La vera scommessa di Avatar 2

E’ tornato al cinema Avatar, i primi dati dai botteghini di tutto il mondo dicono che sarà il film di Natale e probabilmente il film del 2023. Del resto dovrà incassare due miliardi di dollari soltanto per coprire le faraoniche spese di produzione. Il pensiero va subito al primo Avatar: era il 2009 e James Cameron, il regista che nel 1997 aveva commosso il mondo con Titanic - il film che aveva incassato di più nella storia del cinema - presentava una storia di fantascienza ambientata su Pandora.

Ora io di quella trama non ricordo i personaggi e nemmeno bene che accadde: i critici dicono che questo succede perché alla fine Avatar non è davvero entrato nella cultura popolare. Ma tutti, proprio tutti, di Avatar ricordiamo il 3D: quello fu il primo grande film da vedere con gli occhialini per le tre dimensioni, con gli oggetti che escono dallo schermo per darci una visione immersiva. Allora si pensava che questo sarebbe stato il futuro del cinema e anche della tv: subito dopo molti film vennero girati, male, in 3D, e i negozi vennero invasi da costosi televisori in 3D per farci avere la stessa esperienza a casa.

Anche io ad un certo punto ne comprai uno: era inusabile, scomodo, con degli occhialoni che funzionavano oggettivamente male. La tv 3D è definitivamente morta qualche anno fa, mentre le sale cinematografiche invece che diventare delle futuristiche scatole magiche per la visione 3D, sono state decimate dalla crisi e quelle sopravvissute sono di solito più piccole e semplici. Quello che si è davvero affermato in questi anni, soprattutto fra i giovani, è la visione dei film addirittura sullo schermo dello smartphone e con gli auricolari. Una diversa forma di visione immersiva: non tecnologica ma psicologica. Mi immergo da solo nel mio film e tengo il mondo fuori. Con Avatar 2 il 3D ci riprova: sarà impossibile resistere alla curiosità. Sarà un trionfo di incassi. Ma la vera scommessa sarà ridare un senso ai cinema anche dopo.