luciano santin
Compartimos, ovvero condividiamo. Una parola che, al pari di “accoglienza” e “solidarietà”, ha oggi scarso appeal. Ma che è stata scelta quale titolo per il 26° convegno del Centro Balducci, che si svolgerà a Zugliano dal 20 al 23 settembre, con l’anteprima speciale, domenica 16, del “Piccolo Festival del Teatro di Strada”.
Una tre giorni di testimonianze e dibattiti, che avranno come leit motiv l’esperienza delle Ong nel Mediterraneo, l’insegnamento di Papa Francesco e la presentazione di “I care”, un documento messo a punto da una serie di gruppi e associazioni regionali.
Don Di Piazza, il convegno sembra impostato su una scelta dettata dalla logica binaria: società aperta o chiusa.
«Sì. Oggi sono propagandati modelli che si basano sulla paura e sulla discriminazione, avanzano nazionalismi, omofobie, sessismi, razzismi; viene alimentata la convinzione che esistano individui e gruppi sociali che possano vantare per sé diritti esclusivi rispetto ad altri i cui diritti dovrebbero essere ridotti e negati. “I care” afferma l’universalità dei diritti, crede nell’accoglienza diffusa e progettuale, punta a favorire momenti di incontro sul territorio, per dare risposte di convivenza civile».
Contro la strumentalizzazione dei rancori e della paure, e al di là della diffusa prudenza politica, spicca l’opera di Papa Francesco.
«La sua voce è la più alta. Nel proporre il convegno indichiamo il suo insegnamento profondo e accorato in merito a questioni decisive a tutta l’umanità: per i contenuti profondi e accorati (pensiamo all’enciclica Laudato sii). Per questo il convegno sarà aperto da vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia».
Non tutta la Chiesa sembra schierata con il Santo Padre...
«È manifesta la scarsa ricaduta del suo insegnamento. Lo si nomina per dovere, ma il cuore, i pensieri, gli atteggiamenti sono lontani. C’è la sacralità intesa come separazione dall’umanità, c’è la paura di perdere consenso, c’è sguardo benevolo verso i vincitori… in mezzo c’è anche il Vangelo, chissà in quale posizione! Si potrebbe parlare di una vera “emergenza pastorale”, più importante di ogni altra: il voler conciliare il Vangelo con qualsiasi parola e atteggiamento, anche quelli disumani e contrari alla parola di Gesù».
Ci sarà molta attenzione per i giovani e la scuola
«Da alcuni anni un’intera giornata è dedicata agli studenti e agli insegnanti, quest’anno anche un’ulteriore mattinata. Saranno momenti partecipati di ascolto: testimonianze rese dai volontari delle operazioni di soccorso, e da ospiti del Centro Balducci.
La conclusione, come sempre, sarà ecumenica.
«Domenica 23, prima del pranzo comunitario, chiuderemo con un momento di preghiera delle diverse fedi religiose: per la giustizia, la pace, l’ambiente. Si intrecceranno voci dell’islam, dell’ebraismo, del buddismo, dell’induismo, del cristianesimo. Perché le religioni tutte hanno una grande responsabilità storica». —