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I segreti della Carnia svelati a Cjasa di Duga

L’abitazione di famiglia della fotografa Da Pozzo meta di eventi. A Ravascletto la borgata di Salars è diventata un punto di riferimento

3 minuti di lettura

UDINE. La cultura si nasconde nei dettagli, dice qualcuno. E allora per individuarne il senso e il significato più prezioso è necessario muoversi, osservare, cercare. Mai fidarsi subito di chi promette tanto e alla fine poco dà di autentico. Meglio puntare su luoghi dalla magia nascosta e discreta, dove sembra che nulla accada, e invece anche un temporale può diventare un’emozione irripetibile.

Per affrontare questo tipo di esperienze, la Carnia è imbattibile. Avvolta in una ragnatela di complessità, scontrosità, anche pregiudizi, alla fine si rivela terreno di caccia e conoscenza ideale per chi è attratto dall’esperienza diretta con le cose, la natura e le persone. Per tale motivo, nei casi fortunati, “sette giorni in Carnia” possono donare brividi zen come avviene nei proverbiali “sette anni in Tibet”.

Ma da dove cominciare? Un punto di partenza è a esempio la borgata di Salars, in comune di Ravascletto, dove questa seconda metà di agosto propone una serie di appuntamenti interessanti agli inquieti cacciatori di emozioni. Il luogo è la Cjasa da Duga.

Qui la fotografa Ulderica Da Pozzo ha creato un punto di riferimento di forte e appassionata suggestione recuperando l’antica abitazione della sua famiglia. Un edificio bello nella sua sobrietà, non una dimora padronale, ma una funzionale costruzione settecentesca dove si è molto vissuto, sofferto e pure combattuto con le durezze della vita in montagna, ma tutto ciò non ha infiacchito la memoria e la voglia di continuare a sognare.

Tutto questo può avvenire attraverso mostre, incontri oppure una semplice chiacchierata tra amici sotto le stelle dell’estate, mentre si mescolano i linguaggi più diversi con la parte del leone naturalmente affidata all’idioma carnico, sempre così sorprendente e pronto nel definire in maniera originale i caratteri e i sentimenti della gente.

Con la Cjasa da Duga, Ulderica si è rimessa in gioco proprio lì dove da ragazza cominciò l’attività di fotografa, puntando a impegnarsi sì con i turisti, ma in particolare le scuole e i giovani, come è accaduto con il progetto riguardante la documentazione su un borgo che non c’è più, quello di Campilovolo, attorno al quale è nato assieme ai ragazzi un originale laboratorio di gruppo per un museo virtuale attraverso la raccolta di voci, oggetti, immagini, emozioni sonore.

Un’idea bellissima, presentata un anno fa a Salars in collaborazione con l’associazione Colonos, e che attende l’aiuto decisivo di chi consenta al tutto di realizzarsi per davvero.

Intanto, il prossimo imminente appuntamento, da non mancare, è per oggi, alle 18, con l’inaugurazione della mostra fotografica e video intitolata “Nel paesaggio rurale della Carnia. Luoghi, borghi, gesti, tracce, sapori e tradizioni con Carnia Mapp”.

Una rassegna realizzata a conclusione del progetto di valorizzazione della Carnia attraverso le immagini fotografiche, promosso da Euroleader, il cui presidente Claudio Cescutti interverrà assieme alla stessa Ulderica Da Pozzo, che parlerà sulla ricchezza nascosta del borgo di Salars, e allo scrittore Paolo Patui (il quale si soffermerà sul suo incontro con una casa e un borgo) mentre le conclusioni saranno tratte dal vicepresidente della giunta regionale Sergio Bolzonello.

Ci sarà poi una passeggiata tra le case del paese, «con i passi del tempo - come è spiegato nel programma - e nei luoghi raccontati dalle voci dei giovani».

Il progetto per la nuova applicazione di Carnia Mapp è stato sviluppato da Ulderica assieme alla casa editrice Tabacco per far conoscere gli angoli anche meno noti del territorio grazie alle sue splendide immagini. Il visitatore viene così accompagnato tra valli e sentieri in un viaggio sorprendente, dove l’effetto è amplificato dall’uso delle tecnologie, perché è certamente vero, come dice lo scrittore Paolo Rumiz, «che Ulderica è una montanara immodificabile e ostinata nella sua dedizione», ma pur sempre in sintonia con la novità.

Del resto, questa è la stessa caratteristica dei carnici, tesi come un elastico fra tradizione e scoperta di scenari inediti. In occasione della mostra (da visitare assolutamente fino al 30 agosto, orario 10.30-12.30 e 17-19) ci saranno anche tre incontri sotto il titolo “Di sera ta cort da Duga” (in caso di maltempo, nella vicina chiesa di San Giovanni).

Appuntamenti, sempre inizio alle 20.30, venerdì 21 agosto con il videomaker Paolo Comuzzi e la guida naturalistica Kaspar Nickles, che parleranno su “Vita nuova dalle terre dell’abbandono”, martedì 25 con la fotografa Monika Bulaj che presenterà il proprio eccezionale lavoro di reporter nei luoghi impervi del pianeta, e infine venerdì 28, con Paolo Patui, Angelo Floramo e Paolo Medeossi, ai quali sarà affidata una conversazione sul vertiginoso tema “Tre uomini e una stampella: senza cultura saremmo tutti zoppi”.

La Cjasa da Duga attende dunque gli argonauti in cammino verso i piccoli grandi tesori nascosti. La Carnia ne custodisce molti, tra boschi, torrenti, cieli stellati da urlo.

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