Incontro online e una mostra per ricordare Elio Morpurgo

Oggi, venerdì 29, alle 18, si tiene sulla piattaforma Zoom un incontro (l’indirizzo per collegarsi: https://zoom.us/j/95922904559) a cura dell’Istituto friulano per la storia del movimento di Liberazione sul tema “Elio Morpurgo ed altre storie. La deportazione ebraica degli anziani nella Zona di operazione del Litorale adriatico (’43-45)”. Intervengono Nicoletta Picotti e Valerio Marchi, coordina Monica Emmanuelli.
L’appuntamento anticipa alcuni contenuti della mostra dallo stesso titolo (già pronta, ma sarà aperta al pubblico solo quando la situazione sanitaria lo permetterà), basata su un progetto realizzato da una classe del Liceo Economico-Sociale “C. Percoto” di Udine. A partire dalla ricostruzione della vita di Elio Morpurgo, tratta dal libro del professor Marchi Il “sindaco ebreo”. Elio Morpurgo in Friuli tra Otto e Novecento, gli studenti, coordinati dalla professoressa Picotti, hanno svolto ricerche anche in altre direzioni e, fra le altre cose, hanno incontrato una testimone che si ricorda molto bene di quando suo padre, funzionario della Prefettura di Udine, tornò a casa piangente dopo avere assistito al brutale arresto del Morpurgo, il quale, all’epoca (fine marzo 1944), era molto anziano e malato, assolutamente inoffensivo per i nazifascisti: ciononostante, fu trasportato alla Risiera di San Sabba, da lì verso Auschwitz e infine, stremato, si spense lungo il tragitto. La sua salma fu scaricata dal convoglio e solo recenti ricerche ne hanno individuato le collocazioni successive, lontane dalla tomba dei Morpurgo di Udine, situata nell’area israelitica del cimitero comunale di S. Vito.
Si è constatato che sono stati numerosi gli anziani (spesso malati) catturati e impietosamente deportati verso i campi della morte da Trieste, Gorizia, Cividale, o dalla stessa Udine… Ed è proprio di questi casi che si parlerà, a partire per l’appunto da Elio Morpurgo, ovvero l’ebreo udinese più conosciuto, prestigioso e, per certi versi (in primis la sua convinta adesione al fascismo) anche controverso. Come ha scritto lo storico dell’ebraismo Riccardo Calimani presentando il libro di Marchi, la parabola tracciata dalla lunga esistenza del Morpurgo riassume, da un lato, «molte delle caratteristiche tipiche degli ebrei tra Ottocento e Novecento», mentre dall’altro tocca «temi forse più adatti ad una tragedia greca piuttosto che ad un ritratto di storia civile e sociale».
Oltre al suo nome, dunque, se ne incontreranno altri della nostra attuale regione, emersi grazie a varie fonti (ricerche già pubblicate, il Museo ebraico Carlo e Vera Wagner di Trieste, l’Archivio di Stato e l’Associazione Italia/Israele di Gorizia, archivi comunali, l’Archivio dell’Istituto “A. Zanon” di Udine, testimonianze personali). Ne ricordiamo alcuni per tutti: Laura Castelli, Diamante Amelia Levi Coen e Simeone Levi di Trieste, Anna Paola Luzzatto ed Emma Michelstaedter (madre del filosofo e poeta Carlo Michelstaedter) di Gorizia, Elvira Piccoli (con la figlia Amalia) di Cividale del Friuli e Leone Jona di Udine (illuso, al pari di tanti altri anziani, di non correre pericoli, considerando l’età avanzata, la condotta integerrima e la palese innocuità). —
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