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La medicina di domani e il metaverso

La medicina di domani e il metaverso
(ansa)
4 minuti di lettura

Tecnologie in rapida evoluzione, come la realtà virtuale, la realtà aumentata e i gemelli digitali, avranno enormi impatti sul rapporto che in futuro l’essere umano avrà con il suo medico e, in termini più generali, con la sua salute e il suo benessere psicofisico. Il tutto all’interno del grande ecosistema del metaverso, un’interessantissima evoluzione potenziale di internet di cui ho parlato in modo più approfondito in numerosi articoli e post, a cominciare da qua.

La percezione che spesso si ha del rapporto con il medico è in uno spettro abbastanza ampio e dipende molto dalle esperienze che si sono vissute in passato: si va da situazioni di estrema eccellenza ad altre che, sfortunatamente, non sono state così soddisfacenti. Gran parte della differenza tra questi due estremi sta in due fattori fondamentali: la competenza del professionista e la disponibilità di tecnologie avanzate ed efficienti.

Sul primo di questi fattori, la competenza del medico, c’è ben poco da fare, si tratta di saper scegliere il professionista adeguato alle nostre necessità.

Il secondo fattore, invece, mette in evidenza un fatto rilevante: più c’è disponibilità di tecnologia dedicata alla sanità, più è rilevante l’impatto sulla salute della popolazione, sia in termini di prevenzione che dal punto di vista della diagnosi e dell’individuazione della corretta terapia. Anche in questo campo, come in molti altri, non è sufficiente concentrarsi sull’impatto che è possibile ottenere oggi dalle tecnologie attuali, perché la vera innovazione si otterrà in futuro con le tecnologie che oggi sono emergenti, oppure con l’evoluzione significativa di quelle che oggi sono abilitanti.

Rimanendo all’interno del perimetro delle tecnologie che abiliteranno l’ecosistema del metaverso, ci sono alcuni scenari molto interessanti che si intravedono all’orizzonte e sulle cui tecnologie di base si stanno concentrando moltissimi investimenti nel mondo, abbiamo quindi la possibilità di iniziare a progettare nuovi servizi, avendo l’accortezza di concepirli in modo che al centro dell’ecosistema ci siano gli attori giusti, il medico e il paziente, e non le tecnologie che, come al solito, sono semplicemente uno straordinario fattore abilitante.

 

La formazione del medico con la realtà virtuale

Inutile rimarcare come la formazione in ambito sanitario sia un elemento di straordinaria importanza. In generale avere un professionista preparato è sempre meglio che averlo impreparato, ma se il professionista deve fare una diagnosi, indicare una terapia o fare un intervento chirurgico, è chiaro che l’asticella della competenza necessaria si alza di molto. Chiunque sia passato su un tavolo operatorio immagino possa essere d’accordo.

Una straordinaria evoluzione della formazione tradizionale in ambito medico sarà presto abilitata da tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata. La possibilità di vedere in prima persona il funzionamento del corpo umano nei suoi minimi dettagli, poterne studiare tutte le caratteristiche, comprenderne le possibili patologie in tutte le loro fasi evolutive e capire come farmaci o terapie possono aiutare la guarigione o alleviare i sintomi, sono tutti fattori che aumentano notevolmente l’impatto ottenibile dalla formazione. La possibilità di entrare all’interno di un corpo umano virtuale e comprenderne i meccanismi, da quelli più semplici a quelli più complessi, sarà un’opportunità straordinaria che verrà concessa tra qualche anno a chiunque, a cominciare naturalmente da chi dovrà far tesoro di quella formazione per la sua professione: il medico.

Ecco quindi che si aprirà presto un nuovo mercato basato sulla realizzazione di tutti quei contenuti, applicazioni e servizi in grado di abilitare questo tipo di formazione: dai mondi virtuali generici del corpo umano, a piattaforme specialistiche dedicate a singoli apparati o singole patologie, fino ad arrivare a completi ambienti virtuali in grado di simulare totalmente, anche grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, le modalità con cui una certa patologia reagisce a farmaci e trattamenti.

Non solo tecnologia di base, quindi, ma anche e soprattutto contenuti, applicazioni e servizi, con la possibilità di attivare una “creator economy” anche in ambiti specialistici e professionistici come questo.

