Francesca Michielin: "In scena mi metterò artisticamente a nudo"
La giovanissima star italiana sarà venerdì sera al Deposito di Pordenone. E poi la vedremo all’Ariston di Sanremo

PORDENONE. «Se potessi farlo, duetterei con Damien Rice! È uno dei modelli ai quali mi sono ispirata per questo tour acustico». Ecco uno dei sogni di Francesca Michielin, la talentuosa cantante di Bassano del Grappa che, venerdì 15, sarà al Deposito Music Hall di Pordenone.
Parliamo di nuovo con lei al termine di una giornata dalle due facce: da una parte la notizia dell'attribuzione ufficiale Fimi del doppio disco di platino per L'amore esiste: «Sento il dovere di ringraziare il pubblico per questo risultato.
Amici, è tutto merito vostro: L'amore ha mille steli, l'amore è un solo fiore»; dall'altra la ferita ancora calda della scomparsa di David Bowie: «Quando ho appreso la notizia ho pensato che quella giornata avrebbe cambiato moltissimo il mondo della musica ».
- Come descriverebbe il suo nuovo album, Di20, che porterà a Pordenone?
«Con il dovuto rispetto per grandi progetti dai quali ho preso spunto è un po’ un “concept album” che ruota tutt'attorno ai miei vent'anni e ne è una sorta di manifesto. È come navigare, senza le vele e senza le nostalgia, lungo un percorso a cerchio che si chiude sul momento attuale della mia vita».
- Sul palco del Deposito si presenterà da sola, stile Damien Rice?
«Canterò e suonerò mettendomi artisticamente a nudo. Più che un concerto sarà un’autobiografia musicale dove mi presenterò in maniera autentica. Per questo tour Nice to meet you ho composto un brano di getto, perché per me scrivere è un'autentica esigenza di comunicazione e di condivisione. In questo momento sto sentendo tanto la vita e la sto scrivendo».
- Sulla stessa linea c'è anche il brano che porterà a Sanremo?
«Proprio così. Il brano del festival si intitola Nessun grado di separazione, ma ovviamente non posso parlarne, per questioni di regolamento».
- C'è una teoria che dice che siamo collegati a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari. Nel suo caso i sei gradi di separazione non esistono?
«Le posso solo dire che lei ha colto in pieno l'essenza del titolo, ma per il resto vige il no comment obbligatorio del festival. Sorry».
- Qualcuno condiziona le sue scelte artistiche, le capita a volte di sentirsi “un prodotto”, oppure sente che ha la possibilità di rimanere autentica al 100%?
«Ho la grande fortuna di avere un team che crede in me e mi da fiducia: con Marta, la mia manager, Carlo, Canova - il mio produttore – si è creata una squadra che condivide tutto. É un meccanismo perfetto e ne sono felice, perché le idee e la creatività di un musicista hanno poi sempre bisogno di venire canalizzate in qualcosa che sia comprensibile e che arrivi al pubblico».
- Francesca e la solidarietà...
«Sono iscritta a un’associazione di volontariato da quando avevo 11 anni. Sono sensibile agli aspetti dell'immigrazione e credo nella ricchezza della diversità.»
- Dopo Elisa, Fedez e altri nomi stellari con i quali si è trovata sul palco e in studio, ci sono in vista altre collaborazioni?
«Ovviamente sono apertissima a questo tipo di scambi, che arricchiscono sempre e regalano grandi prospettive. Nono so ancora cosa mi riserverà il futuro prossimo. Per adesso mi sto concentrando sul lavorare e su me stessa».
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