Click day, beffa e proteste Addio soldi per la ricerca
Occorreva inserire i dati per sperare di partecipare alla distribuzione dei fondi. Le imprese s’erano organizzate al polo tecnologico, ma super connessione vana

PORDENON. Beffa e proteste, ieri mattina, alla chiusura, con il “click day”, del bando regionale per la ricerca, sviluppo e innovazione stanziato dalla legge regionale 47/78. Una normativa che assegna diverse decine di milioni di euro a fondo perduto per 100 progetti svolti da aziende con sede in Regione.
L’innovativa modalità di presentazione delle domande prevedeva - in una prima fase - il caricamento, sul sito della Regione, dei documenti firmati digitalmente e in una seconda fase la loro validazione attraverso una procedura telematica da eseguirsi ieri alle 9.15. Lo stesso sistema di validazione serviva anche a determinare quali delle circa 200 aziende che a ieri avevano presentato domanda, sarebbe rientrata nel bando.
La procedura, in teoria molto semplice, richiedeva una certa velocità di digitazione e abilità di lettura: si doveva caricare una pagina del sito della Regione - che sarebbe stata presente solo dallo scoccare dell’ora prestabilita in poi - inserire il codice identificativo della propria domanda, un codice di verfica del tipo capcha (quello con lettere e numeri, per capirci), e premere un bottone di invio. Era anche stata messa a disposizione delle aziende una pagina di prova, senza bottone di invio, nei giorni precedenti al “click day”, che si caricava in un quarto di secondo.
Ieri mattina il polo tecnologico di Pordenone, che ospita una quarantina di aziende partecipanti al bando, ha messo a disposizione la sua connettività a banda larga e la consulenza tecnica di esperti per supportare i “cliccatori” nel giorno del “click day”. Ma le cose non sono andate per il verso giusto. «Alle 9.10 – ha racontato C.Z., uno dei beffati – il tempo di caricamento della pagina di prova era già salito a 15 secondi, lasciando poche speranze di successo. Nella sala in cui mi trovavo nessuno è riuscito ad accedere». Il responsabile informatico di un’azienda partecipante, E.V., ha aggiunto: «Ho cercato di aggiornare la pagina alle 9.15 e un secondo e dopo circa un minuto e mezzo ho ottenuto una pagina totalmente bianca. Avrei preferito mancare l’obiettivo per mia lentezza o per un errore, ma non mi è stata nemmeno data l’opportunità di provare, il server era sovraccarico. Mi domando come facciano 200 chiamate a sovraccaricare un server così importante, chi ha sancito l’idoneità di quell’infrastruttura informatica? Sono stati fatti dei test? Stiamo parlando di un’assegnazione di milioni di euro basata su un’infrastruttura dotata, alla luce di fatti, della stessa efficienza di un sistema di estrazione della lotteria della sagra di un paese!»
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