegazione su come viene gestito dall'ente pubblico il servizio in questione. Ci siamo resi conto di quanto l'attenzione al tema sia totalmente assente. Il fatto che una pratica sia in qualche modo mediata da un codice per le amministrazioni è assolutamente un dettaglio. Tendenzialmente, nessuno sa nulla, non esiste un vocabolario condiviso, e quindi nemmeno delle linee guida su come comportarsi, su come monitorare i processi. Non ci viene restituito quasi mai nulla, nonostante le scadenze imposte dalla normativa FOIA, ma purtroppo non abbiamo il potere di intraprendere battaglie contro tutte le amministrazioni inadempienti.

 

"Siamo convinti che una certa dose di automazione sia auspicabile e necessaria per gestire alcune di queste pratiche. Siamo però ancora più convinti che nessuna automazione possa essere implementata se mancano i giusti meccanismi di trasparenza, informazione e spiegazione."

 

È questo l'incipit del nostro racconto nel richiedere informazioni e pratiche trasparenti all'INPS. È incredibile per noi leggere che in altri contesti, come nei Paesi Bassi, per ogni inchiesta giornalistica sull'uso di algoritmi da parte delle autorità nazionali o locali che fa esplodere scandali e porta alla luce problemi significativi sulla loro governance, le informazioni vengano ottenute da giornalisti e ricercatori proprio attraverso le FOIA. Nell'ultima inchiesta di Lighthouse Reports e WIRED, finanziata dal Pulitzer Center, sulla città di Rotterdam e l'assegnazione del welfare, è illuminante il commento di Annemarie de Rotte, direttrice delle entrate della città: "Il Comune di Rotterdam ritiene molto importante che non solo noi, ma anche altri governi e organizzazioni siano consapevoli dei rischi legati all'uso di algoritmi, come nel modello di valutazione del rischio che avete esaminato. Ciononostante, abbiamo deciso di fornirvi la massima comprensione del modello da noi utilizzato nel 2020. Lo abbiamo fatto non solo per il nostro desiderio di essere un'organizzazione aperta e trasparente, ma anche per poter imparare dalle intuizioni di altri".

Questa apertura al pubblico scrutinio non ci appartiene minimamente. E infatti, INPS ci ha risposto in modo assolutamente insoddisfacente, rendendo più difficile la nostra comprensione dei processi, parlando di "sistemi informatici" e non di "algoritmi" (come se la distinzione tra i due sia chiara e netta). Facendo questo, ci hanno reso impossibile il lavoro di mappatura, bloccando di fatto l'idea di registrare questi sistemi dentro il nostro Osservatorio.

Cos'altro sappiamo della trasformazione digitale di questi enti? Nel dicembre 2022 è nata 3-I Spa, la software house italiana con lo scopo proprio di fornire a Inps, Istat, Inail, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e alle altre pubbliche amministrazioni centrali importanti tecnologie digitali. La sua creazione, secondo il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica Alessio Butti, è il raggiungimento di uno degli obiettivi del PNRR. Quindi bastava fondarla? Cosa sappiamo dei suoi obiettivi, di quali applicazioni svilupperà? Come si inserisce nel panorama delle società partecipate dedicate allo sviluppo di sistemi informatici per la PA? O, più in generale, qual è la sua funzione nella trasformazione digitale della pubblica amministrazione in Italia? Si tratta di dare una spinta al governo digitale conferendo maggiori capacità innovative ai vertici? In questi giorni molte persone ne sono venute a conoscenza per la prima volta grazie alla notizia delle dimissioni di Claudio Anastasio, che era stato nominato presidente della società pubblica dal governo solo poche settimane fa. Le dimissioni rassegnate "con effetto immediato", con citazioni assolutamente inadeguate che fanno riferimento a delle "responsabilità", "colpe", di cui ovviamente non sappiamo nulla lasciano basiti.