Bob Dylan regala le sue canzoni a Spinotti per "Il respiro della Carnia"
Suggestiva e profonda l’Inchiesta - documentario del maestro Dante. «Resteranno paesi vuoti». Venerdì, ovvero domani, la prima al Visionario

UDINE. La Carnia respira. È più serena adesso che si è confessata. Lassù si parla poco. Il freddo zittisce e poi è un atteggiamento atavico, non lo cambi. Il timbro è profondo, lo scenario magnificamente sovrasta, forse è per questo.
Scende dalle colline di Hollywood Dante Spinotti per risalire sui monti suoi, la terra che non riesce a scacciare dal cuore. Los Angeles è pratica, Muina di Ovaro è la patria.
Saranno spericolate le strade californiane perché non avete mai visto le carniche. Parallelismi forse inutili, ma il direttore della fotografia di tanti kolossal - Hercules è l’ultimo - fra i due luoghi si divide. Se nel 1980 la Carnia taceva, adesso vuota il sacco.
E l’Inchiesta - ideata, voluta, sceneggiata, inquadrata dall’uomo delle luci - ci mette le voci del popolo, dei sopravvissuti, dei fedelissimi e di qualcuno col potere di bloccare l’emorragia. «Nasce un bimbo ogni cinque anni», dice sconsolato un signore a passeggio. «I paesi resteranno vuoti».
Spinotti voleva il cinema e il cinema ha ottenuto. Il mondo in quota offre a poco prezzo cime e panorami, se sai come prenderli - e lui lo sa - vien fuori una meraviglia. I tempi li ha decisi Dante e - fidatevi - non c’è cartolina. Nessun saluto da Tolmezzo, lo scenario ci sta, inevitabile, ti fa anche voglia di arrampicarti, ma è fondale silenzioso.
La cinepresa punta l’umanità, altrimenti non sarebbe reportage, ma geofilm. «Siamo una grande famiglia», spiega la ragazza con gli occhi grandi. Il pessimismo s’impone sull’ottimismo, nonostante le fabbriche - e che fabbriche - abbiano trovato in cima la loro Silicon Valley furlana. Landa maledetta? Macché, dicerie popolari. Piove, e va be’, esistono gli ombrelli. Semmai di “elezione”, sbotta un tizio.
Bob Dylan canticchia in sottofondo. Ci sta bene il folk là dentro. «Mi ha regalato le sue canzoni», svela l’arcano Spinotti. «Una storia lunga, comunque è stato gentile e soprattutto generoso». Non è il solo a metterci le note. Chopin e Mozart diligentemente accompagnano.
Il trailer del documentario di Dante Spinotti
«Prevale l’individualismo» ed è «evidente una frammentazione delle intelligenze», nota l’ex Rettore Cristiana Compagno. Però la donna... è forte, infaticabile, «Tiene unita la famiglia». Se i paesi si parlassero... «Invece ognuno sta per conto proprio», sbuffa un sior. Novanta minuti di girato - la produzione è a cura della Cineteca del Friuli - con la giusta distanza, come direbbe Mazzacurati. Né troppo vicino alla notizia, ma nemmeno troppo lontano.
Si percepisce il pulsare di una speranza, anche se le parole notoriamente si lasciano dire e anche scrivere. Spinotti distribuisce palcoscenici equilibrati alla natura e ai protagonisti, un mixer perfetto per un docu-film che semina tracce e non si perde nei tramonti.
Inchiesta in Carnia debutterà venerdì 22 al Visionario di Udine, quindi partirà per una breve tournée. Sabato 23 a Gemona, il 25 a Tolmezzo e giovedì 28 a Comeglians. Con certezza solleverà pensieri. Meglio. Sarà utile alla causa. «La Carnia deve fare sistema», precisa Serracchiani. «Stiamo ragionando per una tassazione ridotta nelle aree montane», aggiunge il presidente. Sarebbe manna, c’è una moria di bar e di negozi...
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