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Tech4Italy

Eni: il supercalcolo della sostenibilità

Francesca Zarri, Director Technology, R&D & Digital di Eni.
Francesca Zarri, Director Technology, R&D & Digital di Eni. 
La società si affida anche alle tecnologia del supercomputing per azzerare le emissioni. E crea un corporate venture builder
2 minuti di lettura

Francesca Zarri, Director Technology, R&D & Digital di Eni sarà all'TWeek il 30 settembre dalle 11 in Sala Fucine

È anche spingendo sull'innovazione digitale che Eni punta ad azzerare entro il 2050 le emissioni inquinanti nette. Al centro dell'attenzione, in particolare, ci sono i supercomputer Hpc (High performance computing) di cui il gruppo si è dotato già dal 2013. Grazie all'enorme potenza di calcolo di queste macchine, Eni è in grado di realizzare "in house" simulazioni avanzate in ambiti energetici tradizionali e nelle energie rinnovabili.
La frontiera dell'esplorazione si sposta, infatti, in luoghi sempre più remoti e sempre più in profondità nel sottosuolo. E tutto questo mentre la domanda di energia mondiale richiede tempi di risposta veloci. Da qui scaturisce la necessità di individuare nuove risorse da portare rapidamente in produzione.  
L'utilizzo di un supercomputer come Hpc5, inaugurato nel 2020 e successore più potente del modello Hpc4, permette "di aumentare - spiegano alla società - l'accuratezza dei nostri studi delle rocce sotterranee, riducendo il margine di errore e diminuendo il tempo tra l'individuazione del giacimento e la messa in produzione. Ciò ha anche un impatto positivo sulla sostenibilità, perché riduce ogni spreco di energia e risorse".  
Tra le altre cose, il supercalcolo è utilizzato per simulare il comportamento del plasma nell'ambito della fusione a confinamento magnetico, una tecnologia che potrebbe rappresentare, nel medio termine, un punto di svolta in campo energetico. Alla base del procedimento c'è lo stesso principio fisico della fusione nucleare che "tiene acceso" il Sole, permettendogli di produrre la sua energia.
Trattandosi, però, di un processo molto complesso da riprodurre artificialmente sulla Terra, secondo la comunità scientifica ottenere energia dalla fusione è una delle più grandi sfide tecnologiche mai affrontate.
In ambito digitale, sono fondamentali per Eni le collaborazioni con prestigiosi istituti esterni. Un esempio su tutti: il Centro Nazionale Hpc, Big Data e Quantum Computing di Bologna, un ecosistema strategico per il Paese.
Guardando al futuro, la nuova frontiera del supercalcolo in cui il gruppo investe è quella delle applicazioni quantistiche, che possono offrire soluzioni a problemi difficilmente risolvibili con i supercomputer attuali.
"L'innovazione e il digitale - ha dichiarato Francesca Zarri, Director Technology, R&D & Digital di Eni - giocano un ruolo decisivo nel percorso di transizione energetica di Eni. Il digitale è un elemento abilitatore e amplificatore delle soluzioni che la ricerca e le tecnologie ci mettono a disposizione per arrivare ad essere net-zero al 2050. Tutto questo si fonda sul valore di un vasto patrimonio di competenze digitali e tecnologiche cresciute negli anni all'interno dell'azienda che sono un acceleratore per la nostra trasformazione".
Che le tecnologie e l'innovazione rappresentino per Eni una fondamentale leva competitiva, anche per affrontare la necessità ormai improrogabile della transizione energetica, lo dimostra la recente creazione di Eniverse Ventures (Eniverse). Si tratta, come spiega una nota della società, di un "corporate venture builder" posseduto al 100 per cento e "dedicato all'individuazione, alla nascita e allo sviluppo di iniziative imprenditoriali innovative e ad alto potenziale tecnologico che esplorano nuovi mercati, promuovendo la Just Transition e creando valore con un orizzonte a breve e medio termine".
"Con Eniverse - commenta il presidente della neonata società, Giacomo Silvestri - Eni è tra le prime aziende del settore energetico a lanciare un veicolo di valorizzazione del proprio patrimonio di tecnologie e talenti".
Di fatto, Eniverse genererà e svilupperà startup e imprese operative in settori chiave della transizione energetica, che vanno dall'asset integrity alla riduzione delle emissioni, dalla circolarità e il riciclo alla mobilità sostenibile.  
Più nel dettaglio, Eni si propone di avviare almeno due "venture" già dal 2023, con l'idea di lanciare ogni anno due o tre imprese sul mercato per i prossimi quattro anni. Gli obiettivi sono tre: offrire un contributo concreto alla crescita imprenditoriale del nostro Paese, prendere parte all'innovazione tecnologica insieme alle migliori eccellenze dell'università e della ricerca nazionali e internazionali, e infine creare valore, grazie alla capacità di queste imprese di essere profittevoli nel breve periodo.