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Il Giudizio universale nelle chiesette sperdute: Villa Dora racconta i capolavori di Istria e Friuli

Dal Patriarcato di Aquileia alla Serenissima: opere di 20 pievi e la guida per andarle a vedere sul posto. Domenica la mostra

2 minuti di lettura

Il Giudizio universale è lì che aspetta e intanto possiamo andare a vedere come la fantasia degli uomini e degli artisti lo ha immaginato nel corso dei secoli, a cominciare da quelli, tra Quattrocento e Cinquecento, più sensibili al tema. Ci sono i Giudizi celebri e da tutti conosciuti, ma ci sono anche quelli invisibili, rintracciabili in certe nostre chiesette dov’è nascosta un’arte forse minore, ma dai profondi significati cristiani e sociali.

Opere racchiuse e precariamente conservate in edifici modesti, quasi anonimi, che hanno rappresentato per secoli il modo di vivere e rinsaldare i valori della fede tra le popolazioni delle campagne. Nelle nostre “gleseutis” è possibile trovare tracce di questa ingenua e (a quei tempi) efficace Bibbia per immagini, dipinta sulle pareti di edifici sacri sparsi nei borghi isolati come idea geniale di proselitismo e indottrinamento, capace di fare anche crescere schiere di artisti affinché potessero trasmettere il meglio di sé e delle loro abilità.

Pure lì bisogna dunque andare per riscoprire le radici e la bellezza del nostro Rinascimento. Tesori marginali forse, spesso sottovalutati, e che adesso trovano la luce dei riflettori pubblici e un attimo di meritata, tardiva, gloria. Per partecipare a questo evento basta recarsi domenica 25 agosto, alle 10, alla Villa Dora di San Giorgio di Nogaro dov’è in programma l’inaugurazione di una mostra speciale e divulgativa di quanto è possibile rinvenire visitando appunto le chiesette di campagna sparse nella Bassa e anche quelle presenti nelle contrade dell’Istria.

La rassegna, intitolata “Affreschi senza confini alle radici del Rinascimento”, organizzata a cura dell’attivissima associazione Ad Undecimum, presieduta da Lodovico Rustico, e dal Comune di San Giorgio di Nogaro, vede infatti coinvolti Regione Fvg, Regione Istriana, Casa degli affreschi di Draguccio e Museo storico e navale dell’Istria.

L’originalità dell’iniziativa sta appunto nell’aver unito territori diversi e per molti aspetti simili, appartenuti storicamente al Patriarcato di Aquileia e in seguito alla Repubblica di Venezia. Luoghi insomma che hanno respirato un’aria comune e che possono condividere dal punto di vista artistico ciò che accadde cinque secoli fa, quando spuntò una fortunata stagione nata dall’intenso rapporto con la città della Serenissima.

Lì si formarono molti autori dei cicli pittorici che abbelliscono ancora le chiesette con opere di notevole effetto visivo ed emotivo, come accade a Griis di Bicinicco, dove la rappresentazione del Giudizio universale giunge a effetti portentosi, attraverso un racconto plastico di ciò che, nella visione cristiana, dovrà accadere all’umanità alla seconda venuta del Cristo.

Le chiese affrescate della Bassa sono dieci (diffuse tra Bicinicco, Strassoldo, Castions di Strada, Mereto di Capitolo, Malisana, Terzo, Tapogliano, Perteole, San Vito al Torre) come pure dieci sono quelle istriane, con i vertici rintracciabili a Portole, a Vermo (dove c’è una strepitosa Danza macabra) e a Draguccio.

Il catalogo della mostra contiene anche la testimonianza di Gianfranco Abrami, il fotografo che ne ha già documentate ben 2600, solo in Istria. Tutto questo verrà spiegato domenica, quando saranno presentati i pannelli con le opere e i luoghi da raggiungere, proponendo così un nuovo modo di viaggiare e fare turismo per mettersi alla ricerca di una straordinaria pagina della Bibbia dipinta sulle pareti dei piccoli edifici sacri. Quella volta i muri parlavano, catechizzavano, intimidivano.

E la gente si raccoglieva dentro la sua chiesetta, come accadeva ai contadini di Casarsa raccontati da Pier Paolo Pasolini. Tutta lì nella “glisiuta di Santa Crous” per cantare con passione le litanie e pregare chiedendo pietà, aiuto e conforto. Fuori incombeva la minaccia dei Turchi. E l’orizzonte di tutti appariva buio e senza speranza.

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