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Itw 2022

Palmer: "Il futuro si vede dal passato"

Palmer: "Il futuro si vede dal passato"
La scrittrice e storica apre l'Italian Tech Week con un intervento che racconta come la tecnologia da millenni trasforma il nostro mondo e lo trasformerà più rapidamente nei prossimi anni
3 minuti di lettura

E' facile dubitare del progresso. Le crisi campeggiano sui quotidiani ogni giorno, mentre i nostri progressi – quelli reali e permanenti – sono spesso sullo sfondo, dove è facile dimenticarsene. Le tecnologie odierne hanno il loro lato oscuro: gli smartphone ci tengono in contatto con gli altri aumentando lo stress, i social media rendono la politica più evanescente, i nostri razzi lanciano missili e satelliti, e i nostri carburanti e le nostre plastiche mettono a rischio il pianeta.

È facile essere amareggiati o perdere la speranza. La sensazione dell’apocalisse è naturale. Ma non è nuova. Anche Voltaire era preoccupato dei no-vax; Cesare Beccaria della violenza religiosa; Shakespeare scrisse che le fake news avevano invaso le strade; e nel 1506 Ercole Bentivoglio spronava Machiavelli a scrivere più Decennali perché temeva che, senza bravi storici, le future generazioni non avrebbero mai saputo quanto terribili furono quegli anni – gli anni che produssero Monna Lisa e il David di Michelangelo. Molte ere che oggi consideriamo esempi di progresso erano in realtà piene di paure. E questo dovrebbe darci speranza.


Molti trovano strano che io, essendo una storica, scriva di fantascienza, ma niente assomiglia al futuro più del passato: un lungo periodo in cui le società cambiano e le tecnologie trasformano il mondo. Nulla ci aiuta a comprendere il futuro come lo studio del passato, come nulla rende così visibili i progressi che abbiamo dimenticato. Agli Uffizi, a Firenze, c’è un dipinto del 1627 di Giovanni da San Giovanni, la Venere che pettina Amore. Se lo guardate bene, Venere usa un pettine particolare per rimuovere i pidocchi, perché in quell’epoca tutti avevano i pidocchi, e quindi si pensava che li avessero persino gli dei. Noi no. I trattamenti contro i pidocchi sono un’invenzione del ventesimo secolo, una conquista che nei secoli passati era un sogno, ma che noi abbiamo scordato.

Questo è il classico tipo di progresso – enorme, capace di migliorare la vita delle persone – che dimentichiamo più facilmente. I sistemi fognari, i libri economici, i raggi X, la risonanza magnetica, l’istruzione pubblica, i frigoriferi, l’anestesia, persino le sedie comode: tutti questi tesori migliorano e salvano vite ogni giorno. E dimostrano che il progresso esiste.

Noi spesso giudichiamo il nostro mondo da quello che vorremmo che fosse. La fantascienza è uno stimolo, come un tafano fastidioso, ci mostra altri modi in cui il mondo potrebbe essere: distopie agghiaccianti e meravigliose città sulla Luna. La fantascienza è molto diversa dal passato e dal presente: perché ci fa giudicare il presente in base a migliaia di futuri immaginari che mettono in discussione lo statu quo. Ma quando iniziamo a dubitare del fatto che l’umanità abbia fatto progressi, e se possiamo farne altri, dobbiamo ricordarci che il vero confronto da fare è con il passato, con il mondo di prima. La distribuzione dei vaccini per il Covid – come quella dei trattamenti anti pidocchi – non è stata giusta e veloce come avremmo sperato. Avremmo dovuto fare meglio. Ma abbiamo dei vaccini, e la tecnologia che li ha resi possibili sta già accelerando cure per altre malattie, e lo farà per i prossimi decenni. Forse la nostra gestione del Covid, soprattutto negli Stati Uniti, è stata solo al 70 per cento delle nostre possibilità, ma in passato sconfiggere una pandemia era considerato un miracolo (e il 70 per cento di un miracolo fatto dall’uomo va considerato un progresso che va oltre le speranze dei nostri antenati). Nel 2020, anche io, come molti altri, ho riletto le lettere di Petrarca sulla Peste Nera, e ho visto come si sentisse impotente, terrorizzato, mentre noi nel 2020 ci facevamo forti sapendo che c’erano laboratori dove stavano sviluppando vaccini e cure. Persino quella speranza, un’armatura contro la disperazione, va considerata progresso.

La tecnologia accelera. Sono millenni che trasforma il nostro mondo e lo trasformerà più rapidamente nei prossimi anni. E alcuni dei sogni di Voltaire, Shakespeare e Beccaria non sono ancora stati realizzati. Ma abbiamo realizzato cose che non avevano neanche immaginato perché non avevano idea che l’umanità ne sarebbe mai stata capace. A Firenze, nello storico Spedale degli Innocenti, l’Adorazione dei Magi del Ghirlandaio, del 1485/8, mostra i bambini uccisi nella “strage degli innocenti” affinché gli orfani, guardando quel dipinto, potessero prepararsi al fatto che molti di loro non avrebbero vissuto a lungo.

Per i nostri orfani non è più così. Né Shakespeare né Petrarca hanno mai sognato un mondo in cui un giorno la gran parte dei bambini avrebbe vissuto a lungo. Quando ci chiediamo cosa le tecnologie faranno nei prossimi 50 o 100 anni, dobbiamo ricordarci delle piccole grandi conquiste che hanno migliorato la nostra vita per sempre, anche se, finora, hanno realizzato solo il 70 per cento delle nostre speranze.


*Storica e scrittrice