La seconda vita del bosco friulano: schiantato dalla violenza del vento, svetterà sul palcoscenico di Siracusa
Dalla Carnia alla Sicilia 140 alberi abbattuti dalla tempesta in ottobre per allestire le scene del teatro Andranno a formare la foresta che farà da sfondo alla rappresentazione de “Le Troiane” di Euripide

UDINE. Schiantati dalla violenza di un vento mutato in crudele giocatore di mikado, gli abeti carnici torneranno a stagliarsi contro il cielo nella cornice del teatro greco di Siracusa.
Chiamato a firmare il progetto scenico per “Le Troiane” di Euripide, in programma dal 10 maggio al 23 giugno - regia di Muriel Mayette-Holz per la Fondazione Inda -, l’architetto milanese Stefano Boeri ha pensato alla distesa di tronchi che il maltempo ha abbattuto in Carnia alla fine dello scorso mese di ottobre e deciso d’impiegarla nella scenografia dello spettacolo stringendo così, una volta in più, l’alleanza con la filiera del legno Fvg.
“Un Bosco Morto. Un bosco di alberi uccisi da una tempesta, di tronchi spezzati che coprono il suolo”. L’istantanea degli abeti schiantati è risalita agli occhi di Boeri, che “camminando sugli spalti di pietra del teatro, guardando il bosco di cipressi e pini mediterranei sullo sfondo del palcoscenico” ha subito pensato «all’immagine spettacolare e terribile delle migliaia di alberi deposti dalla furia del vento sui monti della Carnia.
Dal Friuli alla Sicilia, gli abeti caduti per il maltempo diventano scenografia per il teatro greco di Siracusa
Migliaia di abeti sradicati e accatastati al suolo a formare una scia dispersa di desolazione tra l’ordine potente delle foreste secolari».
E a quell’immagine si Boeri si è rifatto disegnando la scena, per l’evidente similitudine di condizione tra le donne troiane e i boschi friulani colpiti a morte dalla forza della natura. Entrambi reduci pieni di dignità. Gli uni faranno così “quinta” alle altre.
Feriti, segnati, sbucciati, privati dei rami, eppure ancora imponenti una volta eretti in scena dove torneranno protagonisti.
Dalla Carnia, nei giorni scorsi, ne sono partiti 140. Abeti bianchi e rossi (rigorosamente certificati Filiera solidale Pefc), alti dai 4 ai 6 metri, prelevati da Sappada, da Piani di Luzza a Forni Avoltri e dalla località Laghetti di Timau a Paluzza (le più colpite dalla tempesta Vaia) destinati a ricreare sulla scena del teatro greco una foresta immota e lineare.
«Trasportato a Siracusa e portato sul palcoscenico, percorso dai corpi e dalle voci delle donne troiane disperate e furiose, quello sciame di alberi schiantati è diventato un bosco senza vita di colonne lignee – ha aggiunto Boeri –: eretto, seppur impietosamente decimato. Nobile e ordinato, seppure destinato ad una nuova vita nelle falegnamerie siciliane».
A gestire (e tessere) il triangolo di rapporti tra Carnia, Milano e Siracusa è stato ancora una volta il Consorzio Innova Fvg, presieduto da Michele Morgante, mentre sul campo, a coordinare le operazioni di individuazione del materiale legnoso, ha lavorato il consorzio “Boschi carnici”, convinto sostenitore dell’iniziativa: «È un’occasione importante per la valorizzazione delle risorse del nostro territorio – afferma il presidente Luigi Cacitti – non solo in ambito regionale ma anche su scala nazionale».
«Grazie alla tempestività della nostra azione di recupero – sottolinea dal canto suo il sindaco di Paluzza, Massimo Mentil – abbiamo potuto dare a Siracusa tronchi in ottimo stato».
Al punto che finite le repliche dello spettacolo, la Fondazione Inda - cui i tronchi sono stati donati - li affiderà alle cure della Filiera del legno siciliano, forse per realizzare una nuova struttura in cui ospitare le prove degli spettacoli. Fondazione e studio Boeri hanno ringraziato «la Regione, Innova Fvg e tutte le persone e le aziende che, attraverso il coordinamento del consorzio dei Boschi Carnici, si sono spese per il recupero del materiale legnoso e per portare avanti un progetto di così alto valore».
«Con quest’operazione – ha detto dal canto suo Nicoletta Ermacora, responsabile del progetto in seno al Consorzio Innova – diamo un importante messaggio di utilizzo e di valore creativo del materiale schiantato».
Boeri vi legge un segno di speranza. Dato dal «viaggio, l’ultimo, degli alberi schiantati dalle foreste della Carnia ai boschi siciliani», dal «ponte simbolico, appena nato, tra i forestali friulani e isolani», dal «coinvolgimento del pubblico per creare un nuovo bosco dedicato alle protagoniste della tragedia di Euripide». —
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