 

La visita al paziente con la realtà aumentata

Durante la pandemia da Covid-19 molti medici hanno iniziato ad effettuare visite in modalità virtuale, utilizzando per lo più i classici strumenti di videoconferenza. È chiaro che non si tratta propriamente di visite mediche, che con tutta probabilità avrebbero bisogno di contatto fisico e di un’empatia che difficilmente si può replicare in un ambiente di quel tipo, ma per alcune modalità di colloquio, in cui non sia strettamente necessaria una vera visita, si tratta in effetti di un’ottima soluzione.

È chiaro che, in ogni caso, la visita in presenza rimane quasi sempre la soluzione migliore. In futuro questo tipo di esperienza potrà essere ancora più efficace perché, grazie alla realtà aumentata, il nostro medico potrà avere, all’interno del suo campo visivo, tutti i dati che ci riguardano, senza doverli andare a cercare sul suo computer, ma semplicemente guardandoci attraverso i suoi smart glasses.

Oltre a mostrare tutti i dati rilevanti, questi strumenti saranno in grado anche di avvisare il medico nel caso in cui non seguiamo in modo scrupoloso la terapia o nel caso in cui i nostri dispositivi indossabili abbiano rilevato qualche dato anomalo tra i nostri parametri vitali o tra i nostri comportamenti. In pratica: se il medico ci consiglierà di fare un certo tipo di attività fisica e noi saremo un po’ pigri, il medico lo saprà senza nemmeno dovercelo chiedere.

Questo, unito a tutti i parametri vitali raccolti dai dispositivi indossabili, fornirà al medico un quadro straordinariamente chiaro della nostra situazione clinica e gli consentirà di migliorare sensibilmente la sua capacità diagnostica e anche quella di indicare correttamente la terapia più adeguata.

Tutti questi dati, raccolti da varie fonti, consentiranno in futuro di realizzare un vero e proprio “gemello digitale” del paziente, una piattaforma basata sui dati e in grado di simulare buona parte del corpo umano di quel singolo paziente, e che sarà in grado di aumentare moltissimo la prestazione del medico, a tutto vantaggio della nostra salute e della nostra longevità.

Anche in questo campo, oltre alla tecnologia, ci sono enormi spazi di crescita per la realizzazione di applicazioni, contenuti e servizi, sia nel campo della raccolta dati, che in quello dell’analisi attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, fino ad arrivare a modalità innovative di mostrarli al medico e al paziente.

L’interazione tra essere umano e macchina, soprattutto nel caso della realtà aumentata del futuro, sarà oggetto di moltissimi studi e sperimentazioni, perché i modelli relazionali che utilizziamo oggi con i dispositivi che abbiamo a disposizione, saranno semplicemente inefficaci.

 

L’intervento chirurgico aumentato

La chirurgia è un’attività in cui la tecnologia, da molti anni, gioca un ruolo fondamentale. I robot chirurgici, come lo straordinario Da Vinci, sono macchine incredibili in grado di migliorare considerevolmente il lavoro del chirurgo e inoltre, procedendo in questa direzione, il chirurgo dovrà ampliare enormemente le sue competenze per poter sfruttare al meglio le macchine che progressivamente gli verranno messe a disposizione.

Anche in caso di chirurgia tradizionale, tuttavia, nel prossimo futuro avremo impatti sempre più rilevanti generati dalle tecnologie a disposizione, in particolare a causa dell’utilizzo intelligente dei dati e alla possibilità di mostrarli in tempo reale al chirurgo direttamente all’interno del suo campo visivo.

In questo senso la realtà aumentata giocherà un ruolo fondamentale, il chirurgo avrà a disposizione smart glasses in grado di informarlo in tempo reale di ogni alterazione dei parametri vitali, e potrà accedere a tutte le informazioni necessarie per migliorare la propria prestazione, il tutto senza avere mai la necessità di distogliere lo sguardo dal campo operatorio.

 

Conclusioni

Si tratta di tecnologie già esistenti, ma oggi ancora non completamente pronte per essere utilizzate in ambienti così delicati e dove l’affidabilità completa del sistema è una caratteristica fondamentale, ma queste tecnologie evolvono in modo esponenziale e i loro impatti futuri saranno molto più rilevanti di quanto oggi siamo in grado di immaginare.

Anche in questo campo, ovviamente, siamo solo all’inizio.