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«Questa riforma scatenerà conflitti»

Il dibattito del costituzionalista Giampieretti all’Ajace con Carbonetto

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UDINE. Purtroppo l’ospite principale dell’incontro, la costituzionalista Lorenza Carlassare, ha dovuto dare forfait per un’improvvisa indisposizione, ma il pubblico che ha gremito sala Ajace non è rimasto deluso. Presentato da Luciano Favaro, rappresentante udinese di Libertà e Giustizia che ha organizzato l’incontro in collaborazione con il gruppo DemocraticaMente e con il Comitato Friuli Democrazia Costituzionale, infatti, il professor Marco Giampieretti, docente universitario a Padova, avvocato e autore di vari testi di diritto costituzionale, è riuscito a essere chiaro ed esauriente diffondendosi sul tema “Riforma costituzionale e legge elettorale, una relazione pericolosa”; mentre poi Gianpaolo Carbonetto, referente provinciale del Comitato Democrazia Costituzionale, ha toccato gli altri punti della riforma che sono fortemente contestati da coloro che chiedono di votare no al referendum.

Giampieretti ha incentrato il suo intervento soprattutto sul fatto che il combinato disposto tra nuova Costituzione e Italicum disequilibra fortemente il rapporto tra Parlamento e governo a favore di quest’ultimo, senza che contemporaneamente siano istituiti, o rafforzati, gli organi e le leggi di garanzia. Un esempio chiaro di questo - ha rilevato - lo si può vedere anche nel fatto che per cambiare la Costituzione, prima di arrivare al referendum, basterà ancora quella stessa maggioranza assoluta che era stata fissata dai padri costituenti.

«Però - ha aggiunto - mentre allora quella maggioranza era un obiettivo difficile da raggiungere se non attraverso confronti, mediazioni e compromessi, ora quella stessa maggioranza sarebbe già in partenza a disposizione di un singolo partito. Perché non fissare una maggioranza qualificata a garanzia di eventuali colpi di mano?». Giampieretti, sottolineando che è stata sprecata l’occasione di fare un buon lavoro, si è poi soffermato sull’illogicità e sulla contraddittorietà di questa riforma del Senato, e sulla pessima qualità di scrittura dei nuovi articoli della Carta costituzionale, che daranno origine a tutta una serie di conflitti; nonché sul fatto che troppi aspetti sono rinviati a successive leggi ordinarie ancora da discutere e da fare e che potrebbero non essere in sintonia con la riforma.

Sul tema della Costituzione, che è l’unica legge di tutti, perché è l’unica che limita il potere di chi ha già piú potere, ha parlato anche Carbonetto che ha sottolineato molte incongruenze anche nel rapporto tra lo Stato e le autonomie, ha confutato le cifre dei risparmi ipotizzate dal governo Renzi e ha sottolineato che, con l’abrogazione di due articoli e la modifica di altri 40, se è vero che nella forma i primi dodici articoli, quelli dei principi fondamentali, non saranno toccati, nella sostanza non potranno non subire dei pesanti contraccolpi come, del resto, è già avvenuto con modifiche costituzionali di mole indubbiamente inferiore.

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