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MWC 2023

Per Qualcomm sta per iniziare l'era del satellitare sui cellulari

Per Qualcomm sta per iniziare l'era del satellitare sui cellulari
Al Mobile World Congress di Barcellona, il produttore di chip americano ha puntato i riflettori sulla piattaforma Snapdragon Satellite, in arrivo su smartphone Android nel corso di quest’anno
 
4 minuti di lettura

Barcellona. Nel panorama di un mercato smartphone in fase di stanca, con vendite globali che calano, prezzi che salgono e un generale e fisiologico rallentamento del tasso di innovazione, i produttori di dispositivi mobili sono sempre alla ricerca della “next big thing” che possa arricchire e differenziare l’offerta commerciale. Di macrotendenze se ne osservano tante, dai display flessibili che rivoluzionano i fattori di forma tradizionali, ai sistemi di ricarica sempre più veloci, ai tentativi di rendere i nostri computer da taschino sempre più riparabili e longevi

C’è però almeno una nuova funzione di cui fino all’anno scorso si parlava poco, e ora invece pare destinata a finire presto su tutti i dispositivi di punta dei maggiori produttori Android: la connettività satellitare. Al Mobile World Congress il peso massimo Qualcomm, uno dei maggiori produttori globali di chip e soluzioni di connettività, ha mostrato Snapdragon Satellite, una piattaforma che a partire dal prossimo modem per smartphone X75 porterà sugli smartphone la comunicazione satellitare a due vie.

Il sistema era già stato annunciato al CES a gennaio, ma in quest’occasione Qualcomm ha confermato l’implementazione della nuova funzionalità sui dispositivi di una serie di partner di livello del settore, ovvero Honor, Motorola, Nothing, Oppo, Vivo e Xiaomi. Due cose da notare: da una parte il segnale di distensione da parte di una grande azienda americana che non ha alcun problema ad associarsi pubblicamente a grandi brand cinesi; dall’altra l’assenza di Samsung dalla lista, che quest’anno per la prima volta ha rinunciato ai suoi processori Exynos in Europa sui Galaxy S23 in favore degli Snapdragon 8 Gen 2 in una versione ottimizzata ad hoc per i dispositivi del marchio coreano. 

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Non servono più le antenne giganti

L’annuncio di Barcellona si può pertanto interpretare con una conferma definitiva: la comunicazione satellitare per portare la connessione anche laddove le reti mobili non arrivano sarà un servizio che da qui a pochi anni daremo per scontato sulla maggior parte degli smartphone. Anche su quelli di Samsung, che di sicuro non rimarrà indietro rispetto alla concorrenza. Il motivo di questo scatto in avanti è in primis la maturazione delle tecnologie alla base dei servizi di connettività satellitare.

«La tecnologia si è molto evoluta rispetto agli anni passati. Oggi riusciamo ad offrire in un telefono con un form factor tradizionale e compatto anche la connettività con satelliti di orbita bassa del sistema LEO o Globalsat Iridium», spiega a Italian Tech Enrico Salvatori, Senior Vice President di Qualcomm e Presidente di Qualcomm Europe, durante un’intervista al Mobile World Congress. «Il salto dal telefono al satellite ora si riesce a fare senza quelle antenne enormi che associamo al classico telefono satellitare grazie alla potenza dell’amplificazione che si può raggiungere anche sugli smartphone».
 

Amici-nemici

I produttori Android partner di Qualcomm non saranno però i primi a implementare la comunicazione satellitare su cellulare. Il primato spetta ad Apple, che già a settembre ha portato la funzione Emergency SOS via satellite su iPhone 14 e iPhone 14 Pro. Il servizio permette di inviare la propria posizione, più una serie di informazioni utili ai soccorsi e ai propri contatti di emergenza. Qualcomm non lo sbandiera, perché i rapporti con Apple - soprattutto sul piano legale - non sono esattamente idilliaci, ma pare che anche la soluzione dell’azienda di Cupertino utilizzi un modem Qualcomm X65, accoppiato con alcune soluzioni personalizzate dagli ingegneri della Mela.
 

Dalla sicurezza ai messaggi

«Il servizio di emergenza e l’invio dei dati di posizione è il primo gradino. È percepito come un ottimo servizio di sicurezza e l’utente finale ne ha percepito immediatamente il beneficio», dice ancora Salvatori. «A partire da questo servizio di base e di emergenza abbiamo sviluppato una piattaforma ancora più avanzata, con un servizio di messaggistica, non solo per le emergenze ma anche per la comunicazione a due vie, per inviare e ricevere brevi SMS». 

Il servizio arriverà per primo sul modem X75, ultimo nato della famiglia di componenti per le telecomunicazioni annunciato da Qualcomm proprio qui a Barcellona. Il modem sarà integrato dapprima sui dispositivi di punta dei produttori partner assieme al prossimo chipset Snapdragon serie 8, il chip di punta dell’offerta Qualcomm per gli smartphone. Tuttavia per Salvatori la strada è già segnata e la comunicazione satellitare arriverà gradualmente anche su chipset e modem destinati a fasce più basse del mercato. Come tutte le nuove funzionalità anche il servizio di comunicazione satellitare partirà insomma dai dispositivi più costosi per poi arrivare nel giro di qualche anno anche su dispositivi meno cari.
 

I costi del servizio

Un punto ancora da chiarire è quello dei costi del servizio. Emergency SOS via Satellite, il servizio di Apple, per adesso è gratuito per i primi due anni dall’attivazione dell’iPhone. Non è da escludere che anche Qualcomm e i produttori Android possano adottare una soluzione simile, grazie ad accordi specifici con gli operatori delle reti satellitari. Tuttavia non è da escludere che la funzione (e l’assorbimento dei costi) possa avere come conseguenza un'ulteriore spinta verso l’alto del prezzo dei maggiori smartphone Android di fascia alta. 

«Le nostre relazioni di lunga data con Honor, Motorola, Nothing, Oppo, Vivo e Xiaomi sono basate sull’innovazione e sulla possibilità di abilitare nuove esperienze di connettività per i consumatori finali», ha spiegato Francesco Grilli, vicepresidente per il product management di Qualcomm. «Incorporando Snapdragon Satellite nei dispositivi di nuova generazione, i nostri partner saranno in grado di offrire funzionalità di messaggistica satellitare grazie a una costellazione LEO globale matura e già disponibile in commercio, che può consentire agli abbonati di tutto il mondo di comunicare all'aperto con i fornitori di servizi di emergenza, oltre che con familiari e amici».

 

Non solo Qualcomm

Anche uno dei maggiori concorrenti di Qualcomm, MediaTek, ha annunciato una propria tecnologia di connettività satellitare da portare sugli smartphone di prossima generazione tramite il chipset MT6825. Il percorso di sviluppo previsto è simile, e passa dapprima dall’offerta di un sistema per garantire la sicurezza e la localizzazione in caso di emergenza in luoghi remoti, dove manca la copertura cellulare. 

Il primo dispositivo dotato del chip di MediaTek lo abbiamo visto proprio a Barcellona. Si chiama Motorola Defy Satellite Link, ed è un accessorio bluetooth che si può connettere a qualsiasi smartphone iOS o Android per abilitare il collegamento via Satellite tramite il servizio Satellite Connect di Bullit, un produttore attivo nel settore degli smartphone “rugged” ultraresistenti. Insomma, se durante il prossimo viaggio in Amazzonia o al Polo Nord, nella pace più assoluta, dovesse disturbarvi il “ping” della suoneria di un SMS la colpa non sarà soltanto di Qualcomm.