Il castello ha un tetto: rinasce un simbolo
Completato l’intervento di restauro della copertura dell’ala Est. Visita guidata al cantiere con Serracchiani e Santoro
di Oscar d’Agostino
COLLOREDO DI MONTE ALBANO. Una festa, come quelle che si organizzano in Friuli quando, costruendo una casa, si “arriva al tetto”. Un licof. E così è stato, a Colloredo di Monte Albano, per la copertura dell’ala Est del Castello rimasto gravemente dammeggiato nel 1976, che si avvia - con un lungo e articolato lavoro di restauro che durerà ancora qualche anno - a tornare com’era prima del sisma.
Una cerimonia alla quale sono intervenuti il presidente della Regione Fvg, Debora Serracchiani, e l’assessore regionale Mariagrazia Santoro. «Una giornata importante - ha detto Serracchiani - per il lavoro che è stato fatto e che si sta facendo in un luogo simbolo per la comunità e ricco di grandi spazi che viene restituito alla gente».
Colloredo di Monte Albano, viaggio nel cantiere del castello
Un momento celebrativo ma soprattutto una festa alla quale hanno partecipato tutti coloro che stanno contribuendo alla realizzazione del restauro, a partire da operai e tecnici, ma anche amministratori locali (il sindaco Luca Ovan, in primis), i responsabili del lavori, la Soprintendenza.
I lavori di restauro. L’intervento di recupero prevede un impegno di spesa di 28,4 milioni di euro ed è diviso in due lotti. La prima tappa è stata approvata nel 2011 e prevede un costo di 18,4 milioni. La consegna dei lavori è avvenuta il 9 novembre 2012 e si stima di concludere l’opera nell’aprile del 2018.
L’intervento attuale riguarda tre edifici: l’Ala Nievo, l’Ala Est e la casa rossa. Poi si partirà con il secondo lotto, che prevede invece la sistemazione del Mastio, della casetta Nievo e delle opere esterne.
[[(MediaPublishingQueue2014v1) Visita al cantiere nel Castello di Colloredo]]
Un’operazione complessa. L’intervento si sviluppa infatti in 40 mila metri cubi e circa 7.500 metri quadri. Il progetto e la direzione dei lavori sono stati sviluppati e condotti dallo Studio Altieri di Vicenza, dagli architetti Paolo Fasani e Vittorio Foramitti, dagli ingegneri Giuseppe Suraci, Mauro Malisan e Stefano Guatti.
A fare gli onori di casa, accompagnando la presidente Serracchiani e l’assessore Santoro nel cantiere dell’Ala est, è stato Claudio Degano, funzionario della Regione, responsabile della chiusura della gestione commissariale e Responsabile unico del procedimento. Il “deux ex machina” che affronta e risolve tutti i problemi, il cui lavoro è stato elogiato dai vertici regionale: «Ha lavorato - ha detto scherzosamente l’assessore Santoro - come se fosse casa propria, mettendo quella marcia in più che serve quando si affrontano le cose che stanno a cuore».
Colloredo di Monte Albano, Serracchiani: una festa per tutti
Il progetto. L’obiettivo era quello di restituire il complesso alla comunità con un intervento di conservazione degli elementi architettonici esistenti, ma anche con l’inserimento di ulteriori funzioni adatte alle attuali esigenze. Cosa che è stata rimarcata dalla presidente Serracchiani, che ha puntato l’attenzione sul fatto che una volta completati i lavori la comunità avrà a disposizione un altro “contenitore” culturale.
Il “nuovo” castello avrà una copertura in legno, che congloberà alcuni elementi originali sopravvissuti. Le poche pavimentazioni originarie, rimaste al piano terra, saranno smontare e ricollocate, oppure ricostruirte in cotto e pietra piasentina. Ai piani superiori i pavimenti saranno invece realizzati in legno. I progettisti hanno pensato anche ai dipinti murali che abbellivano l’interno degli edifici, che saranno restaurati e ricollocati.
Colloredo di Monte Albano, Degano: lavori conclusi nella primavera del 2018
Un museo archeologico. Il progetto prevede inoltre la valorizzazione dei resti archelogici scoperti all’interno degli edifici e il loro inserimento in un percorso espositivo. Durante i lavori sono stati infatti scoperti tre muri risalenti al Quattrocento, dei quali non si sapeva l’esistenza, ma anche alcuni forni che si trovavano all’interno del castello, così come vasi e oggetti vari. Tutti i reperti saranno esposti.
Nel versante nord del Castello sarà realizzata una strada che collegerà l’accesso alla Comunità collinare al piazzale esterno. É stata inoltre prevista la costruzione di un percorso pedonale che consentirà di visitare la zona archeologica a nord del Mastio e che porterà all’area tra il Mastio e l’Ala est.
I commenti dei lettori