Fatture false per 80 milioni Condannati tre imprenditori
Sentenza d’appello: Soldera e Ricci dovranno scontare 5 anni e 2 mesi, Polloni 4 anni Avevano creato società di comodo per emettere documenti artefatti ed evadere l’Iva

Cinque anni e due mesi per Gianni Soldera e Gimmy Ricci e quattro anni per Oreste Polloni. La Corte d’appello ha riformato la sentenza di primo grado – con la quale il tribunale condannava a più di sette anni gli imprenditori friulani – solo parzialmente.
La Corte ha confermato la condanna per associazione in frode fiscale ed evasione dell’Iva. Ma la difesa di Gianni Soldera (originario di Montereale Valcellina e all’epoca titolare di un’azienda di Pordenone) e Gimmy Ricci (all’epoca residente a Majano attualmente all’estero, contumace duranre il processo) non ci sta. «Attendiamo le motivazioni della sentenza ma siamo pronti a fare ricorso in Cassazione». La vicenda giudiziaria è molto complessa ed ha origine da un’inchiesta della guardia di Finanza del 2007, coordinata dal pm Federico Facchin. Soldera, 68 anni, Ricci 37 anni e Polloni (54 anni, di Parma) sono accusati – insieme a un quarto imprenditore che nel frattempo ha patteggiato – di aver creato un’associazione a delinquere che emetteva e utilizzava fatture inesistenti relative a cessioni di materiale informatico per un importo di poco inferiore ai 30 milioni di euro.
Secondo il capo di imputazione gli imprenditori avevano creato società “di comodo”, prive di una reale struttura commerciale, che avevano il solo scopo di consentire ad altre società, riconducibili a Soldera e Ricci, l’evasione dell’Iva. Evasione, quantificata in 5,9 milioni di euro. Questo sarebbe stato possibile inserendo nella contabilità passivi fittizi, rappresentati proprio dalle fatture false.
Gianni Soldera, si legge nella sentenza della Corte (seconda sezione presieduta da Pier Valerio Reinotti), che risale allo scorso aprile, era «ideatore e artefice principale del sistema di frode, nell’amministrazione delle imprese “di comodo” Loclal Srl, Bbm elettronica, Rimitape Srl, Multimedia Inform, Beta bite Italia, Elcome System & System, nel coordinamento delle attività truffaldine poste in essere attraverso le medesime società con particolare riferimento alla gestione dei mezzi di pagamento immessi nel circuito fraudolento». Ricci sarebbe ressponsabile dell’ «amministrazione di fatto» delle stesse società «nonché nello svolgimento di una funzione di supporto nella gestione commerciale e finanziaria dell’illecita attività posta in essere». Stessa posizione per Polloni ma solo per le società Riminitape srl e Bbm elettronica. A Soldera e Ricci viene contestata l’aggravante «di essere promotori e organizzatori dell’associazione stessa».
A Soldera, in qualità di amministrazione e gestore di fatto delle stesse imprese, viene anche contestato l’aver emesso fatture false – sempre relative a cessione di materiale informativo – per 49 milioni di euro, nei confronti della Elsco e della Giesse di Pordenone, ma anche della Tecno Chip di di Ricci (con sede a Bibione e Udine) e altre aziende di Gorizia. Il tutto per consentire alle società di evadere 9,8 milioni di euro d’iva. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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