Descritta come “un giardino del paradiso” nelle guide ottocentesche, ancora oggi Castelnovo del Friuli è nota per i suoi vigneti e frutteti, per le sue acque limpide e pescose, per le sue colline argillose che hanno alimentato la tradizione della ceramica fin dal Cinquecento, ma anche per il suo castello oggetto di contese tra i conti di Gorizia e i Savorgnan.
Sarà proprio Castelnovo, sabato, la tappa degli itinerari guidati attraverso i paesaggi culturali della val Cosa e della val d’Arzino, con ritrovo a Valeriano alle 9.30, in piazza, non a caso davanti all’Oratorio dei Battuti che conserva uno dei principali cicli ad affresco di Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone, oggetto di lunghi e pazienti restauri dopo i gravi danni subiti dal sisma: da qui è partito proprio il 14 maggio scorso, con un convegno di studio, il programma promosso dai comuni di Clauzetto, Castelnovo, Pinzano e Vito d'Asio, a 40 anni dal terremoto, che intende avviare una riflessione proprio sul ruolo dei beni culturali come depositari di valore comune e identitario.
Tra le mete della passeggiata di sabato, con la guida di Glauco Toniutti, di Friulguide, e il supporto di Isabella Reale e Sandy Smareglia, ci saranno la Villa Sulis, esempio di casa a loggiato in pietra che ospita una collezione di ceramiche graffite rinascimentali reperite in loco dove le argille alimentarono nei secoli una raffinata attività artigianale, ma anche l’esplorazione del piú antico borgo, oggi disabitato, di Praforte vecchio: si andrà dunque alla scoperta di antichi saperi costruttivi e di materiali come la giallina piera dolça estratta dalle cave locali e tanto apprezzata dagli scalpellini.