A Grado nasce l’archeo-museo del mare
Aperta l’area operativa, poi ospiterà la nave romana Julia Felix. E Venezia cede uffici e competenze

GRADO. Il primo passo è fatto. È stata inaugurata l’area operativa del Museo nazionale di archeologia subacquea di Grado.
Dopo lunghi anni di attesa si incomincia a intravedere la luce che porterà all’apertura al pubblico del primo piano del museo che avrà come punto focale l’esposizione dei reperti e lo scafo della nave oneraria romana Iulia Felix nonché i reperti della piú antica (risale al III secolo avanti Cristo) “Grado 2”.
Apertura al pubblico che, se non ci saranno ulteriori intoppi burocratici, dovrebbe avvenire entro l’anno tanto che proprio ieri mattina è stato deciso che la prossima rassegna dei presepi che in questi ultimi anni veniva allestita al Museo del Mare, si svolgerà parte nella Casa della musica e parte al Cinema Cristallo.
È stato annunciato inoltre che il Nucleo di Archeologia Umido subacquea Italia Centro Alto Adriatico (Nausicaa) cui compete quest’area operativa del Museo, è stato ufficialmente trasferito come sede da Venezia a Grado.
L’inaugurazione is è tenuta alla presenza del Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Luigi Fozzati, del neo Direttore del Museo del Mare di Grado e del parco archeologico subacqueo del Friuli Venezia Giulia, Domenico Marino, del Sindaco di Grado, Edoardo Maricchio di Capitaneria di Porto, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Presenti inoltre l’arciprete monsignor Armando Zorzin, il consigliere provinciale Elisabetta Medeot, il presidente della Git, Marino De Grassi e l’ex soprintendente regionale Franca Maselli Scotti.
In campo operativo una delle maggiori novità è la sperimentazione delle nuove tecnologie di telecontrollo delle aree sommerse, che l'Università di Udine sta predisponendo in collaborazione con le Soprintendenze archeologiche del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
L’altro non meno importante aspetto è rendere stabile il contatto e quindi la stretta collaborazione con il grande mondo del volontariato rappresentato dalle numerose associazioni subacquee presenti in regione.
L’area comprenderà, quando sarà riempita con il materiale oggi depositato in altre sedi, una zona tecnica con le attrezzature per le immersioni e per il lavoro sotto acqua, la biblioteca specialistica di archeologia subacquea e navale, la sala riunioni, l’archivio dei dati archeologici delle aree umido-subacquee del Friuli Venezia Giulia, gli uffici degli archeologi, un’aula per il primo trattamento dei reperti umido/subacquei recuperati, un magazzino, una foresteria per gli studiosi e gli stessi studenti.
In quanto al futuro prossimo legato all’istituendo parco archeologico subacqueo, si è parlato di guide turistiche subacquee che potrebbero essere formate, come ha detto Simonetta Minguzzi, coordinatore del corso di laurea in scienze e tecniche del turismo culturale dell’Università di Udine, presso questa facoltà dell’ateneo friulano che è l’unica del genere dell’Italia settentrionale.
Antonio Boemo
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