Villaggio ora chiede scusa via mail: «Friulani, sono stato di cattivo gusto»
Il governatore Tondo riceve dal comico un messaggio e una telefonata. Il presidente decide di non sporgere più querela: «Troveremo il modo perché venga in Friuli». E la polemica tra la Regione e il ragionier Fantozzi finisce qui.

UDINE. Una formale e-mail di scuse. E, per non lasciare nulla di intentato, anche una telefonata per ribadire quanto scritto. Paolo Villaggio ha contattato ieri il governatore Renzo Tondo, per chiudere il caso scatenato dalla descrizione dei friulani sul suo libro “Mi dichi. Prontuario comico della lingua italiana”. Righe e parole che hanno lasciato indifferente il presidente della Regione che ieri, con la sua giunta, ha deciso di non querelare il comico genovese.
Nel messaggio via posta elettronica, così come nella telefonata di poche ore più tardi, Villaggio ha ammesso di essere stato di cattivo gusto. Un po’ come riconoscere di aver cercato di far ridere il pubblico, ma di avere la consapevolezza di non esserci riusciti. Forse un brutto colpo per un comico. Di certo un beau geste, che forse contribuisce a dimenticare l’episodio e a restituire la genuinità del ragionier Fantozzi.
«Mi hanno fatto molto piacere entrambi i gesti – conferma Tondo –, perché Villaggio, da persona intelligente e corretta quale ritengo sia, è consapevole di aver esagerato e chiede scusa ai friulani tramite me. Ho spiegato al comico che sono rimasto colpito dalle frasi scritte nel libro sia perché le reputo fuori luogo, sia perché penso si tratti di una caduta di stile. E lui ha ammesso che è così». Villaggio, che conosce il Friuli e Udine, ha anche fatto sapere d’essere disponibile a venire in regione, per chiedere scusa di persona. Tondo non ha ancora deciso come e quando, ma di certo favorirà il “contatto”. «Mi ha detto di amare Udine e so che troveremo l’occasione e le condizioni – conferma il governatore – perché possa in futuro venire in Friuli e apprezzare il popolo friulano e le nostre caratteristiche». Della Regione contro Fantozzi, dunque, non c’è più traccia. Almeno non nei pensieri di Tondo.
Dalla Provincia di Udine, invece, dopo l’invettiva del presidente Pietro Fontanini, arriva lo sdegno dell’assessore alla Cultura, Elena Lizzi. «Invierò all’editore di Villaggio una serie di pubblicazioni realizzate dalla Provincia di Udine sulla storia della Patria del Friuli, sulle sue tradizioni, le sue lingue e sul ruolo della donna, affinché in futuro – spiega Lizzi –, qualora il signor Villaggio e il suo editore, decidessero di esprimersi ancora sul popolo friulano, lo facessero a ragion veduta. E confido che l’editore, cui probabilmente saranno imputabili le responsabilità civili di quanto scritto – conclude Lizzi – provveda quanto prima a fare tutto quanto è in suo potere affinché l’onta sia degnamente e pubblicamente lavata».
Chiede «un atteggiamento moderato», invece, il consigliere regionale del Pdl Alessandro Colautti. «La satira è satira. E al di là della sacrosanta difesa del diritto di satira che può arrivare anche a essere offensiva, senza per questo finire davanti a un tribunale, è necessario – afferma Colautti – comprendere il contesto entro cui si collocano le dichiarazioni incriminate, cioè il contesto narrato dal libro. Perché – conclude Colautti – si tratta di una ferrea critica che castiga quanti stanno lasciando morire la nostra lingua, la lingua di Dante, Petrarca, Boccaccio, la lingua nazionale che è sempre meno vissuta e sentita come simbolo di identità».
Solidarietà, infine, «per le volgari e offensive parole rivolte al popolo friulano e al suo mondo culturale in generale», giunge da Igor Komel, direttore del Kulturni dom di Gorizia.
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