Il cinema al femminile: dalle donne comiche alle grandi sceneggiatrici
Il programma delle proiezioni di oggi al Verdi di Pordenone Spazio alle “Nasty women” e ai film con Ellen Richter
Cristina Savi
Si celebra la donna, oggi, alle Giornate del cinema muto di Pordenone, inaugurate ieri sera da uno splendido capolavoro di Lubitch, “Il ventaglio di Lady Windermere”, con accompagnamento dal vivo del trio Psappha, su musica di Carl Davis. Non una “moda” questa attenzione al contributo femminile davanti e dietro la macchina da presa, ma piuttosto una sensibilità di vecchia data, che ha avuto un’escalation dal 2017 quando Maggie Hennefeld e Laura Horak presentarono un programma dedicato alle prime donne comiche che si divertivano a capovolgere gli stereotipi di genere mentre cercavano allegramente il caos attorno a loro. Un programma che, come sottolinea il direttore artistico Jay Weissberg, «ha rivoluzionato il modo in cui le persone guardano le prime commedie cinematografiche» e che ha spinto la Kino-Lorber a produrre un cofanetto Blu-ray/Dvd di quattro dischi che sarà pubblicato l’anno prossimo cerca di guai.
E proprio oggi le Nasty Women tornano alle 15.30 (Teatro Verdi) con “Vendetta contagiosa”, una serie di corti americani e francesi realizzati tra il 1899 e il 1914 nel quale troviamo anche Roscoe Fatty Arbuckle. Le proiezioni serali aprono invece alla conoscenza delle sceneggiatrici americane del Muto, all’epoca talmente famose che i loro nomi erano utilizzati per scopi pubblicitari, E si comincia con Anita Loos, una delle più celebri nonché autrice del romanzo “Gentlemen Prefer Blondes” (I signori preferiscono le bionde) da cui fu tratto nel 1953 il film con Marilyn Monroe e Jane Russell. Scrittrice arguta ed elegante, Anita Loos (1889 – 1981), insieme al marito John Emerson, nella seconda metà degli anni Dieci cominciò una proficua collaborazione con l’attore Douglas Fairbanks Sr. , e in seguito con Norma e Constance Talmadge. Di questo periodo d’oro le Giornate del Cinema Muto offrono due esempi, dalle 21: “American Aristocracy” (Nel mondo dei miliardi), del 1916, con Fairbanks e “A Temperamental Wife”, del 1919, con Constance Talmadge. L’altra importante retrospettiva “al femminile” riscopre una delle personalità più importanti del cinema di Weimar, Ellen Richter, oggi con due film che la vedono protagonista: alle 10.30 “Una vita per una vita” del 1916 e “Superstizione” del 1919, che parla dell’odio e della persecuzione nei confronti della minoranza Sinti. È quindi più che lecito supporre che Richter (che in questo film ha il ruolo di una zingara) e Willi Wolff, suo marito nonché collaboratore alla sceneggiatura, avessero voluto stabilire un parallelismo con i pogrom che in quegli anni avvenivano nell’Europa centro-orientale.
All’avvento del nazismo la coppia dovette abbandonare Berlino per cercare riparo prima a Vienna e dopo l’Anschluss in Francia. Solo successivamente e grazie al fattivo interessamento di Ernst Lubitsch la coppia si trasferì negli Stati Uniti ottenendo anche la cittadinanza americana. Ma la loro storia nel cinema era finita.
Come tradizione, nella prima domenica del festival alle 14 torna “A colpi di note”, con gli studenti delle scuole Pasolini di Pordenone e del liceo musicale “Guglielmo Marconi” di Conegliano che eseguiranno i loro originali commenti musicali su due corti di Chaplin. Completano il programma le “Riscoperte e corti della Cineteca del Friuli”. —
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